Parte il Napoli Teatro Festival 2014 con trenta spettacoli in cartellone e tante novità

Artisti nazionali e internazionali e tre Residenze creative
A Pietrarsa  il 6 giugno s’inizia con lo spettacolo di danza “Reshimo” della Vertigo
Servizio di Anita Curci

Napoli - La settima edizione del Napoli Teatro Festival Italia che si svolgerà, con trenta spettacoli in cartellone, dal 6 al 22 giugno, è stata presentata ieri nelle stanze della Camera di Commercio di Napoli, socio della Fondazione Campania dei Festival, in presenza di autorità, attori, autori, registi e giornalisti, ma anche d’un folto pubblico di amanti del teatro.
Ha centrato subito il tema ‘valorizzazione del Turismo’, il presidente Maurizio Maddaloni che ha fatto gli onori di casa dando il via alla conferenza affermando: “Il Festival, destagionalizzando l’offerta culturale, dà impulso di crescita dal punto di vista turistico rimettendo in evidenza, attraverso il suo programma, luoghi straordinari del nostro territorio”.  
Anche quest’anno Pietrarsa come scenario principe della manifestazione, palcoscenico caratteristico che tanto si avvicina all’idea della cittadella culturale a cui il direttore artistico Luca De Fusco è con ragione affezionato.
Ma ci saranno anche nuove location come l’Accademia di Belle Arti e l’Ex Dormitorio Pubblico; poi Galleria Toledo, Ridotto del Mercadante, Teatro Mercadante, Teatro Nuovo, Teatro San Ferdinando, Teatro Sannazaro.
Già si anticipano i luoghi possibili per il 2015: “Si sta valutando l’ipotesi di utilizzare gli spazi meravigliosi del Rione Terra restaurato, o quelli di Castel Sant’Elmo”, afferma  Caterina Miraglia, venuta a sostituire il neo presidente della Fondazione Campania dei Festival, Luigi Grispello, impegnato intanto a Cannes.
“Il cartellone artistico anche stavolta assume un carattere internazionale e, elemento determinante, crea professionalità tra i giovani. Ma non solo, ha reso operativi molti teatri non più funzionali. E non rientra nelle volontà del Festival se qualche teatro è rimasto estraneo al circuito della manifestazione.”, riprende l’assessore Miraglia che nelle ultime quattro edizioni, al fianco di De Fusco, ha lavorato sodo perché il Napoli Teatro Festival Italia arrivasse all’importanza e al successo raggiunti.
La manifestazione inaugura al Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa con uno dei quattro spettacoli di danza in programma, Reshimo della Vertigo Dance Company, che presenterà anche Mana, loro coreografia storica. Poi sarà la volta di Addio alla fine di Emio Greco e She -Ra -Zade con la coreografia di Alessandra Panzavolta.
Il programma è effettivamente di grande interesse e non solo per i due focus, uno dedicato all’autore russo Anton Cechov, e l’altro all’Infanzia. Ma anche perché pare si sia creato un collante quest’anno, una specie di legame alchemico tra gli spettacoli generando l’immagine di un gigantesco palcoscenico e un'unica grande commedia che si rinnova ogni giorno con un appuntamento diverso in un luogo diverso della città.
Con un filo conduttore. Anzi due, ottimismo e malinconia, come ci spiega il direttore artistico: “E’ un atto di ottimismo pensare di poter organizzare un festival così grande. E dato che i buoni risultati iniziano a vedersi (il tasso di riempimento dei posti è al 70% della richiesta ad un mese dall’inizio della manifestazione), allora il pendolo oscilla intorno all’ottimismo. La malinconia c’è perché abbiamo iniziato con mezzi scarsi, magre opportunità, ed è stato enorme il lavoro per arrivare a questi risultati.”
