IN SCENA CON IL DIRETTORE - Mariano Rigillo sul palco de La brocca rotta insieme ai suoi ex allievi
Servizio di Rita Felerico
Napoli - Di
recente al Mercadante è andata in scena La
brocca rotta; i tre attori più giovani Umberto
Salvato, Fortuna Liguori e Francesco Scolaro sono stati fra i primi ad essersi diplomati presso la Scuola
del Teatro Stabile napoletano della quale è Direttore Mariano Rigillo. Abbiamo raccolto
le loro sensazioni, i loro pareri sul
rapporto fra percorso formativo, esperienza attoriale e in particolare su
quest’ultimo confronto con il Maestro.
Sul palco del Mercadante insieme a
Mariano Rigillo, Direttore della Scuola del Teatro Stabile di Napoli, la vostra
Scuola. Mariano (tranne la breve parentesi con Luca De Filippo)
vi ha accompagnato al Diploma per tutto il triennio; prima volta per
Mariano, per lo Stabile e per voi. Con quale aggettivo definireste l'esperienza formativa? E questa esperienza attoriale? vi ha sorpreso?
l'aspettavate?
Umberto Definirei la formazione
un’esperienza di vita che mi ha cambiato e trasformato. Se dovessi definire il
percorso formativo con un aggettivo lo definirei “estremo” (o totale). Invece,
questa esperienza attoriale è stata davvero sorprendente, oltre che
divertentissima. Una bella occasione, soprattutto inaspettata. Anche se un po'
io ci speravo.
Fortuna Illuminante. Vedere un attore come
Mariano costruire giorno per giorno un personaggio è una continua scoperta. Mi
ha sorpreso sì, ma solo in parte dato che conoscevo Mariano (sia come attore
che come direttore della Scuola) già prima di iniziare La brocca rotta e sapevo che mi sarei confrontata con un grande
attore.
Francesco Per quanto mi riguarda
l'accademia è una fase importantissima nella vita di un attore, oltre ovviamente
alla crescita artistica c’è anche una crescita ed un’evoluzione
umana considerevole. Ovviamente si condivide tutto, dalle situazioni quotidiane,
allo studio, ai malumori e ai momenti allegri. Tutto questo in tre anni ti
cambia profondamente ma ti prepara al lavoro vero, alla vita vera. Ogni
esperienza lavorativa ti dà maggiore dimestichezza sulla scena; nel caso de La brocca rotta bisognava confrontarsi
con attori di esperienza e con un maestro come Mariano Rigillo, va da sé che ne
esci arricchito.
Il più importante insegnamento che
ne avete tratto. Avete scoperto qualcosa che altrimenti non avreste potuto
conoscere? Cosa ammirante di più in Mariano.
Umberto Ho imparato la necessità di
affiancare sempre lo studio alla passione, la cultura al talento; ho constatato
poi che l'intelligenza è la chiave che apre le porte di una messinscena. Ho
cercato di pormi sempre in ascolto, rendermi disponibile alle sollecitazioni
della scena. Ho incontrato un gruppo di lavoro fantastico, una compagnia nella
quale ho trovato persone che ora porto nel cuore. Ammiro di Mariano la ricca
esperienza attoriale, un interprete inarrivabile e, soprattutto, un maestro, è
una persona di rara generosità.
Fortuna Un attore che pensa è un attore che
fa pensare. Ricordo in particolare una battuta dello spettacolo che Mariano
diceva in modo diverso ogni sera pur ripetendo lo stesso testo. 30 giorni di
prove e 10 repliche: 40 modi diversi di dire una battuta. In Mariano ammiro la
concretezza e la straordinaria capacità di entrare in empatia con il proprio
personaggio e con il pubblico.
Francesco Io avevo un ruolo
centrale nella storia, diciamo che mi ha messo nelle condizioni di non dare
nulla per scontato sulla scena e di imparare a gestire bene la tensione di un
ruolo vero e proprio. Il giorno della prima scesi in camerino da Mariano per
smorzare la tensione, mi disse: “ Francesco non è cambiato nulla dalla
generale, divertiti, il nostro è pur sempre un gioco”, ecco oltre agli evidenti
meriti attoriali questa giovialità d’animo è una cosa che ammiro molto in lui.
Non c'è stato il tempo. Cosa avreste
voluto chiedere o dire a Mariano ?
Umberto Grazie di tutto e per tutto, lui sa
perché.
Fortuna Non pensavo che alla tua età si
potesse continuare a provare anche durante le pause e saltare il pranzo tutti i
giorni.
