MASANIELLO di Elvio Porta e Armando Pugliese, regia di Lara Sansone, musiche di Antonio Sinagra

Al Teatro Sannazaro di Napoli dal 24 gennaio al 2 febbraio

Servizio di Antonio Tedesco

Napoli - Ci sono spettacoli che segnano un tempo. E sono perfettamente calati in questo loro momento storico. Il Masaniello di Elvio Porta e Armando Pugliese, nella sua edizione del 1974, con le musiche di Roberto De Simone, fa parte a pieno titolo di questa categoria. Si trovava, infatti, in perfetta sintonia con l’aria che si respirava in quegli anni. Il famoso tendone montato in Piazza Mercato sembrava creare un collegamento diretto tra gli eventi storici avvenuti nel 1647 proprio in quel luogo, e le piazze che ribollivano di proteste sociali e manifestazioni politiche negli anni Settanta del Novecento. A quel momento così ben appropriato e contestualizzato è sopravvissuto il mito di uno spettacolo incentrato su di una sorta di epica popolare che pur avendo perso, oggi, quella forza di impatto originaria resta impregnato di un alone di fascino dovuto sia alla sua storia che alle particolarità dell’allestimento che prevede l’alternarsi di parti recitate e cantate, una forte presenza musicale, e una disposizione scenica diversa da quella del classico palcoscenico.

Dopo la ripresa dello spettacolo realizzata nel 1997 dallo stesso Armando Pugliese che, preservando il testo e l’impianto scenico della prima edizione, si serviva di un nuovo cast di attori e di nuove musiche composte dal maestro Antonio Sinagra, Masaniello torna ora, in quest’ultima versione, al Teatro Sannazaro, che lo produce per la regia della stessa direttrice artistica e animatrice del teatro, Lara Sansone. L’impegnativa messa in scena, che prevede un rivoluzionamento della sala con la platea liberata dalla poltroncine per fare spazio ad una pedana circolare, collegata con un’altra pedana al palcoscenico vero e proprio e il pubblico disposto tutto intorno, a stretto contatto con gli attori, conserva una sua innegabile forza di suggestione e una capacità di coinvolgimento che risiede proprio in queste sue caratteristiche sceniche, come nella energia della musica, del canto corale dell’interagire degli interpreti tra palcoscenico e platea, in qualche caso, appunto, gomito a gomito con gli spettatori. 

Una scelta che ben rientra, come dichiara la stessa direttrice artistica, nella nuova linea produttiva che da qualche anno si è data il Teatro Sannazaro, e cioè quella di farsi carico della conservazione e riproposizione di una memoria artistica e popolare “colta”, fondata su quelle che sono le nobili tradizioni culturali di Napoli (quest’allestimento è stato preceduto nelle passate stagioni da due altrettanto impegnative messe in scena di testi di Viviani, come Festa di Montevergine e Piedigrotta). La formula è sicuramente valida e mostra di avere una sua efficacia, premiando il coraggio di portare sulla scena spettacoli dall’impianto corale che richiedono un consistente numero di interpreti. Come è, appunto, il caso di questo Masaniello, che resterà in scena al Sannazaro fino al 2 febbraio prossimo e che vede impegnati, nella recitazione, nel canto e in complessi movimenti scenici, ben 24 attori. La regia di Lara Sansone ci è parsa maggiormente concentrata sull’aspetto dinamico e, in un certo senso, coreografico dello spettacolo, che trova i suoi momenti migliori proprio nella coralità e nelle scene, per così dire, “di massa”, mentre, specie nella seconda parte, il ritmo complessivo soffre di qualche momento recitativo troppo lungo. L’insieme, però, è ben sostenuto dal grande coinvolgimento fisico ed emotivo di tutti gli attori, molti dei quali impegnati in più ruoli, e tra i quali, insieme a Carmine Recano, nelle vesti di Masaniello, e la stessa Lara Sansone in quelle di sua moglie Bernardina, citiamo almeno, Corrado Ardone, Ciro Capano, Mario Aterrano, Antonello Cossia, Rosario Giglio, con Ingrid Sansone, la Viceregina, e la partecipazione di Leopoldo Mastelloni nel ruolo del Vicerè.



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti