“BATTUAGE” SCRITTO E DIRETTO DA JOELE ANASTASI
Al Teatro Galleria Toledo di Napoli il 10 ed
11 gennaio
servizio di Andrea Fiorillo
Napoli - Il Focus sulla
compagnia siciliana, Vucciria Teatro, della Galleria Toledo, dopo la
messinscena in data unica di Io mai niente con nessuno avevo fatto,
continua nelle serata di sabato e domenica, 10 ed 11 gennaio, con lo spettacolo
Battuage, ritrovando lo stesso giovane regista Joele Anastasi, impegnato
anche qui nella scrittura e nel ruolo del protagonista, e i bravissimi attori
Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano ai quali si èaggiunto
Simone Leonardi.
Entrando in sala, siamo
accolti da una serie di orinatoi, sudici e illuminati da alcune luci a neon,
con un rumore di acqua che sembra una sorta di musica della morte, una litania
che ci introduce in una delle tante strade della capitale divenute supermercati
dei piaceri a pagamento, palcoscenico per quattro vite sbandate, uomini e
donne, giovani e meno giovani in attesa dei clienti.
In questo luogo
peccaminoso ritroviamo Salvatore, un ragazzo siciliano, che ha lasciato la sua
terra per la ricerca di un posto nel mondo, a cui «piace
piacere», una trans incattivita dalla strada, un ragazzo che vuole
provare nuove esperienze, un travestito, una prostituta sfruttata dal suo
protettore e una coppia borghese.
Tutto gira intorno al
sesso, quello cercato, voluto, desiderato, quello che anima i corpi ed uccide
le anime, che sa dare il piacere del momento, ma che riesce anche ad umiliare,
ad annichilire: questo il leitmotiv di uno spettacolo che èuno
spaccato sulla realtà, e non solo quella emarginata, derisa, maltrattata, ma anche
quella che dovrebbe parlare agli altri di “normalità”, di
quotidianità, ma che agita i luoghi piùscuri dell’anima,
di qualsiasi anima.
Gli attori in scena,
tutti all’altezza del difficile compito assegnato da Anastasi, vivono
sulla loro carne l’emotivitàespressa e raccontata, perché, come succede sempre
nel teatro della compagnia Vucciria, il corpo si fa materia da plasmare, luogo
e tabernacolo della verità, senza il quale qualsiasi parola sembrerebbe inutile e falsa.
Attori che interpretano piùdi un ruolo, che si cambiano in scena, contestualmente all’avvicendarsi
di altri personaggi sul palcoscenico, e dall’oscuritàdei
vespasiani alcuni specchi ci mostrano il cambiamento, la maschera, in penombra,
perchétutto resta mai pienamente dichiarato.
Alla compagnia giàaffiatata
grazie al lavoro precedente si affianca la prova incisiva, di Simone Leonardi,
protagonista insieme ad Enrico Sortino del momento piùtoccante
e forse piùalto della scrittura e della messinscena di Anastasi: un duetto
lirico in proscenio, una coreografia di voce e corpo straziante, fatta di note
che parlano di sofferenza, di accettazione di un nichilismo combattuto, ma mai
veramente fino in fondo.
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