Ma ottimismo e malinconia s’attaccano anche più direttamente agli spettacoli proposti. La vena malinconica riportata nei sei spettacoli su Cechov (Il Giardino dei Ciliegi con regia di De Fusco; Zio Vanja e Tre sorelle diretti da Konchalovsky; Un Vania con la regia dell’argentino Marcelo Savignone;  Zio Vanja secondo la visione del regista lituano Tuminas; Il Gabbiano diretto da Gianluca Merolli) andrà a scontrarsi/fondersi con l’ottimismo delle rappresentazioni dedicate all’infanzia (Lebensraum di Jakop Ahlbom dedicato al cinema muto di Buster Keaton; Pinocchio firmato dal regista spagnolo Gustavo Tambascio; Die Geschichte des Kaspar Hauser con la regia di Alvis Hermanis; Making babies ispirato al libro della scrittrice irlandese Anne Enright; Arrevuoto 2014 nono movimento Donogoo progetto di teatro e pedagogia curato da Maurizio Braucci e Roberta Carlotto).
Non mancheranno le Residenze creative, tre per l’esattezza, che oltre a evocare un’atmosfera di cantiere teatrale in una città che da secoli, per tradizione e storia, genera arte, quasi fosse involontaria secrezione, offrono una opportunità di partecipazione a professionalità partenopee.
A nascere a Napoli saranno Il giardino dei ciliegi; Finale di partita di Beckett con Lello Arena, Angela Pagano e la regia di Lluis Pasqual; Il sindaco del rione Sanità di Eduardo, con lo spezzino Eros Pagni diretto da Marco Sciaccaluga.
“La logica guida del cantiere teatrale, a cui va certamente la mia preferenza,” continua De Fusco, “è quella della mescolanza. Mescoleremo grandi capolavori con la tradizione napoletana”.
E pare sia prerogativa fattibile dato che la città offre elementi in grado di superare prove internazionali, come s’è visto nelle scorse edizioni. Anche perché, come ricorda il direttore artistico, gli spettacoli in scena al Napoli Teatro Festival, hanno poi girato l’Europa raccogliendo consensi.
"La caratteristica dell’attore napoletano,” interviene Lluis Pasqual, “è la complicità che crea con il pubblico. L’energia che nasce tra palcoscenico e platea. Cosa difficile da produrre in epoca contemporanea. L’attore napoletano ci riesce.”
Sarà la magia di questo popolo sempre costretto ad arrangiarsi, a inventarsi e a inventare per non perire. Chi può dirlo?
“Vedo Napoli sempre sospesa tra l’estasi e la stasi,” risponde Manlio Santanelli. “Ma è la volontà degli attori a renderli capaci. Sono miracolosi. Nonostante le difficoltà in cui si muovono, continuano a fare gli attori. Questa sarà forse la nostra arma vincente”.
Rientra nel programma un altro testo di Eduardo, in occasione del trentennale della morte, il radiodramma Dolore sotto chiave diretto da Francesco Saponaro.
Altri nomi prestigiosi faranno parte di questa festa del teatro, da Scaparro che dirigerà Amerika di Kafka, a Caporossi con Mura, a Chiara Caselli interprete in Le ho mai raccontato del vento del nord, di Glattauer. Roberto Andò con Good People; Alessandro Maggi con Peggy Guggenheim – Donna allo specchio; Arturo Cirillo con Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi; Enzo Moscato con Istruzioni per minuta servitù, testo finalista della cinquantesima edizione del premio Riccione per il Teatro (2009).
Con Per oggi non si cade, sarà presente Manlio Santanelli, che affida la regia del suo testo a Fabio Cocifoglia. Mentre con lo spettacolo E Mettersi nei panni degli altri/vestire gli ignudi, Davide Iodice avrà come straordinari attori del suo palcoscenico gli ospiti del Dormitorio pubblico di Napoli dove si svolgerà lo spettacolo.
Con Giuseppe Sollazzo Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti, lo spettacolo senza parole che porta in scena trenta attori di varie nazionalità.
Dedicato a Irène Némirosky, altra novità di questa edizione, Caffè Némirosky, un ciclo di letture tratte dai libri della scrittrice ucraina. A cura di Patrizia Bologna e Stefania Maraucci.

 

 
©RIPRODUZIONE RISERVATA

 
Guarda il programma completo del Napoli Teatro Festival Italia

Focus Cechov





Commenti