FUCK ME drammaturgia e regia Marina Otero
Campania Teatro Festival - Napoli, Teatro Politeama, 8 - 9 settembre ore 21.00, debutto nazionale
Servizio di Rita Felerico
Napoli -
Il rapporto con il corpo è un argomento centrale, sia nella storia del pensiero
occidentale che nelle storie di ogni individuo; spesso oscurato da falsi
moralismi o insegnamenti, lo si vive solo a tratti in modo libero e sincero e
diviene peso, strumento di contrattazione nelle relazioni con il reale e con
gli altri. Per una giovane ballerina, che punta sul corpo per esprimere la sua
capacità creativa e per dialogare con se stessa e il mondo, quando viene a
mancare la possibilità di usarlo a pieno
si traccia una ferita esistenziale difficilmente rimarginabile, a maggior
ragione quando questa disabilità si
presenta improvvisa. Marina Otero con
la rigida schiena cammina lentamente
e con difficoltà sul palcoscenico del Politeama, circondata dai suoi Pablo,
corpi maschili nudi in movimento che vogliono ricordare e le ricordano una vitalità
perduta, vari modi di essere di sé, “tutti hanno ernie, ma non tutti hanno i nervi toccati in modo tale da
raggiungere la paralisi. Quale corpo si lascerà coinvolgere
nel raccontare la mia vita, fino alla morte? Il mio soltanto. Tutto il mio
lavoro consiste in una sorta di ritorno all’infanzia, nell’incontrare la
bambina che ero, che taceva perché non sapeva come essere, come sentirsi a
proprio agio.
Cerco di andare contro il comfort, sia il
mio che quello dello spettatore, per esporre le zone oscure – dire o fare
qualcosa che metta a disagio. Tutti ci nascondiamo per non sentire le ferite.
Continuiamo la corsa senza sapere dove andiamo”.
Fuck me il suo spettacolo,
è la terza parte della prima trilogia del progetto Remember to live, seguito ad Andrea e Remember
30 Years per vivere 65 minuti, progetto
“permanente in cui sono io stessa l’oggetto di una ricerca che si sviluppa
intorno al tema dello scorrere del tempo”, dichiara la performer argentina
che ha scelto come unica data di debutto in Italia la scena del Campania Teatro
Festival – sezione internazionale. Regista e drammaturga, voce recitante il
dolore trasuda dalle parole e dai suoi stoppati tentativi di movimento,
dichiarazione esplicita di una impossibilità di vivere la danza come ha fatto
fino a qualche tempo fa. È un addio alla fisicità vissuta fino ad ora? Un addio
alla danza? Dolore e rabbia si confondono mischiando i livelli professionali
con immagini calibrate sul desiderio, anche inconscio di darsi senza limiti,
esperienze al limite vere o di fantasia? Una drammaturgia ritmata come una
performance nella quale le presenze maschili ironicamente si vestono e svestono
sotto lo sguardo attento della trentacinquenne regista, a volte anche vendicativo.
Ma non si riesce a smorzare la malinconia, la tristezza, la rassegnazione che
resta forte anche quando si spengono le luci. Cosa è il corpo per Marina? “Il luogo dove sono ospitati la
storia, il presente e ciò che verrà. Il
corpo è il presente, l'essenziale, il finito. La vita”, afferma. Senza la sua voce saremmo persone a metà.
Marina Otero vuole mettersi in scena e vuole dirci di questa voce, dirci che questo
desiderio appartiene alla nostra esistenza e un fine del teatro è cessare il
segreto se il segreto è quello di ritrarsi, di non esporsi. E a proposito del
legame mondo / teatro, scrive Jean – Luc Nancy in Corpo Teatro: “E’ il mondo come teatro così
come lo conosciamo da Calderon e da Shakespeare, quel mondo come teatro in
quanto verità, proprio come e proprio perché il corpo si rivela la verità dell’anima:
verità che si spinge anch’essa sulla scena o più precisamente verità che fa
scena “. Un grazie al coraggio di Marina.
Drammaturgia e regia MARINA OTERO
Performer AUGUSTO CHIAPPE, CRISTIAN VEGA, FRED RAPOSO, JUAN FRANCISCO LOPEZ BUBICA, MATÍAS REBOSSIO / MIGUEL VALDIVIESO, MARINA OTERO
Disegno luci e spazio ADRIÁN GRIMOZZI
Luci e spazio in tournée DAVID SELDES, FACUNDO DAVID
Costume design URIEL CISTARO
Edizione digitale e musica originale JULIÁN RODRÍGUEZ RONA
Consulente alla drammaturgia MARTÍN FLORES CÁRDENAS
Assistente alla regia LUCRECIA PIERPAOLI
Assistente alle coreografie LUCÍA GIANNONI
Assistente luci e spazio CAROLINA GARCIA UGRIN
Visual artist LUCIO BAZZALO
Montaggio audiovisivo tecnico FLORENCIA LABAT
Costume styling CHU RIPERTO
Fotografia MATÍAS KEDAK
Realizzazione costumi ADRIANA BALDANI
Produzione esecutiva MARIANO DE MENDONÇA, MARINA D’LUCCA
Produttore MARIANO DE MENDONÇA
Produzione delegata in Europa NICOLAS ROUX, LUCILA PIFFER – OTTO PRODUCTIONS
Assistente alle coreografie LUCÍA GIANNONI
Assistente luci e spazio CAROLINA GARCIA UGRIN
Visual artist LUCIO BAZZALO
Montaggio audiovisivo tecnico FLORENCIA LABAT
Costume styling CHU RIPERTO
Fotografia MATÍAS KEDAK
Realizzazione costumi ADRIANA BALDANI
Produzione esecutiva MARIANO DE MENDONÇA, MARINA D’LUCCA
Produttore MARIANO DE MENDONÇA
Produzione delegata in Europa NICOLAS ROUX, LUCILA PIFFER – OTTO PRODUCTIONS
Ph Salvatore Pastore – ag Cubo
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