LA guerra di Carlo Goldoni regia Franco Però

Teatro Mercadante 7 - 12 maggio 2019

Servizio di Rita Felerico

Napoli -  E’ il suono di una fisarmonica – quella di  Mitja Tull- ad accompagnare il testo de La Guerra,  commedia goldoniana del 1760, che mai avrebbe potuto all’epoca avvalersi di uno strumento inventato molto tempo dopo, nel1829. Ma la fisarmonica, amata particolarmente dal popolo,  con il suo timbro vibratile è parte di un patrimonio folklorico essenzialmente legato alla danza, simbolo di arcaiche espressioni di sentimenti. Scrive Gabriel Garcia Marquez in “Scritti Costieri”, opera del1948: “Non so cos’abbia di tanto comunicativo la fisarmonica che quando la sentiamo ci si stringe il cuore…., farei innalzare una statua a questo mantice nostalgico, amaramente umano, che tanto ha dell’animale triste. Nulla so di concreto della sua origine, della sua lunga traiettoria zingaresca, della sua irrevocabile vocazione di vagabondo……. ma la fisarmonica è sempre stata uno strumento proletario”. Per questo motivo ci appare naturale il suo apparire in scena, inserita ben dentro la trama realistica e cruda di una commedia che descrive il variopinto mondo dei comportamenti umani sullo sfondo di un tragico evento come la guerra. Con occhio scientifico e analitico pari a quello di  un sociologo, il nostro Goldoni rimanda all’attenzione dello spettatore - in chiave di satira- la descrizione delle azioni e dei comportamenti che nascono e si intrecciano in una situazione triste ma paradossalmente molto lucrosa, per uomini e donne incapaci di fronteggiare e superare i limiti della loro  ingordigia. In tempi di guerra appare tutto ‘giustificato e permesso’, al fine di salvare la propria pelle e garantirsi egoisticamente un futuro migliore e i più deboli soggiacciono alle prepotenze dei più furbi e forti pur di porre al ‘riparo’una qualche briciola di umanità, che lontano dall’essere tutta rose e fiori, si trascina in una continua altalena di vizi e virtu’.   L’amore – come sempre – gioca un ruolo fondamentale e  diviene ago della bilancia nei giudizi, strumento per ricucire e ritrovare umanità, anche fra contendenti. Goldoni dà risalto alle ‘virtù’ militari, in qualche modo tese a far da muro alla deriva dei valori, all’importanza di tramandare le storie familiari nel racconto degli atti e delle scelte di valore compiute dai più ‘anziani e saggi. 

La Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, insieme a molti attori ospiti, ben diretta da Franco Però esprime a pieno il senso che il regista a voluto dare al testo: “ Scegliendo La Guerra, uno dei testi meno frequentati ma più carichi di possibili raffronti  con la nostra epoca – precisa Però – abbiamo voluto mostrare le distanze, è chiaro, ma anche le fortissime assonanze con la nostra attualità, come il rapporto denaro / arricchimento / guerra, oppure l’irresponsabilità fanatica in situazioni di combattimento, lette  in dimensioni a-temporali, che rendono i personaggi abitanti di ogni presente”. Una bella prova attoriale e di regia, arricchita da una sceneggiatura di effetto, con luci ben calibrate a disegnare, che trasporta in un tempo lontano, di teli, casse, sacchi, lumi che descrivono e formano una atmosfera di guerra, ma non solo quella che può scoppiare fuori di noi, ma piuttosto quella che esiste in noi, nella nostra memoria e nel nostro inconscio. 

Le intenzioni del Goldoni  sono riassunte nella battuta finale, pronunciata da Donna Florida: “L'autore di questa commedia si è scordato una piccola cosa. Si è scordato di dire di qual nazione fossero i combattenti e il nome della piazza battuta. Noi commedianti non possiamo dirlo, senza suo ordine; ma dirò bensì, che poco più, poco meno, tutte le nazioni d'Europa guerreggiano ad una maniera, e sono tutte forti, valorose, intrepide e gloriose; ed auguriamo a tutti la pace, siccome a voi, umanissimi spettatori, preghiamo dal cielo la continuazione di quella tranquillità, che è frutto di sapere, di prudenza e di perfetta moderazione. D'altra parte, il commediografo stesso commenta nella prefazione per l'edizione a stampa: il fine è lietissimo, poiché viene coronato dalla santa pace”.
LA GUERRA di Carlo Goldoni
regia Franco Però
con gli attori della Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos
e con Giulio Cancelli, Adriano Giraldi, Davide Rossi (attori ospiti)
e la partecipazione di Mauro Malinverno
fisarmonicista Mitja Tull
scene e costumi Andrea Viotti
luci Alessandro Macorigh
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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