“ZENOBIA IN PALMIRA” - Musiche di Giovanni Paisiello - Regia di Riccardo Canessa - Direttore Francesco Ommassini
Al Teatrino di Corte di
Palazzo Reale di Napoli dal 18 al 27 maggio
Servizio di Francesco
Gaudiosi
Napoli-
Il San Carlo omaggia Giovanni Paisiello con Zenobia
in Palmira, nel nuovo allestimento che andrà in scena dal 18 al 27 maggio
presso il Teatrino di Corte di Palazzo Reale e a cui poi seguiranno-
nell’ambito delle celebrazioni per i duecento anni dalla morte del compositore-
il concerto con i fiati del Teatro San Carlo il 30 maggio e La Grotta di Trofonio dal 1 al 22
novembre.
Nell’allestimento,
firmato proprio dal Teatro San Carlo e con l’orchestra del Massimo napoletano,
spicca la prestigiosa regia di Riccardo Canessa, un habitué delle regie
operistiche italiane e internazionali. Così come potrebbe dirsi del direttore
Ommasini, una delle bacchette più versatili del nostro panorama operistico e
sinfonico.
Zenobia
in Palmira racconta di una storia d’amore impossibile tra l’imperatore
Aureliano e la regina di Palmira, Zenobia, innamorata a sua volta di Arsace,
principe di Persia. Aureliano, nonostante i tentativi di Zenobia di sottrarre
la città di Palmira al controllo diretto dei romani, la sfida e la imprigiona con catene d’oro, innamorandosi follemente di lei.
In
questo intreccio di amori, il luogo centrale della vicenda scenica è proprio la
magnifica città di Palmira, crocevia nell’antichità di mercanti occidentali e
di prodotti del lontano oriente, gioiello siriano di arte e di cultura.
Osservando la rappresentazione, pare quasi impossibile realizzare come di
Palmira non resti quasi più nulla, in seguito alla furia distruttrice dello
Stato Islamico che nei recenti mesi ha raso al suolo una tra le città che
meglio riassumeva il fascino dell’antica Persia.
Tornando
alla realtà scenica, appare abbastanza discutibile la scelta di Canessa di
affidare il ruolo di Arsace (Principe di Persia) ad una donna, alterando quindi
la storia che appare di conseguenza
anche poco giustificabile, sia sotto il profilo meramente scenico, che su
quello specificatamente storico. Soprattutto se, nella visione d’insieme della
regia di Canessa, il leitmotiv della rappresentazione è impostato sul registro
di un tradizionale classicismo, sia nell’allestimento scenico che nella
caratterizzazione e interpretazione dei personaggi.
©RIPRODUZIONE
RISERVATA
Commenti
Posta un commento