Eduardo De Filippo: bilancio del trentennale e nuovi progetti

Nella ricorrenza dei trent’anni dalla scomparsa è stata annunciata anche la nascita della Scuola d’Arte Drammatica del Teatro Stabile di Napoli
Servizio di Francesco Gaudiosi
Napoli- Si è tenuta sabato 1° novembre, presso il palazzo San Giacomo, la conferenza “Eduardo De Filippo: bilancio del trentennale e nuovi progetti”, una riflessione sulle attività svoltesi ed ancora da svolgere in occasione del trentennale dalla morte del Maestro. Tra le personalità presenti, Luca De Filippo, il direttore del Teatro Stabile di Napoli Luca De Fusco, l’assessore alla cultura Nino Daniele ed il sindaco di Napoli, De Magistris. Numerose sono state le iniziative che per circa un anno fino a questa data si sono svolte per tenere viva la memoria di Eduardo tra spettacoli, conferenze e dibattiti sul più importante drammaturgo partenopeo e forse anche italiano, insieme con Pirandello, del ‘900. Le attività di quest’anno hanno per l’appunto fatto leva sull’opportunità data dal trentennale della scomparsa, per inserire Eduardo nelle manifestazioni del Forum Internazionale delle Culture. Con l’intento, proprio, di dare al drammaturgo napoletano ed alle sue opere un respiro internazionale, nel quale i suoi lavori avessero la possibilità di mettersi a confronto anche con quelli di altri celebri drammaturghi mondiali. Eduardo deve appartenere sempre più al popolo e avere finalmente quel respiro di internazionalità che per troppo tempo è stato precluso ad un autore considerato come una realtà partenopea a sé stante, e purtroppo ancora totalmente sconosciuto tra i banchi di scuola. Un progetto che meriterebbe di essere approfondito quest’ultimo, essendo state tenute molte di queste conferenze  in atenei prestigiosi, seguite da studenti molto interessati a conoscere Eduardo. Tra le nuove iniziative è interessante sottolineare quella che prevede l’inaugurazione, entro l’anno prossimo, della Scuola d’Arte Drammatica del Teatro Stabile di Napoli, con sede al teatro San Ferdinando e sotto la direzione quinquennale di Luca De Filippo. Importante inoltre ribadire l’unicità che rivestirà questa scuola nel campo di formazione artistica dei nuovi attori, essendo questa l’unica accademia che negli obiettivi didattici affianca l’insegnamento della lingua italiana a quello della lingua napoletana. Un’opportunità quindi per tanti giovani attori di rimanere e di formarsi a Napoli, evitando così di mettere in praticaquanto detto dallo stesso Eduardo, che alla fine della sua vita esortò i giovani a fuggire da questa città. Creando, inoltre, la possibilità di un rilancio, ma che deve necessariamente avere la sua attuazione nella concreta realtà teatrale napoletana dove, come si è visto in questa stagione, molte direzioni artistiche prediligono ancora il commerciale al teatro di sperimentazione o di matrice giovanile. La necessità di ricordare Eduardo è evidente, ma il ricordo non basta. Bisogna portare adun livello concreto le sue idee; la sua necessità di vedere l’entusiasmo dei giovani sul palcoscenico deve e può rivivere, nonostante i tanti problemi del teatro napoletano e di quello nazionale, nonostante l’ignoranza di falsi dotti  che si ostinano a chiamare Edoardo il Maestro,di direzioni artistiche che puntano sempre e comunque sul grande nome piuttosto che incoraggiare e sostenere il giovane attore emergente. Anche se Eduardo, nonostante fosse figlio d’arte, si è costruito da solo il successo internazionale: non è stato certo suo padre o la raccomandazione di qualche direttore artistico a rendere celebri ben cinquantacinque commedie (tradotte in novantaquattro lingue) delle quali è stato autore e interprete.
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