“LUCIA DI LAMMERMOOR” musiche di Gaetano Donizetti libretto di Salvatore Cammarano – Direzione d’orchestra Stefano Ranzani –Regia di Gianni Amelio

Al Teatro San Carlo di Napoli dal 22 al 30 marzo 2017


Servizio di Pino Cotarelli

 
Napoli – “Lucia di Lammermoor”, che Salvatore Cammarano trasse dal celebre romanzo “The Bride of Lammermoor”, scritto da Sir Walter Scott nel 1819, torna al teatro San Carlo dove è di casa; infatti, dopo la prima del 26 settembre 1835 e le diverse rappresentazioni che si sono susseguite, fra le quali ricordiamo quella del 1956 dell'indimenticabile Maria Callas -ricorrono i quarant’anni dalla sua morte-, è la volta del noto regista cinematografico Gianni Amelio, con una messa in scena che, seppure rispettosa del rigore quasi statico del dramma, è risultata caratterizzata da un giusto equilibrio fra partitura e libretto, ripetutamente ricercata da Gaetano Donizetti attraverso gli adattamenti del libretto originale di Salvatore Cammarano nel tentativo, riuscito, di addolcire e sottolineare i toni forti della tragedia con le particolari modulazioni musicali della partitura. Si è tornati anche all'uso della “glassarmonica”, strumento sostituito per anni dal flauto, suonata da Sascha Reckert e Philipp Marguerr, che ha restituito l'effetto originale del duetto strumento/voce nella scena della pazzia di Lucia, nell'idea originale di Donizetti. La tipica cupa ambientazione scenica di Nicola Rubertelli, ha contribuito ad esaltare i caratteri estetici ed i sontuosi costumi storici di Maurizio Millenotti, restituendo le atmosfere dell'epoca.
 
Nel cast del 30 marzo scorso, una acclamatissima prestazione del bravissimo soprano Maria Grazia Schiano, dalle doti già note ed apprezzate, che ha fatto gustare con la sua delicata voce: virtuosismi, vocalità sillabiche,  spianate e gorgheggi, sottolineando il candore e la dolcezza di un personaggio quello di Lucia, che vive il suo amore con quella fragilità che le procura poi la pazzia; una interpretazione sia nel recitato che nel cantato sottolineata da lunghissimi applausi ed ovazioni del pubblico. Una conferma delle ottime doti di baritono anche per Claudio Sgura nel ruolo di Enrico, perfido fratello di Lucia. Il ruolo di Edgardo, pretendente di Lucia e nemico del fratello Enrico, è stato ben rappresentato da Alessandro Scotto Di Luzio che ha fatto apprezzare la sua buona sfumatura di tenore, particolarmente nella scena finale in cui è stato a lungo acclamato. Coro e cast quindi all'altezza del compito, per un'opera che seppur seguita ed attesa, non rientra in quelle di maggiore notorietà. Un conduzione orchestrale di competenza e bravura quella di Stefano Ranzani che ha ben diretto l'orchestra, il coro e gli artisti. Una storia semplice e tragica nello stesso tempo, che porta alla morte i due protagonisti Lucia, dopo il dolore della pazzia ed Edgardo per il loro grande amore contrastato dal fratello di Lucia, Enrico, ambientata nella Scozia nel XVI° secolo.
 
Lord Enrico Ashton: Claudio Sgura
Lucia: Maria Grazia Schiano
Sir edgardo di Ravensowood: Alessandro Scotto Di Luzio

Lord Arturo Bucklaw: Giuseppe Tommaso
Raimondo Bidenbend: Dario Russo
Alisa: Tonia Langella
Normanno: Lorenzo Izzo
Donne: Valentina Vitale, Natalia Mele, Valentina Allevi, Adriana Pappalardo, Annalisa Casillo
Uomini: Fabio Gison, Marco Soizzica, Marcello Pepe, Massimo sorrentino, Giuseppe Ciccarelli
Glass Harmonica: Philipp Marguerre, Sacha Reckert
Direttore: Stefano Ranzani
Maestro del Coro: Marco Faelli
Regia: Giannni Amelio
Scene: Nicola Rubertelli
Luci: Pasquale Mari
Costumi: Maurizio Millenotti

 

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