Teatro San
Ferdinando - 12 – 17 ottobre 2021
Servizio di Rita Felerico
Napoli – La regia di Davide Iodice dona
voce e spessore al linguaggio drammaturgico di Fabio Pisano, ricco di tante
intuizioni; poetico più che teatrale, tocca la realtà di un ‘non luogo’, che è poi
quello del confine fra la vita e la morte.
Uno spazio non definito, sconosciuto, imprevedibile, al quale il
direttore di questo Hospes
immaginario, cerca di dare una forma: “Mi
deprimo se non riesco a trovare confini”, dichiara. I momenti caotici, immobili,
ripetitivi che precedono la morte di coloro che sono afflitti da mali ormai
incurabili, devono trovare una ‘dignità, una apparente tranquillità, che storni
il dolore. Affiancati nel loro passaggio dai tecnici del dolore, sperano di sparire senza ‘rumore’. Probabile
che la pandemia ci abbia costretto a meditare sulla fine della vita e a subirne
l’incomprensibilità delle sue forme, ma se
questa è la vita, quanto risulta utile la ‘catarsi’ che avviene sul
palcoscenico di un teatro? “Questa è la
sfida” afferma il regista Davide Iodice. La dimensione del tragico si
respira – e il respiro è un modus e un ritmo che è parte del recitato, quasi a
voler essere un coro – ma forse manca una mordente parola unificatrice, un
comun denominatore che non può solo essere il ‘morire’ e tutto ciò che ne
consegue. Il gioco di luci, i colori, ammorbidisce l’atmosfera che non si
scioglie neppure nel festeggiare il Capodanno e il vetro come elemento ‘divisorio‘
si frappone fra il pubblico, gli attori e lo spazio scenico, rinchiudendo in un
guscio tutte le vicende che accadono, sulle quali con ironia è sospeso nello
spazio un malato allettato. Si esce dal guscio solo per abitare la camera dei
desideri irrealizzati. Si percepisce l’assenza di un vissuto a scapito di un
vero confronto con la sparizione della presenza, delle presenze, che sono poi
le vere esistenze. Bravissime le attrici che interpretano i simbolici
personaggi / malattia di Minamata, di Purpura, di Lemierre 1, Lemierre2 e della
Morte che anche con il corpo (il training e lo studio sul movimento è a cura di
Chiara Alborino) comunicano emozioni e pensieri. Meno efficaci le parti
maschili, interessanti e ben armonizzati i video.
HOSPES,-ITIS
drammaturgia Fabio
Pisano
regia Davide Iodice
con Angelica Bifano, Carolina Cametti, Antimo Casertano, Orlando Cinque,
Daniel Dwerryhouse, Noemi Francesca, Damiano Rossi, Giulia Salvarani, Ilaria
Scarano, Sebastiano Sicurezza, Aida Talliente, Emilio Vacca, Francesco Vitale
scene Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
luci Loïc Francois Hamelin
video Michelangelo Fornaro
musica in scena Aida Talliente (loop station, giocattoli,
strumenti non convenzionali), Ilaria Scarano (tastiera), Giulia
Salvarani (violoncello), Daniel Dwerryhouse (clarinetto)
training e studi sul movimento Chiara Alborino
direttore di scena Antonio Gatto
assistente ai costumi Ilaria Carannante
datore luci Francesco Adinolfi
macchinisti e attrezzisti Marco Di Napoli, Domenico Riso fonico
Daniele Piscicelli
tecnico video Sebastiano Mazzillo
sarta Daniela Guida
foto di scena Marco Ghidelli, Ivan Nocera
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
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