Francesco L’ho ringraziato dei
consigli che mi ha dato il giorno dell’ultima replica. Probabilmente avrei
avuto la curiosità di conoscere aneddoti della sua carriera ma va bene così.
In poche battute come descrivereste
la "scena del teatro a Napoli” . C'è abbastanza spazio per i giovani
talenti? Andreste via da questa città, dall'Italia? e se si perché?
Umberto Definirei la scena teatrale napoletana
con un solo aggettivo...”resiliente”.
Non so se ci
sia abbastanza spazio per i giovani, ma di certo il teatro che ci ha partorito
per il momento ci ha dato delle possibilità per vivere il palcoscenico subito
dopo la scuola. Io potrei vivere lontano da questa città ma non voglio, per il
momento. È questo il punto. Adoro il fatto che il nostro lavoro ci possa dare
la possibilità di conoscere altre realtà, in Italia o all’estero, ma sento la
necessità di tornare.
Fortuna Se penso al teatro napoletano la
prima parola che mi viene in mente è "fermento".
C'è fermento negli spazi off, nelle compagnie indipendenti e, sì, anche al
teatro Stabile e in altri contesti "ufficiali". Il problema è che
questo fermento culturale e creativo il più delle volte non viene incentivato
da iniziative economiche e pubblicitarie appropriate, quindi finisce che le
idee sono tantissime, ma le risorse per realizzarle quasi inesistenti. Il
discorso sui giovani talenti è lungo e complesso. Non credo che Napoli sia più
proibitiva di altre città di Italia per i giovani che vogliono fare questo
mestiere. Ma questa rimane solo una mia sensazione, non ho mai lavorato fuori
dalla Campania. Andrei via da Napoli se mi scritturassero in un'altra città o
per una tournée o per qualsiasi motivo abbia a che fare con il teatro. Non
andrei via dall'Italia, sono troppo legata alla mia lingua, non voglio essere
costretta a parlarne un'altra.
Francesco Dal diploma ad oggi la scena
del teatro a Napoli mi ha offerto molto, prima di tutto grazie a Luca De Fusco
che, ancora caldo d’accademia, mi ha preso per la doppia tournèe di “Salomè” e di “Sei Personaggi in cerca d’autore”, facendomi debuttare in alcuni
dei Teatri più importanti d’Italia e d'Europa e mettendomi nella condizione di
condividere la scena con dei grandissimi professionisti , con Eros Pagni altro
gigante indiscusso, fino ad arrivare, grazie a Giuseppe Di Pasquale, alla
grande esperienza de La brocca rotta.
La scena napoletana, dotata di un forte
fermento artistico, è chiaramente più ampia di una sola realtà e di due soli
registi, nonostante tutto se non dovessi trovare spazio in futuro non avrei
problemi a lasciare questa città, e perché no anche questo Paese.
Possedete per un giorno l' ambita
bacchetta magica e potete usarla per realizzare un solo desiderio di
cambiamento, uno per voi, uno per il teatro. Quale?
Umberto Se avessi una bacchetta magica avrei
tanti desideri da esprimere, ma se proprio dovessi sceglierne uno per me
sceglierei di vivere tutto con meno struggimento e che arrivasse la grande
occasione. Invece per il teatro vorrei che si costruissero più occasioni per i
giovani, che si creasse un sistema tale da non disperdere la vivacità creativa
di tanti talenti.
Fortuna Per me vorrei: essere conosciuta,
riconosciuta e ricordata. Per il teatro: lo stesso.
Francesco Non desidero cambiare
molte cose della mia persona,sui miei difetti lavoro ogni giorno arrotondandone
gli spigoli, anche se non sempre è facile. Per il Teatro tutto e niente,
finirei per dire delle ovvietà.
Progetti futuri
Umberto Tanti progetti futuri, con 5 ex
allievi dell'accademia ho fondato una compagnia che si chiama PutécaCelidònia, con la quale ci stiamo
impegnando tanto sul piano artistico e sociale. È tutto così bello, difficile
ma allo stesso tempo eccitante, tanto che mi sembra di aver costruito una casa.
Sono scaramantico, posso dire solo che bollono tante cose in pentola.
Fortuna Sono in attesa di risposte da vari
provini sostenuti, ma per ora niente di sicuro. Nel frattempo continuo a
studiare e formarmi.
Francesco
AI
momento sto lavorando ad un altro progetto con il Teatro Stabile, La Tempesta per la Regia di Luca De Fusco
che debutterà al Teatro Grande di Pompei il 20 Giugno.
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