ALLUCCAMM regia e drammaturgia Luca Pizzurro

Capodimonte – Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano)
22 giugno ore 22.30 durata 1h+40min debutto

Servizio di Pino Cotarelli

Napoli – il regista e drammaturgo Luca Pizzurro, con “Alluccamm”, ha saputo cogliere le fragilità di due “femminielli”, che emergono nascoste dall’ostentazione plateale del loro essere femminile in un corpo maschile, in un contrasto quotidiano con un’identità indefinita forse mai accettata. Gli attori Andrea Fiorillo e Mauro Collina, attraverso la loro buona resa attoriale, hanno saputo raccontare, con toni drammatici e a tratti anche comici, il dramma di Dolores e Iolanda, colorando bene le loro caratterizzazioni, facendo trasparire due diverse femminilità, una più mascolina, quella di Dolores, risultato di delusioni e rancori che inaridiscono, l’altra più delicata e intrigante per Iolanda, per una complicità accomodante. Una drammaturgia ricca, con alcuni toni volutamente volgari, per calarsi nella cruda realtà, quasi scioccante, dell’ambiente dei due “femminielli”. Una vita stentata, per i due, nei bassi di Napoli, in un periodo di occupazione tedesca, con armistizio in atto, in cui rappresaglie e uccisioni sono all’ordine del giorno. Dolores vive nei suoi ricordi di improbabile famosa sciantosa, mentre i “clienti” diventano sempre più rari, i giovani scappano per sfuggire ai tedeschi e per procurarsi da mangiare, nasconde la merce di un contrabbandiere e quel poco che procura lo condivide con Dolores, nonostante il suo carattere burbero, sgarbato, ma in fondo buono. 


Iolanda, la sua vicina, rimasta ammirata dal passato di successo di Dolores, dati i tempi difficili, vorrebbe convincerla a “lavorare” con i tedeschi, ma non ci riesce. Dal loro basso spesso si sentono spari e strilla per le requisizioni dei tedeschi che terrorizzano; i due infatti non si sono presentati ai campi di lavoro obbligatori per gli uomini. Cercano di farsi compagnia con i racconti delle loro difficili infanzie, dove, alcune esperienze di iniziazione rivelano l’anima femminile a Ferdinando diventato Dolores, che non può dimenticare le tristi parole della mamma che gli raccomandò di sposarsi con una donna anche se poi a letto si porterà chi vuole. Dolores appare il grido di dolore nell’accogliere la desiderata identità femminile mentre non potrà mai dimenticare di essere uomo. Iolanda da ragazzo voleva fare la commessa aveva l’abilità di disegnare bene gli indumenti che vedeva esposti nelle vetrine dei negozi, ma quando provò a modellare un lenzuolo sul suo corpo, tante furono le cinghiate del padre su quel corpo che sentiva già diverso. Ormai è sempre più difficile procurarsi il cibo e Iolanda finalmente riesce a convincere Dolores a dare spettacoli per i tedeschi. Iniziano le prove con fastosi vestiti che Dolores custodisce in un baule, ed ecco uno spettacolo nello spettacolo, con esibizioni tragicomiche di ballo e canto sulle note di Lili Kangì, iterazioni con il pubblico, mentre i due continuano a beccarsi, Iolanda non risulta essere una buona allieva. I colpi di scena si succedono anche con recitazioni toccanti, la commozione non risparmia neanche gli attorii.


Bello anche l’approccio con una neonata lasciata alla porta dei due “femminielli”, che diventa oggetto di una maternità impossibile ma da sempre desiderata. Una storia anche di riscatto per i “femminielli” Dolores e Iolanda, invitati a partecipare attivamente alla rivolta contro i tedeschi, perché vestiti da donne vistose, possono avvicinarsi più facilmente ai tedeschi e facilitare l’intervento dei partigiani con le bombe. “Alluccamm” sembra il grido per esorcizzare la paura, Siamo ormai al culmine dell’intolleranza del popolo napoletano verso l’occupazione tedesca con alle porte le Quattro Giornate di Napoli. Brani come Michelemmà, Era 'de maggio e altri molto intensi di Enzo Gragnaniello, hanno sottolineato, con coerenza, i vari passaggi scenici.


Note di Luca PIzzarro

Potrebbe essere solo una delle tante storie disperate della vita durante la Seconda Guerra Mondiale. Potrebbe anche voler raccontare come nacque ed esplose quella rivolta conosciuta come Le Quattro Giornate di Napoli. Potrebbe essere una storia di infanzia rubata, di ricerca di identità, di violenza, quelle storie che ben conoscono i femminelli di Napoli. Ma, forse, vuole essere un viaggio nei sentimenti, nelle emozioni, di chi vive in un corpo che non sente adeguato, di chi vorrebbe essere in grado di conoscere la gioia di una maternità, che è loro negata.

In nome della libertà
In difesa della diversità
Per i bambini felici che non sono stati
Per i figli amati che non sono stati
Per i figli che non avranno. Mai


ALLUCCAMM

REGIA E DRAMMATURGIA LUCA PIZZURRO
MUSICHE ORIGINALI ENZO GRAGNANIELLO
CON ANDREA FIORILLO, MAURO COLLINA
COSTUMI GRAZIELLA PERA
COREOGRAFIE LUANA IAQUANIELLO
ASSISTENTE ALLA REGIA SANDRO GALLO
FOTO SERGIO SIANO
PROGETTO GRAFICO LAURAINE CRISCIONE
SCENOGRAFIE FABRIZIO PIERGIOVANNI
UFFICIO STAMPA GABRIELLA GALBIATI
PRODUZIONE ELLEGIPÌ TEATRO 20

 

 


 

 

 





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