IL SOGNO REALE. I BORBONE DI NAPOLI – ALESSANDRO PREZIOSI IN IL CONSULTO DI WANDA MARASCO
UN PROGETTO DI RUGGERO CAPPUCCIO A CURA DI MARCO PERILLO
Servizio di Rita Felerico
Scrive
Ruggero Cappuccio : “Nelle scritture dei drammaturghi, dei poeti, dei
narratori, c’è una rivelazione: la storia non è fatta per guarire le ferite, ma
per amare la bellezza del sangue e Il Sogno Reale è
un progetto che mira a determinare un osservatorio sulla dinastia borbonica dal
quale contemplare e conoscere con serenità il firmamento immaginativo che
inizia con la tenacia onirica di Carlo III per continuare con risultati alterni
fino all’Unità d’Italia” . Il Sogno Reale desidera
anche “Svincolare i singoli monumenti
borbonici da una percezione isolata. I palazzi, i teatri, i giardini, non sono
monadi, ma perle di una stessa collana che risponde ad un unico pensiero
culturale. In quest’ottica il progetto chiama in causa i sette scrittori e i sette
attori/attrici, per attivare il turbamento del passato/presente e accoglierlo
senza paura”
La visionarietà
immaginifica del testo di Wanda Marasco,
scrittrice di intensa presa emotiva, è stata più forte delle defaiance regalate
al pubblico da un attore ‘consumato’ come Alessandro
Preziosi; accenti sbagliati, gesti impropri supportati per fortuna dal tono
consumato dell’attore e accompagnati da una trama musicale avvincente che ha
colpito nel segno delle parole. Parole poetiche per un racconto crudele che
narra di una morte imminente, quella di un Re, non importa qui riferirne il
nome, inevitabile e impossibile da scongiurare nonostante il consulto dei medici più bravi del Regno. A tratti ironico, il testo
strappa un sorriso, anche malinconico, per quella figura di regnante a cui non
si può giungere con nessun segno ‘umano’: non si può toccare, confortare,
guardare, pena la perdita di una ‘regalità’ che deve rimanere intatta –
nonostante la malattia - nella memoria e negli sguardi dei sudditi, come da formale
protocollo. Un diktat che vale anche per i ‘medici scienziati’, accorsi al
capezzale per scongiurarne la morte. La morte che anche i re devono guardare in
faccia, senza paure possibilmente, la morte che non fa differenze e colpisce
ricchi, poveri, belli, brutti. Il ritmo delle pagine descrive questo moto
desiderante che va e viene dal capezzale, il disappunto per il non
riconoscimento del ruolo della scienza, la rassegnazione che ad un certo punto
avvolge la stanza della regale morte. Palasciano,
Lanza e Prudente torneranno a Napoli dalla Reggia casertana
dove langue il re convincendosi che non ‘avrebbero potuto fare di più’,
metafora dei tempi che viviamo che vede morente la natura e noi stessi,
incapaci di comprendere e lottare contro un invisibile nemico. La morte e
l’agonia di un re che è quella del nostro mondo, di un’epoca che ci sfugge dalle
mani e va via da noi senza averne saputo cogliere per intero la bellezza. Un ‘bravissima’
a Wanda che ci suona ancora una volta i sentimenti con una scrittura che se non
può dirsi facile è quanto meno comprensibile attraverso l’empatia e l’emotività
della sintassi, suo peculiare tratto, sulla quale si intrecciano le immagini e
i colori delle storie, degli oggetti, degli spazi nei quali vibra la vita dei
personaggi in questo caso veri, tanto da apparire falsamente veri, come nelle
verità dei racconti. Anche questo ci insegna la ‘letteratura’, la vera
letteratura, nella quale immedesimarci, con la quale colloquiare, interagire,
lottare, confrontarci.
Note
«Nel maggio del 1859 – scrive Wanda Marasco – il dottor Palasciano insieme a Lanza e Prudente, suoi illustri colleghi, viene convocato alla reggia di Caserta per un consulto sulle gravi condizioni di salute in cui versa Ferdinando II. I tre grandi medici si troveranno coinvolti in una situazione paradossale che è il nucleo tragicomico del racconto. Accolti dal ministro Troya, giungono dinanzi alla porta della camera del re. Qui li attende l’assurdo della Storia. Il percorso da Napoli a Caserta è accompagnato dai loro giudizi sulla monarchia borbonica. A Ferdinando Palasciano il racconto affida un cammino mentale che è la visione lucida e pietosa della morte di un re e della fine di un’epoca».
Il progetto Il sogno reale. I Borbone a Napoli
prevede la redazione e pubblicazione di una guida stampata dei siti
borbonici in Campania, commissionati e realizzati dai Reali e destinati
alle diverse attività: residenze, riserve di caccia e pesca, attività agricole,
industriali, scientifiche e innovative, collezioni d’arte e musica. La guida,
edita da Editori Paparo, sarà distribuita gratuitamente al pubblico che seguirà
gli spettacoli in programma al Festival.
Questo focus – reale e
immaginario – sul secolo del Regno è completato dalla condivisione di
iniziative dei 14 siti che hanno aderito al progetto Il
Sogno Reale:
“Napoli di lava, porcellana e musica” al Museo di Capodimonte
Il Palazzo Reale di Napoli al tempo di Carlo di Borbone
Il Mann all’epoca dei Borbone
“Stelle di re. Capodimonte, la terrazza di Napoli sull’universo”
all’Osservatorio Astronomico
Galleria Borbonica, alla scoperta del percorso di Ferdinando II
“Francischiello. L’ultimo re di Napoli” a Villa Campolieto
“Viaggio nella Storia da Carlo di Borbone a Pio IX” nella Reggia di Portici
“La linea ferroviaria Napoli-Portici” al Museo di Pietrarsa
Alla scoperta del Teatro Antico di Ercolano
L’Itinerario Borbonico di Pompei
Viste borboniche nel Parco Archeologico di Paestum
Apertura straordinaria della Real Casina di Caccia di Persano
La vita a San Leucio al tempo del “Codice”
Sotto le stelle di Carditello
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