L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP di Samuel Beckett, traduzione Gabriele Frasca, diretto e interpretato da Tonino Taiuti

Ridotto del Mercadante 14 – 24 ottobre 2021

Servizio di   Rita Felerico

Napoli – È stato tradotto da Gabriele Frasca, uno dei più importanti poeti, scrittori, traduttori contemporanei, L’ultimo nastro di Krapp, atto unico del 1958 di Samuel Beckett andato in scena al Ridotto del Mercadante dal 14 al 24 ottobre. Il drammaturgo irlandese, premio Nobel nel 1969 per la letteratura, è una delle voci fondamentali del panorama culturale del XX secolo, interprete di quel teatro filosofico che è il teatro dell’assurdo insieme a Eugène Ionesco, Arthur Adamov e al primo Harold Pinter; Beckett ideò questo atto unico per l’attore- irlandese anche lui - Patrick Magee, che fu interprete della prima al Royal Court Theatre di Londra. Beckett quando ascoltò per la prima volta la voce dell’attore irlandese, la trovò incredibilmente uguale alla voce che aveva immaginato avessero i suoi personaggi. La coincidenza fu ancora più sorprendente perché Beckett ascoltò Magee alla radio, mentre declamava alcun i passi, tratti proprio da suoi testi. Non è un caso, dunque, che Beckett per un nuovo lavoro teatrale - dal titolo provvisorio di Magee Monologue, poi L’ultimo nastro di Krapp - pensò ad un protagonista in ascolto della sua stessa voce proveniente da un registratore. Forse è anche per questo che è stata affidata a Frasca la traduzione, perché ideatore presso l’Università di Lecce del seminario “il suono e la voce “e del progetto. Rimi, finalizzato alla realizzazione e all’esecuzione di una ‘letteratura di ascoltò. “...significa eseguire un vero e proprio concerto di toni ed espressioni, e non sovraccaricare il personaggio di significati …La mia opera è una questione di suoni fondamentali, nel modo più sistematico possibile.” scrive Beckett per Krapp, come riportato nelle note di Frasca. Tonino Taiuti, attore molto amato dal pubblico, interpreta con stile, forza espressiva ed emotiva Krapp, nei suoi silenzi, nelle sue riottosità, nelle sue abitudini  e dona voce e spessore  ai suoni che non sono detti, a quelli che provengono dal nastro – la sua stessa voce narrante – ai passi che a tratti risuonano sui gradini della scala di legno, unico arredo a legare lo spazio della scrivania dove si posa il registratore – simbolicamente unica presenza viva - e quello buio di un soppalco dove sembrano accatastarsi come in una soffitta polverosi oggetti e ricordi. Krapp non è solo uno scrittore senza successo, ma è l’uomo sconfitto della e dalla contemporaneità, che non riesce a legare il tempo nel quale si snoda la vita e grottescamente, ironicamente ridicolizza la sua stessa esistenza. “Forse i miei anni migliori sono finiti. Quando la felicità era forse ancora possibile. Ma non li rivorrei indietro. Non col fuoco che sento in me ora. No, non li rivorrei indietro”. Krapp immobile guarda fisso davanti a sé. Il nastro continua a registrare in silenzio.” Sembra non esserci una via per uscire e lo stesso testo mette a dura prova – per il ritmo della parola e del non detto - chi interpreta; ma Tonino Taiuti, da grande attore, sostiene lo sguardo dell’autore, lo sfida introducendo non solo la sua esperienza e la sua capacità di guardare dentro la teatralità, ma la sua passione per la musica e la pittura. La voce è a intermittenza, spiegata, sussurrata, sognante, decisa a modulare insieme ai sospiri e alle imprecazioni gli stati emotivi che si susseguono, quasi che la parola non riuscisse a definire e circoscrivere la cruda verità del reale, Taiuti trae la sua musica insieme a quella dello scrittore, esplodendo alla fine in un irruente brano dei Led Zeppelin, una combinazione di rock, blues e folk.  Una immedesimazione con Beckett che porta il nostro Taiuti a realizzare, dedicandole a Beckett, trenta opere tra pitture, sculture e disegni che si possono ammirare nel foyer: una sagoma di Beckett, libri pietrificati, forme di sogni e illusioni.  Come quelli racchiusi nell’amore perduto e impossibile da ritrovare: “Ho ripetuto che secondo me non avevamo speranza, che era inutile continuare, e lei ha fatto segno di sì, senza aprire gli occhi. Le ho chiesto di guardarmi e dopo pochi istanti… dopo pochi istanti lo ha fatto, ma gli occhi erano due fessure per via del sole. Mi sono curvato su di lei per farle ombra e allora si sono aperti. M’hanno fatto entrare “. E il nastro continua a girare, a vuoto.

Vedremo Tonino Taiuti prossimamente sul grande schermo, direttamente da Venezia, in Il bambino nascosto di Roberto Andò, insieme a Silvio Orlando.

 


Samuel Beckett

 

 

 

 


Patrick  Magee

 

 



L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP di Samuel Beckett
Traduzione Gabriele Frasca
Diretto e interpretato da Tonino Taiuti
Costumi Sara Marino
Luci Carmine Pierri
Suono Paolo Vitale
Aiuto regia Luca Taiuti
Direttore di Scena Nicola Grimaudo
Elettricista Marcello Polizzi
Attrezzista Marco Di Napoli
Foto di scena Ivan Nocera
Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

 

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