Eduardo colpisce ancora nel trentennale della scomparsa

Successo al San Ferdinando di “Le voci di dentro” con Servillo regista e interprete. Campione d’ascolti con la messa in onda Rai diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino. L’evento al Senato della Repubblica con Luca e Luigi

Servizio di Anita Curci
Napoli – Eduardo colpisce ancora con la sua drammaturgia dall’alto valore sociale e umano. Attuale come non mai, sempre al centro di nuovi dibattiti e allestimenti.
Toni Servillo dirige “Le voci di dentro” il capolavoro assoluto che Eduardo scrisse nel 1948 e attraverso il quale ha lasciato un messaggio indelebile sui sentimenti dell’uomo agli albori della nuova era portata dalla sete di rinascita del dopoguerra.
Inquietudini, meschinità, nevrosi, abbrutimento totale dell’essere umano di fronte agli altri, di fronte alla propria famiglia. Cinismo, egoismo. Rancore.
Questo è ciò che fa venire fuori Alberto Saporito dalle viscere dei vicini di casa, i Cimmaruta. Gente all’apparenza tranquilla. Perbene.
Ma basta il sogno di donn’Alberto a far annegare ognuno nelle paure, nelle contraddizioni della propria interiorità. Quell’atmosfera tra sogno e realtà, illusione e certezza, genererà disagio, apprensione. Dramma. Persino desiderio di uccidere.
Così, alla fine, la famiglia Cimmaruta penserà di risolvere la vicenda del presunto assassinio sognato da Alberto Saporito. Una gita in campagna. Ecco il pretesto per ammazzare l’uomo che ha scatenato la bufera nella loro casa.
Un’opera complessa, delicata.
E nonostante le impervie di un copione difficile, in una scenografia asciutta, la commedia, ovunque sia stata proposta dalla Compagnia di Servillo, ha mietuto successi. Perciò, dopo un anno, è ritornata al San Ferdinando, dove resterà in scena fino al 9 novembre, per poi volare a Milano al Piccolo Teatro Strehler dall'11 novembre al 7 dicembre.
Sotto la direzione di Toni Servillo - che veste anche i panni di Alberto Saporito - Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello Romolo, Peppe Servillo, Gigio Morra, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Antonello Cossia, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino.
Con le scene di Lino Fiorito, i costumi di Ortensia De Francesco. Le luci di Cesare Accetta, il suono di Daghi Rondanini.
“Il mio cuore anche dopo la morte, continuerà a battere” recitava Eduardo. E così è stato. Perché ha continuato a battere nelle sue opere, ma anche in coloro che hanno continuato a riproporre il suo messaggio, la sua arte.
Continua a battere in Servillo, e anche nel premio Oscar Paolo Sorrentino che per la messa in onda di Rai 1 ha curato la regia televisiva di “Le voci di dentro” ripreso in diretta al San Ferdinando domenica 2 novembre alle 16,45 e che ha registrato 1.731.000 spettatori, mentre la trasmissione calcistica “Quelli che il calcio” ne ha totalizzato 1.112.000.
A ricordare il trentennale della scomparsa di Eduardo anche il Senato con l’incontro del 31 ottobre, "Cantata delle parole chiare", voluto dal Presidente Pietro Grasso che ha aperto la seduta con il suo ricordo commosso insieme a Luca De Filippo e a Luigi che si sono abbracciati in simbolo di unione, quella che non ci fu mai tra i genitori.
Tanti gli aneddoti raccontati e le profonde emozioni per una mattinata durata due ore e trasmessa in diretta in Mondovisione da Rai5, condotta da Antonio Audino.
A ricordare Eduardo sono amici, ammiratori, attori che hanno condiviso con lui avventure sul palcoscenico. E sono tanti: Lina Sastri con il monologo di Filumena, Mariangela D'Abbraccio con la memoria di "Gli esami non finiscono mai", Toni Servillo con i versi del 1959 di "Ca si fosse". Contributi anche da Silvio Orlando con parole prese da "Napoli milionaria"; da Massimo Ranieri con i versi di "Io vulesse truvà pace", e Gianfelice Imparato "Il figlio di Pulcinella.
Applausi e brividii carichi di emozione per l’interpretazione di Angela Pagano che ha recitato un monologo da "La paura numero uno". E per Mariano Rigillo che racconta la storia di "Vincenzo De Pretore". Anche  Carlo Giufrè e Francesco Canessa hanno legato la loro memoria a Eduardo, come Anna Bonaiuto e Fausto Russo Alesi con parole su "Natale in Casa Cupiello".
Luca poi ha tirato fuori una commovente "ninna-nanna" scritta per lui da suo padre: "Si te parlo me parlo, si te veco me veco...", musicata da Nicola Piovani, che l'ha eseguita al pianoforte.
"Non chiamatemi senatore - disse nel 1982 il drammaturgo a chi in quell'aula lo salutava dopo che il Presidente Pertini lo aveva nominato senatore a vita - ci ho messo una vita a diventare Eduardo".
All’evento non erano presenti senatori campani, ma non è il caso di farne un dramma.


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