TRANSVERSE ORIENTATION Ideato e diretto da Dimitris Papaioannou

Campania Teatro Festival - Teatro Politeama - Napoli dal 16/09/2021 al 17/09/2021

Servizio di Rita Felerico

Napoli – Curiosità e tanta aspettativa per lo spettacolo del greco Dimitris Papaioannou, l’originale linguaggio scenico di Transverse orientation che non ha certo deluso il pubblico, numeroso, il quale ha concesso in tutti i due giorni di replica una buona prolungata manciata di applausi, ottimo riscontro per il debutto italiano, dopo l’anteprima mondiale alla Biennale de la danse di Lione. Transverse segue i successi nel 2018 di The great tamer e nel 2020 di Ink : il coreografo greco ritorna a Napoli realizzando un lavoro – coprodotto fra gli altri anche da Campania Teatro Festival - di grande valenza simbolica, poetico, arricchito dal fascino del mito e della memoria, storica, individuale e di quel genius loci inteso come patrimonio di ogni generazione, viandante nell’ attraversare il tempo. Nella coreografia ritmata dalle pagine musicali di Vivaldi, un barocco dolce, intenso, teso a mettere in rilievo l’intreccio dei corpi e di quella intelligenza emotiva unica capace a contraddistinguere il senso dell’umano, attraversano gli occhi le immagini visionarie di quello che si può definire un genio mediterraneo. Visioni che nascono dall’acqua, dal mare, dal retrobottega dell’inconscio, dai paesaggi, dalla iconografia d’arte di un mondo abitato dai segnali di luce spezzata e frammentaria che gli uomini/falene rincorrono per dare senso alla vita. (Il titolo è un chiaro riferimento alla teoria scientifica che prova a spiegare l’attrazione delle falene per le fonti di luce).   Una luce che sparisce e appare, fra il rumore assordante dei muri che si sgretolano e delle pietre che tentano di costruire atmosfere e una logica di cammino che si infrange dinanzi alla paura e al nulla. Non a caso gli abiti indossati sono i vestiti borghesi con cravatta ‘del mondo degli affari’, finti abiti, come maschere: quando si vuole parlare veramente dell’umanità, ci si spoglia, ci si denuda, per lottare con le forze ancestrali, con la nostra parte animale.

Qui il richiamo al mito del Minotauro, all’impresa di Teseo: solo a patto di affrontare lo spaesamento e la paura che ci inquieta di fronte all’ ignoto, all’oscuro, solo nella comprensione delle nostre origini animali e spirituali si può trovare la forza di destrutturare e ricostruire la realtà. Come simbolicamente avviene - alla fine della rappresentazione - con il palcoscenico, smembrato dai protagonisti per immetterci nel movimento della vita, nell’immanenza, nel sentimento antico e arcaico che non deve pesare come pietra, ma inondarci, come acqua, come mare. Alla ricerca della luce, attraverso quel senso dell’imprevisto che diventa arte, si legge nelle note di scena. Forse, nel complesso, potevano essere più brevi dei percorsi scenografici, ma si sarebbero persi dei ritmi di pensiero: anche la velocità va destrutturata. L’amore, per noi, per l’altro utile al nostro vivere e convivere è un processo che ha bisogno di tempo.  La produzione – che ha coinvolto per le audizioni più di 500 performer e danzatori provenienti da tutto il mondo – vede protagonisti sul palco: Damiano Ottavio BigiŠuka HornJan MöllmerBreanna O’MaraTina PapanikolaouŁukasz PrzytarskiChritos Strinopoulos e Michalis Theophanous.

“I miei lavori – racconta Dimitris Papaioannou – si evolvono durante le prove, non sono ideati a priori. Preparo il materiale per avviare il processo creativo, ma quasi sempre lo butto via. Ho deciso di non sapere quale sarà il risultato in anticipo, preferisco fidarmi della creazione in itinere. Alla fine, se sono fortunato, l’opera si rivela, e cerco di capirla, di perfezionarla. Mi riservo il diritto di cambiare tutto all’ultimo momento. Ecco perché è difficile per me parlare di qualcosa prima che sia giunto effettivamente a compimento. A che serve pianificare? L’arte è prassi. Se ne parlo, finisco per ingannare lo spettatore o tradire lo spettacolo”. Lo spettacolo sarà a Moncalieri – Fonderie Limone per il Torinodanza Festival, dal 23 al 26 settembre

