“Penso che un sogno così” di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni, regìa di Giampiero Solari
Servizio di Pino
Cotarelli
Napoli - Giuseppe
Fiorello con lo spettacolo "Penso che un sogno così", del quale è anche autore con Vittorio Moroni, al teatro
Diana dall’8 al 13 dicembre, fa centro per il terzo anno consecutivo. Un
racconto della sua vita familiare, dei suoi primi passi professionali, dei rapporti
con i cugini estroversi, dei personaggi inediti siciliani, dell’importante
affetto del fratello più noto, “Fiorello”, guida nella vita, per la prematura morte
del papà, e faro della sua carriera artistica; la coincidenza ha voluto che i
due si esibissero contemporaneamente in due diversi teatri della città di
Napoli con i rispettivi spettacoli. Una bella tenuta da consumato one-man-show,
accompagnato da due ottimi musicisti come Daniele Bonaviri e Fabrizio
Palma, e dove ha cantato con passione e con la sua splendida voce (molto somigliante), le canzoni di
Modugno, alternandole con i racconti salienti della sua vita, nei quali spesso
fa capolino il suo grande papà che accompagnava con le canzoni di Modugno, del
quale era grande fan, tutti i momenti della giornata, specie quelli che
trascorreva con la sua amata famiglia. Giuseppe ha quindi apprezzato, fin da
piccolo, quei motivi che gli rievocano, e gli fanno rivivere, i più bei momenti
in compagnia del padre, come afferma lui stesso alla fine dello spettacolo. Un allestimento
che la regia di Giampiero Solari, ha
reso essenziale ed equilibrato, e che è risultato molto atteso dal pubblico che
ha riservato all’artista, fin dall’inizio, un fragoroso affetto che non gli consentiva
neanche di dare inizio all’accattivante racconto della suo vita. Giuseppe
Fiorello, ha apprezzato ed ha ricambiato con la sua bravura nel raccontarsi, cantando
una dopo l’altra le più belle canzoni di “Mimmo”: "Meraviglioso",
"Lu minaturi", "Vecchio frac", "La lontananza", "U pisci
spada", "Volare". Ha
confidato poi che quando è stato convocato per interpretare in TV Domenico
Modugno, è andato nel panico ed ha cercato l’incoraggiamento della moglie del
grande artista scomparso, Franca, la quale dopo avergli confermato il suo
apprezzamento per le accorate e appassionate interpretazioni, gli ha mostrato
la famosa giacca che indossava “Mimmo”
quando ha vinto il Festival di Sanremo e lo ha convinto ad affrontare
l’impegnativo ruolo che Giuseppe Fiorello ha così bene interpretato perché lo sentiva già
da sempre suo.
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