D’ESTATE CON LA BARCA di Giuseppe Patroni Griffi – regia di Luca De Fusco
Al
Ridotto del Mercadante dal 3 al 13 novembre
servizio di Andrea Fiorillo
A
prosecuzione del progetto di “teatro e letteratura” dello Stabile di Napoli,
partito nel 2013 con Il mare non bagna
Napoli di Anna Maria Ortese e proseguito nel 2014 con L’armonia perduta di Raffaele La Capria, anche quest'anno, nella
cornice del Ridotto, il Mercadante dedica un nuovo ciclo ad uno scrittore del
novecento napoletano, Giuseppe Patroni Griffi. STORIE NATURALI E STRAFOTTENTI, rassegna di cinque spettacoli
tratti dalle opere letterarie dello scrittore e drammaturgo napoletano, si è
aperta lunedì3 novembre con D’estate con la barca, regia di Luca De
Fusco, con protagonista Gaia Aprea, ed in scena fino al 13 di questo mese.
Tratto da un racconto apparso per la prima volta sulla rivista Nuovi Argomenti
e pubblicato nel 1955 dall’editore Vallecchi , è la storia di una gita in barca
a Napoli di due coppie di 7ragazzi, un pretesto per fuggire dalla quotidianità
e lasciarsi trasportare dall’erotismo che l’estate porta con se. Una
leggerezza che pervade la scena, semplice, essenziale, di Luigi Ferrigno, nella
quale la brava Aprea “mette carne” alla scrittura di Patroni Griffi: un testo
al quale niente altro andrebbe aggiunto, perché pieno di una parola che basta a
se stessa, capace di portarti al mare, su quella barca, che è anche in scena,
ma che potrebbe anche non esserci perché è nella poeticità, nei silenzi, nei
respiri della scrittura. Un
ritmo lento che segue la passione di questa “doppia coppia”, vissuta e
raccontata con parole che enunciano i grandi romanzi dello scrittore
napoletano, dove si riconosce l’erotismo che poi sarà anche in Rosalinda
Sprint, e che nella stessa misura, da mistero si trasforma in rischio di
perdizione. In questa idilliaca tensione di sensi, si presenta beffarda la
morte che chiede il conto, annullando la bellezza proiettata su un pavimento
verticale che determina una prospettiva lontana, quella del ricordo, e
lasciando solo un volto capovolto, così come capovolto diventa il finale
sperato.
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