Ideato e diretto da DIMITRIS PAPAIOANNOU
con DAMIANO OTTAVIO BIGI, ŠUKA HORN, JAN MÖLLMER, BREANNA O’MARA, TINA PAPANIKOLAOU, ŁUKASZ PRZYTARSKI,
CHRISTOS STRINOPOULOS, MICHALIS THEOPHANOUS
musica ANTONIO VIVALDI
scenografia TINA TZOKA, LOUKAS BAKAS
composizione e progettazione sonora COTI K.
costumi AGGELOS MENDIS
collaborazione al disegno luci STEPHANOS DROUSSIOTIS
supervisione musicale STEPHANOS DROUSSIOTIS
sculture, oggetti di scena, costruzioni speciali NECTARIOS DIONYSATOS
invenzioni meccaniche DIMITRIS KORRES
produttore creativo-esecutivo, assistente al direttore TINA PAPANIKOLAOU
assistente alla regia, direttore di prove PAVLINA ANDRIOPOULOU, DROSSOS SKOTIS
assistente alla scenografia TZELA CHRISTOPOULOU
assistente alla musica MARTHA KAPAZOGLOU
assistente ai costumi AELLA TSILIKOPOULOU
assistente costruzioni speciali e oggetti di scena EVA TSAMBASI
riprese foto e video JULIAN MOMMERT
direttore tecnico MANOLIS VITSAXAKIS
assistente al direttore tecnico MARIOS KARAOLIS
direttore di palco, ingegnere del suono, attrezzeria DAVID BLOUIN
responsabile oggetti di scena TZELA CHRISTOPOULOU
programmatore luci STEPHANOS DROUSSIOTIS
realizzazione costumi LITSA MOUMOURI, EFI KARANTASIOU, ISLAM KAZI
tecnici di scena KOSTAS KAKOULIDIS, EVGENIOS ANASTOPOULOS, PANOS KOUTSOUMANIS
datore luci MILTOS ATHANASIOU
opera in silicone JOANNA BOBRZYNSKA-GOMES
team oggetti di scena NATALIA FRAGKATHOULA, MARILENA KALAITZANTONAKI, TIMOTHY LASKARATOS, ANASTASIS
MELETIS, ANTONIS VASSILAKIS
produzione esecutiva 2WORKS in collaborazione con POLYPLANITY PRODUCTIONS
produzione esecutiva VICKY STRATAKI
assistente alla produzione esecutiva KALI KAVVATHA
responsabile oggetti di scena PAVLINA ANDRIOPOULOU
relazioni internazionali, comunicazioni JULIAN MOMMERT
produzione ONASSIS STEGI
creato per essere presentato in anteprima ALL’ONASSIS STEGI (ATENE – GRECIA, 2021)
coproduzioni FESTIVAL D’AVIGNON, BIENNALE DE LA DANSE DE LYON 2021, DANCE UMBRELLA / SADLER’S WELLS THEATRE,
FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – CAMPANIA TEATRO FESTIVAL, GREC FESTIVAL DE BARCELONA, HOLLAND FESTIVAL – AMSTERDAM, LUMINATO (TORONTO) / TO LIVE, NEW VISION ARTS FESTIVAL (HONG KONG), RUHRFESTSPIELE RECKLINGHAUSEN, SAITAMA ARTS THEATRE / ROHM THEATRE KYOTO, STANFORD
LIVE/STANFORD UNIVERSITY, TEATRO MUNICIPAL DO PORTO, THÉÂTRE DE LA VILLE – PARIS /THÉATRE DU CHÂTELET, UCLA’S CENTER FOR THE ART OF PERFORMANCE
con il supporto di FESTIVAL APERTO (REGGIO EMILIA), FESTIVAL DE OTOÑO DE LA COMUNIDAD DE MADRID, HELLERAU – EUROPEAN CENTRE FOR THE ARTS, NATIONAL ARTS CENTRE (OTTAWA), NEW BALTIC DANCE FESTIVAL, ONE DANCE WEEK FESTIVAL, P.P. CULTURE ENTERPRISES LTD, TANEC PRAHA INTERNATIONAL DANCE FESTIVAL, TEATRO DELLA PERGOLA – FIRENZE, TORINODANZA FESTIVAL / TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE
finanziato da HELLENIC MINISTRY OF CULTURE AND SPORTS
il lavoro di DIMITRIS PAPAIOANNOU è supportato da MEGARON – THE ATHENS CONCERT HALL

Ph Salvatore Pastore – ag Cubo


Note biografiche

Formatosi come artista visivo all’Accademia di Belle Arti di Atene, dopo essere stato allievo del pittore Yannis Tsarouchis, Dimitris Papaioannou (Grecia, 1964) è uno dei nomi più rappresentativi della scena internazionale nonché pioniere della danza contemporanea. Coreografo, regista, performer, designer di scene, costumi e luci, si è avvicinato alla danza a New York, fondando in Grecia la compagnia Edafos Dance Theatre nel 1986. Nei suoi oltre trent’anni di carriera, ha modellato un linguaggio ibrido fra danza sperimentale, teatro fisico e arte performativa, con cui ha messo in discussione la visione, l’identità e il patrimonio della memoria culturale occidentale. Nel 2004 ha curato la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene, per tornare poi al teatro, dando vita a più di venti produzioni fra spazi underground e arene. Nel 2018 è stato il primo coreografo chiamato a realizzare un lavoro integrale, Since She, per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.

Il suo lavoro, definito “fiore ibrido” per le diverse contaminazioni artistiche che lo arricchiscono, viene scoperto dal grande maestro Robert Wilson ed è oggi materia di studio di grandi coreografi come Akram Khan, che ha adottato il suo “Body Mechanic System”: i corpi umani nel lavoro dell’ateniese diventano campi di battaglia, interagiscono con materie prime che, fondendosi in creature ibride, danno vita a spettacolari illusioni ottiche.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA   

 

Commenti