#Lavorover40 - Liberamente tratto da “La domanda d’impiego” di Michel Vinaver, regia di Bruno Tramice
AlTheatre de Poche di
Napoli fino al 19 aprile
Il testo di Vinaver, sostanzialmente mantenuto fedele nell’adattamento di Tramice, segue un registro stilistico di intersezioni del dialogo tra Fade ed il suo datore di lavoro (Ettore Nigro), e lo stesso protagonista calato all’interno delle vicende familiari, nelle continue discussioni con la figlia e la moglie (Lorena Leone e Clara Bocchino). Un’intersecazione dei due dialoghi che prevede un notevole impegno attoriale: le battute di ciascun personaggio vivono continue frammentazioni dettate dalla ripresa del dialogo o del monologo precedentemente interrotto dall’altro personaggio.
Servizio di Francesco Gaudiosi
Napoli- “Dimmi Nathalie, perché lavoriamo? Per guadagnarci la
vita? Ma quale vita? Lo so che bisogna dedicarsi a un lavoro, e io sto per
dedicarmi a questo niente”. Fade è un dirigente d’azienda che all’età di 43
anni è costretto a dimettersi, individuo lacerato dalla coscienza del dubbio,
del rimpianto, con lo spettro del fallimento esistenziale che rende la sua vita
personale un oscuro interrogativo.
Bruno Tramice firma l’adattamento e la regia di #Lavorover40,
pièce liberamente tratta da “La domanda d’impiego” di Vinaver, all’interno della
quale egli stesso è il protagonista Fade, individuo che “dopo anni dedicati con
fede e lealtà alla sua azienda, in nome di un progetto comune, e di un ideale e
di una visione del mondo condivisi, viene rottamato senza la possibilità di
riciclarsi perché a 43 anni, per le logiche aziendali, si è già vecchi, fuori
dal mercato”. Il testo di Vinaver, sostanzialmente mantenuto fedele nell’adattamento di Tramice, segue un registro stilistico di intersezioni del dialogo tra Fade ed il suo datore di lavoro (Ettore Nigro), e lo stesso protagonista calato all’interno delle vicende familiari, nelle continue discussioni con la figlia e la moglie (Lorena Leone e Clara Bocchino). Un’intersecazione dei due dialoghi che prevede un notevole impegno attoriale: le battute di ciascun personaggio vivono continue frammentazioni dettate dalla ripresa del dialogo o del monologo precedentemente interrotto dall’altro personaggio.
Ne consegue una fondamentale concentrazione sul ritmo e sulla
impostazione delle battute; per far sì che tutto sia chiaro nella visione
d’insieme sono necessari i fiati, i tempi ed i respiri che ciascuno attore deve
possedere sapientemente. Perdere il ritmo di una battuta significherebbe
spezzare quel meccanismo a catena di quella successiva, e minare la
comprensioni di interi blocchi della performance. Ma Tramice, Nigro, Leone e
Bocchino mostrano una pregiata messinscena del testo, mantenendone alto il
ritmo e facendo fluire in maniera esatta l’intera esecuzione dello spettacolo.
Tramice integra inoltre pochi ma adeguatissimi momenti in cui
si affida al movimento, all’espressione corporea, che ben contrastano, e
completano,i lunghi dialoghi,e permettono allo spettatore di comprendere il
cambiamento emotivo di ciascun personaggio; in altre parole, conferiscono
un’anima e un movimento a delle figure che altresì rimarrebbero monolitiche,
cristallizzate in una caratterizzazionenon immediatamente identificabile dal
pubblico.
#Lavorover40 risulta in generale un’esecuzione notevole anche grazie al binomio scenografia- disegno luci (la prima
firmata da Concetta Caruso Cervera e Francesca Mercurio, le seconde da Ettore
Nigro) e dall’aderenza piacevole di questi elementi con una musica delicata e
mai più indovinata.
Il risultato finale è una garbata messa in scena, ponendosi
in posizione intermedia tra un teatro civile con spunti di riflessione sulla
contemporaneità, e teatro di parola e di movimento, con una prestazione
attoriale complessiva senza dubbio soddisfacente.
Lo spettacolo è andato in scena dal 9 al 12 e dal 16 al 19
aprile al Theatre de Poche di Napoli, e sarà inserito nei cartelloni della
prossima stagione teatrale.
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