Antigone di Sofocle traduzione e adattamento Laura Sicignano e Alessandra Vannucci

Al Teatro  Bellini di Napoli da martedì 7 gennaio  a domenica 12  gennaio 2020

Servizio di Rita Felerico

Napoli – Confrontarsi con i testi della tragedia è sempre una sfida, sia per la drammaturgia che per la scenografia, sia per la realizzazione dei costumi che per le prove attoriali. Attenuati e quasi illeggibili i segni di una sacralità sulla scena del contemporaneo, il riportare il linguaggio universale dei miti a forme simbolicamente vicine a noi diviene impresa complessa. Laura Sicignano e Alessandra Vannucci puntano così sul linguaggio, per indurre la nostra attenzione e fantasia ad abbracciare in modo astratto e complessivo i temi trattati; ogni personaggio si cala così in un suono e ritmo proprio: Creonte nel tono più pubblicitario e ‘volgare’, Antigone è la più razionale, Euridice la più poetica, Ismene la più rancorosa, Emone il più ricco di pathos. Viene sconvolto il ruolo del Coro che si esprime invece che con il canto, con l’azione e il ‘racconto’ delle guardie. E’ la musica composta da Edmondo Romano a creare il legame più forte con la tradizione, riuscendo a ideare una partitura che intreccia parole, suoni, rumori portando l’emozione a punti di commovente condivisione: nell’antica Grecia non esisteva distinzione tra testo e musica, afferma il musicista. La più convincente appare Euridice, anche se inizialmente non segna il palcoscenico, nella conclusione sboccia in quel senso tragico ‘tipicamente greco’ che offre agli spettatori un quadro di teatro racchiuso nei confini della norma. La scenografia possiede degli spunti di lettura interessanti, fra palazzi bruciati, pietre rotolanti, relitti che ingombrano il palcoscenico, polvere che vola impalpabile anche dagli abiti di Creonte e delle guardie. Ma risulta essere ridondante o troppo grigia -quasi da campo di concentramento-  non riuscendo ad aprirsi al senso del tragico della grecità. E proprio a questo va il mio pensiero; il rapporto tra tradizione e presente, tra sacro e profano si gioca sul filo di una razionalità che dona poco spazio all’emotività della tragedia. Antigone è il mito della ribellione al potere consolidato, Antigone è la donna che si oppone al logos del giogo della sopraffazione, che urla la libertà del sentire e del seguire i valori intramontabili del Bene. Allora? come opporsi al Destino inconfutabile se si resta a contemplare le macerie?

Antigone di Sofocle
traduzione e adattamento Laura Sicignano, Alessandra Vannucci
Sebastiano Lo Monaco   Creonte
Lucia Cammalleri   Ismene
Egle Doria  Euridice
Luca Iacono Emone e Quarto Soldato
Silvio Laviano primo Soldato 
Simone Luglio Guardia
Franco Mirabella  Tiresia e terzo Soldato
Barbara Moselli Antigone
Pietro Pace secondo Soldato - Messaggero
scene e costumi Guido Fiorato
musiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romano
luci Gaetano La Mela
audio Giuseppe Alì
regia Laura Sicignano
produzione Teatro Stabile di Catania


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