Olimpiadi del 1936” - di Federico Buffa, Emilio Russo, Paolo Frusca, Jvan Sica - Regia di Emilio Russo e Catrina Spadaro con Federico Buffa
Al Teatro San Carlo di
Napoli per il Napoli Teatro Festival Italia
il 20 e il 23 giugno
Servizio
di
Francesco Gaudiosi
Napoli- Il giornalista
sportivo Federico Buffa, conosciuto ai più come reporter e telecronista
sportivo per Sky, esordisce a teatro con “Le olimpiadi del 1936”, scritto da
lui in collaborazione con Emilio Russo- che cura anche la regia dello spettacolo
insieme a Caterina Spadaro- Paolo Frusca e Jvan Sica. Le
olimpiadi del 1936 è uno spettacolo che parla di sport e di
storia riunendole in un filo narrativo a metà tra la rievocazione e il sogno
nel quale Federico Buffa, che interpreta la parte di Wolgang Fürstner, il
capitano della Wehrmacht incaricato di dirigere il villaggio olimpico, ricorda
gli eventi salienti di quelle Olimpiadi che riuscirono a segnare con il
linguaggio sportivo la storia mondiale.
Le Olimpiadi di Berlino
dovevano infatti significare l’apoteosi della razza ariana, in quanto indette
da Hitler e Goebbels, consacrando il Terzo Reich a dominus centrale sul
panorama mondiale. Ma il paradosso storico fu proprio quello che il primo
giorno di gara due atleti neri, Cornelius Jonshon e Dave Albritton salirono sul
podio del salto in alto e che l’atleta americano Jesse Owens (anch’egli nero)
riuscì al termine delle Olimpiadi a portare a casa ben
quattro medaglie di cui due ori olimpici. Tutto ciò- incluso l’evidente
disappunto di Hitler di fronte a tali successi americani- fu magistralmente
documentato in diretta dalle immagini di Leni Riefensthal. Buffa racconta anche
la coraggiosa storia dell’atleta coreano Sohn Kee-chung, che fu costretto a
indossare la divisa Giapponese nonostante rivendicasse di continuo la sua
nazionalità coreana, paese allora brutalmente invaso dal Giappone. La storia di questi atleti scorre nella narrazione di Federico Buffa, che racconta con un linguaggio semplice, talvolta anche tragicomico, le vicende di quelle insolite Olimpiadi di Berlino del ’36. In scena con Buffa il pianoforte di Alessandro Nidi, la fisarmonica di Nadio Marenco e la voce di Cecilia Gragnani accompagnano una narrazione sospesa tra sogno e realtà, con un Buffa che a volte si interrompe quasi come volesse lasciare allo spettatore il tempo di meditare sulla storia raccontata.
Buffa non si risparmia per
due ore di spettacolo lasciando numerosi spunti di riflessione allo spettatore.
Si parla del valore dello sport e della rilevanza storica di uomini che come
Owens fecero non solo la storia dello sport ma risultarono celebri anche per la
cocente questione della discriminazione razziale. Lo sport diventa così
linguaggio universale che parla senza considerare le razze, il genere, la
nazionalità. E lo spettacolo arriva allo spettatore grazie anche alla
semplicità della narrazione di Buffa, che si scopre validissimo interprete di
una drammaturgia sicuramente complessa da eseguire.
Il pubblico, nonostante la
tarda ora di inizio dello spettacolo (ore 23) affluisce numeroso e regala
convinti applausi a un narratore che è riuscito ad emozionare con una storia
semplice ma sincera.
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