“UOMO E GALANTUOMO” DI EDUARDO DE FILIPPO - REGIA DI ALESSANDRO D’ALATRI

Con Gianfelice Imparato e Giovanni Esposito

Al teatro Cilea di Napoli  dal 29 gennaio al 1 febbraio

Servizio di Francesco Gaudiosi

 
Napoli - Uomo e Galantuomo è un’opera senza tempo, una di quelle drammaturgie di respiro partenopeo che possono essere considerate come evergreen. Scritta nel 1922 per il fratellastro Vincenzo Scarpetta e ufficialmente rappresentata dalla compagnia di Eduardo nel 1933, Uomo e Galantuomo è una commedia che ha fatto la storia dei De Filippo, raccontando le vicende di una scalcagnata compagnia di attori che è alle prese con le prove di Malanova di Libero Bovio nella località balenare di Bagnoli. La forza del testo sta proprio nel presentarsi con una trama sostanzialmente lineare e asciutta per poi intricarsi mediante una serie di equivoci, incomprensioni amorose, tradimenti e tante altre gag in cui risulta direttamente coinvolta anche la compagnia di Gennaro de Sia, capocomico della disastrata compagnia teatrale “L’eclettica”.
Il testo presenta colori tipici della farsa scarpettiana, non a caso l’opera è inserita all’interno della Cantata dei giorni pari, all’interno della quale sono racchiuse tutte le opere facenti parte del periodo più giovanile di Eduardo, e di conseguenza più spensierato e divertente. Ma al contempo è interessante notare come Uomo e Galatuomo, ufficialmente etichettata come farsa, presenti echi alla pazzia ed alla falsità delle relazioni umane, tematiche che verranno poi drammatizzate in maniera più cruda e consapevole nei successivi lavori di Eduardo.

La messa in scena firmata da D’Alatri restituisce una fedele rappresentazione dell’opera eduardiana, cosa più unica che rara, data l’attitudine di alcuni registi contemporanei a sfoltire parti delle opere eduardiane considerate calanti o con perdite di ritmo. Il risultato che ne scaturisce in questo caso è soddisfacente, alternando momenti di brillante esuberanza propria delle farse napoletane, ad altre fasi sceniche che risultano essere più impegnative, ma allo stesso tempo necessarie per la comprensione dell’intera vicenda.
Apprezzate le interpretazioni di tutti gli attori, che si allontanano dagli inarrivabili tempi eduardiani e creano personaggi con caratterizzazioni convincenti e credibili. Particolarmente efficace il duo Imparato-Esposito, che riesce a costruire tempi comici e macchiette teatrali con ottime geometrie, grazie alla naturalezza del personaggio di Gianfelice Imparato (nel ruolo di Gennaro de Sia) che si fonde perfettamente con la netta marcatura caratteristica e prorompente del personaggio di Attilio, interpretato da Giovanni Esposito. Sulla scena, oltre al duo Imparato-Esposito, contribuiscono a rendere divertente e funzionale la messa in scena Valerio Santoro, Antonia Truppo, Alessandra Borgia, Lia Zinno, Gennaro di Biase, Roberta Misticone, Giancarlo Cosentino e Fabrizio la Marca.

Dice d’Alatri: “E’ con questo rispetto che mi sono avvicinato alla regia di Uomo e galantuomo. Un testo giovanile classificato spesso come farsa. Una definizione che ho sempre sentito stretta. Infatti, seppure caratterizzata da una ricca serie di battute ed episodi irresistibilmente comici, nella commedia emergono una gran quantità di contraddizioni tra l’apparire e l’essere della borghesia contro il dramma proletario di chi ogni giorno affronta la sopravvivenza. Falso perbenismo contro tragedia. Onore da salvare contro fame. E in tutto questo dov’è l’uomo e dove il galantuomo?”
Belle le scene di Aldo Buti, mai piene di orpelli ma allo stesso tempo suggestive, così come i costumi di Valentina Fucci.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Cilea di Napoli fino al primo febbraio.

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