“Per disgrazia ricevuta” - di Manlio Santanelli - regia di Antonello De Rosa
Presso il Social Tennis Club
di Cava de’Tirreni
(Sa) per la IV Rassegna Teatrale “Premio
Li Curti”
Servizio di Andrea Fiorillo
Due sedie di legno,
una sala finemente arredata stile primo novecento, un gruppo di sedie poste a
semicerchio. Questo accoglie il pubblico accorso numeroso a Cava de’ Tirreni,
domenica 8 febbraio, per assistere allo spettacolo “Per disgrazia ricevuta” di
Manlio Santanelli.
Quinto appuntamento
della IV Rassegna Teatrale “Premio Li Curti”, diretta da Geltrude Barba e
presentata da Carmela Novaldi, il testo dell’autore partenopeo, messo in
scena per la prima volta negli anni ’90, si avvale per questa messinscena dell’estro riconosciuto
di Antonello De Rosa alla regia, che, dopo Le Tre verità di Cesira, continua il suo percorso intorno alla
scrittura del Santanelli, mettendo in scena tre nuovi e bravissimi attori Mauro
De Simone Simona Fredell e Giovanni Pisacane.
“Non è azzardato
affermare che quando una grazia richiesta ad un santo va oltre la “misura” del
suo oggetto si traduce puntualmente in una disgrazia. Se questo è valido in
generale, lo è ancor più nel caso in cui il Santo risponda al nome di San Gennaro,
eminenza celeste che, vuoi a causa della veneranda età, vuoi per lo sterminato
numero dei suoi postulanti, può incorrere in qualche svarione nel corso del suo
ministero di “graziatore”.Queste le parole dell’autore, e questa la premessa
fondamentale di questo spettacolo che è incontro/scontro di due devote che,
recatesi in Chiesa, inveiscono contro la grazia/disgrazia ricevuta che ha
sconvolto le proprie esistenze.
Le due donne, a
turno, dichiarano di essere state tradite e rovinate dall’intervento del Santo,
ed in un’escalation di eccessi, San Gennaro stesso diventa personaggio
amico/nemico, in una dicotomia che caratterizza l’intera scrittura del
Santanelli. Un gioco al massacro in cui l’ironia diventa strumento di salvezza,
immagine di una città intera che si affida al suo Santo per uscire a testa
alta, sempre e comunque.
San Gennaro come
colui che aiuta, ma rovina, come rifugio, come tentativo di risoluzione dei problemi, ma anche luogo della perdita
dell’io, dell’identità, del razionale.
Il tutto reso
magistralmente dall’interpretazione degli attori che si muovono sulla scena
diretti da De Rosa, che come al suo solito ormai, scandaglia le parole di
Santanelli, facendone strumento leggero, senza mai lasciare da parte la
riflessione intrinseca in quell’ironia segno della sua scrittura.
Per
ulteriori approfondimenti sulla kermesse e su tutti gli spettacoli in
cartellone è possibile consultare il sito internet www.premiolicurti.com.
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