Interiors ideazione e regia Matthew Lenton
TEATRO SANNAZARO dal 3 al 12 maggio 2019
Servizio di Giuseppe Cotarelli
Napoli - Matthew Lenton ha
fondato nel 1999 la compagnia teatrale Vanishing
Point (Glasgow ) con la quale ha realizzato lavori rappresentati in tutto
il mondo, in Europa e in sud America, in Cina come in Russia. Nel 2010
è stato il primo artista di nazionalità britannica a
dirigere ad Udine l’Ecole des
Maitres, ma il suo legame con l’Italia è consolidato anche dal suo particolare
rapporto con Napoli dove già 10 anni fa portò sul palcoscenico nell’ambito del Napoli Teatro Festival Interiors. Oggi non è lo stesso
spettacolo, lo stesso pubblico, muta l’atmosfera, non cambia il format ma
si cambia con le diverse relazioni. Nel 2012 Lenton ritornò al Napoli Teatro
Festival, ma lo spettacolo proposto non ebbe lo stesso successo, non fu una
rappresentazione cult come Interiors. Uno
spettacolo di grande successo riproposto
oggi nell’ambito della rassegna A volte
ritornano che il Teatro Sannazaro coraggiosamente propone, nata da un’idea di Giulio Baffi: “ Questo è uno spettacolo da rivedere e
rivedere ancora – ha detto Baffi in conferenza stampa - e
questo come le altre messe in scena della rassegna, non sono solo un repertorio
della memoria da tenere in considerazione, ma un modo per dare vita ad un confronto degli spettacoli con il presente e
con il proprio tempo”. Un’idea messa
in atto contrastando lo ‘sperpero’ spesso caratteristica del modus
di fare teatro, un proposta di politica teatrale che in questo caso vede Ente
Teatro Cronaca Vesuvioteatro e Tradizione e Turismo – Centro di Produzione
Teatrale uniti in uno sforzo che non è solo produttivo. “ La scelta del cast – ricorda Lara Sansone - si può paragonare ad un
masterclass, le audizioni a dei veri
work in progress “, si perché lavorare con Lenton significa entrare in un
nuovo codice teatrale e gli attori scoprono che
si possono fare cose che non si possono fare. C’è stato un bando per
partecipare ai cast e si sono avute più di 800 candidature. I personaggi
infatti si chiamano con il loro vero nome e offrono una versione di loro
stessi; gli spettatori conoscono anche gli attori ma li scoprono così come sono
in un luogo inaspettato: sulla scena;
non esiste un vero testo, ma un video che deve aiutarli a non fare paragoni; e
poi c’è Napoli: un posto come nessuno al
mondo - dice Lenton – forse per la sua relazione con il vulcano?
Ciò che si propone in scena è la vita e
la vita è come il volo di un libero
uccello, ritorna nell’inverno da dove è venuto. Ha il segno di un teatro
intimo quello di Lenton: nel silenzio – anche se rumoroso - nei profumi
e negli odori che si immaginano; la differenza dalla prima produzione
viene data dalla diversa tipologia degli attori, non c’è un video che era
presente nella prima edizione, c’è una scenografia diversa che dà spazio al nero
fuori scena. Ciò che lega le due edizioni è il pathos degli attori, la
profondità di ciò che si vuole esprimere: le persone arrivano dal nulla, dal
freddo che c’è fuori, entrano in una stanza dove cercano accoglienza è il momento dove si vuole essere amati, dove
si cercano connessioni e dialoghi. C’è
il narratore: cosa narra? Il desiderio e ciò che è. Fa da filtro fra attori e
spettatori, fra gli spettatori e una stanza dove si è cercato di non immettere
finte scenografie (anche il cibo che mangiano non è per finta, ma vero!). Il
parlare senza voce degli attori è
perché il nulla è senza suoni; gli
attori sono azioni, diversi piani
attuali; devono produrre meno immagini e più emozioni. Gli attori nelle
prove spesso non sapevano cosa accadeva,
lo scoprivano attraverso la voce del narratore perché devono essere vivi in quel momento, esprimere tutta l’inconsistenza
e l’intuizione che appartiene al nostro essere qui ed ora. Un plauso va infine a
Lenton per il gruppo di attori, davvero ben assortito e con una grande
caratteristica: la curiosità, quella
dei bambini. La
bellezza dello spettacolo risiede forse qui.
Interiors ideazione e regia Matthew Lenton
con Clara Bocchino, Giuseppe
Brunetti, Ivan Castiglione, Sergio Di Paola, Rebecca Furfaro, Lucienne Perreca,
Giorgio Pinto, Ingrid Sansone
assistente alla regia Davide Pini
Carenzi
musiche e sound design Alasdair Macrae
creazione Vanishing Point
costumi Luisa Gorgi Marchese
Spazio scenico Francesca Mercurio
produzione Tradizione e Turismo Centro di Produzione Teatrale e Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
musiche e sound design Alasdair Macrae
creazione Vanishing Point
costumi Luisa Gorgi Marchese
Spazio scenico Francesca Mercurio
produzione Tradizione e Turismo Centro di Produzione Teatrale e Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
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