LE TRE VERITA' DI CESIRA di Manlio Santanelli regia Antonello De Rosa
Al Piccolo Bellini, 25 novembre - 7 dicembre 2014
Madre
natura, la madre di tutte le madri, impegnata com’è a pensare alla ruota del
pavone, al corno del rinoceronte e via dicendo, può anche avere qualche
‘passaggio a vuoto’, come si usa dire nel linguaggio tennistico. Chi è senza
distrazioni scagli la prima accusa. E così Cesira, popolana discendente da una
famiglia di “acquaiuoli”, ossia gestori di chioschi in cui si vendono dalle
acque ‘sine nobilitate’ alle bibite più fornite di blasoni liquidi, nell’età
dello sviluppo è costretta ad assistere inerme alla crescita, a spese del suo
labbro superiore, di un paio di baffi
setolosi e inestricabili come una foresta subtropicale. Per il vello che a
volte deturpa le più belle gambe femminili c’è pronta la ceretta. Per il
boschetto sotto le ascelle si può sempre ricorrere al provvidenziale aiuto di
un rasoio. Lo stesso vale anche per i baffi, dirà più d’uno.
Ma
Cesira non vuole dissipare il suo prezioso tempo ogni mattina. E poi, nella
fattispecie il rasoio dovrebbe ritirarsi in buon ordine, par far posto ad un
più funzionale falcetto, di quelli in dotazione ai giardinieri. La donna,
inoltre, non è fatta della stessa pasta di quelle che non accettano il naso
adunco o il mento a lampada di Aladino, e si spericolano in operazioni di
plastica facciale (che, detto fra noi, a volte rende le sue vittime meno avvenenti
di prima).
E
dunque tutti a bere dalla donna con i baffi aranciate, limonate, chinotti,
acque sulfuree, gassose e il ben noto Diego Armando Maradona, un miscuglio di
ingredienti molto poco esotici se si eccettuano i detriti di un’arachide a
conclusione del manufatto! Finché un bel giorno compare un signore con uno
strano aggeggio, molto simile alle più competitive telecamere, e con flemma da
professionista lo sistema su un tre piedi e lo punta sull’acquaiola.
Sollecitata
nella sua vanità di esemplare unico e irripetibile, Cesira svelerà non una ma
ben tre verità (tre per quanti sono i canali della TV di Stato), verità delle
quali sarei pronto a mettervi a parte se
non fossi a conoscenza di quella buona norma che suggerisce di non spifferare
ai quattro venti lo sviluppo e la conclusione di un giallo (anche se in questa
sede si tratta piuttosto di un verde, o un rosso amaranto, o un nero fumo di
Londra, o come più vi aggrada).
Note di Regia
Sulla scena compare Cesira,
ombra leggera e incerta sulla linea sottile che divide il femminile dal
maschile.
Cesira, venditrice di
limonate dei quartieri spagnoli di Napoli...
Cesira che racconta a un
supposto cameraman del telegiornale tre curiose verità sui suoi baffi.
Tre diverse versioni per
giustificare un paio di baffi su un " corpo di donna femminile",
tipico esempio della condizione esistenziale della donna del sottoproletariato
napoletano, e non solo.
Una comicità che apre amari
squarci sulla verità: la verità sulla condizione esistenziale della
protagonista, sulla condizione sociale, la verità dell’ambiguità del linguaggio
e della comunicazione.
La scena lentamente si
riempie di voci, suoni, immagini, e Cesira risponde, parla, ride, grida, insulta, si
agita, sempre oscillante tra il riso e il pianto, tra il comico e il tragico.
"Ho voluto una messinscena semplice, scarna, tutta centrata sul corpo/attore, e un sapiente gioco di luce aiuta a creare uno spazio ideale dove possono prendere corpo le fantasie e il suo racconto, dove anche il reale e’ destinato a sfumare nel sogno e la verità nella finzione". afferma Antonello De Rosa
scene Tonino Di Ronza
costumi Giusi Giustino
disegno luci Salvatore Palladino
Orario spettacoli: feriali ore 21.15, domenica ore 18:00
Biglietti: Intero 15.00 euro - ridotto 10 euro (Under 29 - Cral - Over 65)
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