senzibbile testo e regia di giovanni del prete
Al Ridotto del
Teatro Mercadante dal 2 al 12
maggio 2019
Servizio di Rita Felerico
Napoli - Dal
2 al 12 maggio il Ridotto del Mercadante ha ospitato Senzibbile, testo e regia di Giovanni Del Prete, uno spettacolo che
ci si augura possa ritornare in scena, a
contraltare un gusto ‘gomorra’ fin troppo abusato; per questo, anche fuori
tempo, ne parliamo. Dentro di noi esistono delle ‘zone periferiche’, dei luoghi
dell’anima dove è difficile entrare, luoghi poco praticati, non compresi,
luoghi che definiamo di crisi. Assomigliamo in questo senso alla mappa delle
città che abitiamo, apparentemente unite da
spazi di chiassosa condivisione, ma dove
all’interno predomina il vuoto interiore: è difficile comunicare, relazionare. Per superare
il degrado sociale e culturale nel quale si è immersi, più facile è
immaginare. E’ quello che fa Lucia la protagonista
di Senzibbile, la ragazza che ama troppo, che abita dentro il cuore antico della sua città,
ovvero nel suo quartiere più periferico.
Lucia si scontra infatti con i
vecchi modelli di vita tramandati dalla claustrofobica storia di quei vicoli
stretti e intasati, vuole allontanarsi dal comportamento che definisce le scelte di uomini e donne sprovvisti della forza
– pur desiderandolo – di dare un taglio netto al passato. E Lucia
vive sulle note delle canzoni
neomelodiche che, come scriveva Roberto Saviano tempo fa, “ dalle radio al massimo volume esplodono per
i vicoli, escono dai finestrini delle auto, suonano come suonerie dei cellulari.
La mattina si fanno le pulizie e dalle finestre escono Tony Colombo, Rosario
Miraggio, Stefania Lay… e mille altre voci. “Chiù me fa male, chiù voglio pruvà
chell’ che o sal’ int’ e ferite fa” (“Più mi fa male, più voglio provare quello
che il sale nelle ferite fa” –canta
Rosario Miraggio). Ma i
cantanti neomelodici napoletani considerati, con un piglio un po’ snob, di
periferia e minori, non lo sono affatto, sia da un punto di vista commerciale -
paragonabili ai cantanti pop italiani di maggior successo, spesso con un
mercato comparabile al loro o anche superiore – che sociale”. Esprimono,
descrivono realisticamente e in modo drammaturgico l’ambiente di una ‘periferia
umana’ sofferente, degradata, sconfitta al suo nascere che sembra essere rimasta ’al palo ’,
soggiogata da una latente violenza mai domata. ”L’ambiente – annota il regista Giovanni Del Prete - è un vicolo dove gli stendini – ponteggi
ridisegnano con ombre e luci una nuova geografia urbana, di angoli che
diventano altarini di nuovi santi e tutto si confonde, fantasia e verità,
teatralità e quotidianità “ .
E’ come
se si formasse una vera e propria anticittà, con altri
abitanti, altri modi di esistenza, che cresce in parallelo alla città
considerata vera e propria, che si annida dentro di essa, come un corpo
separato, non contrapposto, ma rappresentazione
di una ‘umanità’ particolare, figlia dell’impoverimento sociale, della
debolezza degli scambi relazionali, la cui assenza rende più pericolosa la
trama ‘periferica’ dell’anima degli individui, più difficile la loro
formazione. Luci, costumi, scene, in armonia con il testo, ne sottolineano i
momenti cruciali. Bravi tutti gli interpreti: Teresa Raiano, una Lucia intensa,
carnale e delicata capace di dare senso alla sua senzibbilità periferica, ricca nella recitazione di una espressione
dialettale elegante e incisiva; Carlo Caracciolo, nei panni della star che dinanzi alle scelte di
cambiamento ricade nella periferia degli abusati meccanismi di ‘potere’, capace
Carlo di essere volgare quanto basta,
freddo, calcolatore, come sa fare un ‘consumato‘ attore; Francesca Iovine, la
madre, con il carico delle sue ambiguità, delle sue debolezze, delle sue
insoddisfazioni: una generazione di donne che non sono riuscite ad essere se
stesse, rimaste perciò periferiche’;
Dario Rea, il bodyguard in cerca di fortuna, indifferente e freddo di fronte
all’esplosione di umanità che emana da Lucia e magari dalla stessa star, capace, Dario, di trasformare la sua negativa umanità
in un racconto di vita e di scrittura, l’unico modo per mettere alle spalle la
periferia degradata della sua anima. Bravo Giovanni Del Prete, nella regia,
modulata anche nei punti più forti della vicenda, nella scrittura, netta, un
testo interessante, che va dentro i personaggi, non retorico, una materia
difficile che scorre come una canzone, neomelodica.
SENZIBBILE
testo
e regia
Giovanni Del Prete
con Carlo Caracciolo, Francesca Iovine, Teresa Raiano, Dario Rea
scene Michele Lubrano Lavadera
costumi Mariacarmen Falanga
disegno luci Carmine Pierri
musiche Tommaso Grieco
con Carlo Caracciolo, Francesca Iovine, Teresa Raiano, Dario Rea
scene Michele Lubrano Lavadera
costumi Mariacarmen Falanga
disegno luci Carmine Pierri
musiche Tommaso Grieco
direttore
di scena e macchinista Nicola Grimaudo
elettricista Carmine Pierri
fonico Diego Iacuz
sarta Annalisa Riviercio
foto di scena Marco Ghidelli
elettricista Carmine Pierri
fonico Diego Iacuz
sarta Annalisa Riviercio
foto di scena Marco Ghidelli
in
collaborazione con
Accademia di Belle Arti di Napoli Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi
Ferrigno e Cattedra di Costume per lo spettacolo – Prof.ssa Zaira de Vincentiis
produzione Teatro Stabile di
Napoli – Teatro Nazionale
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