Lillo & Greg esilaranti in “Il mistero dell’assassinio misterioso”
Il duo comico in scena al Diana di Napoli fino all’11
maggio
Servizio di Francesco Gaudiosi
Servizio di Francesco Gaudiosi
Napoli- Lillo &
Greg ritornano a Napoli dopo un’assenza durata 3 anni con lo spettacolo “Il
mistero dell’assassinio misteriosi”, scritto a quattro mani dagli stessi comici
romani. Un giallo brillante, divertente
ma soprattutto magnetico, dove è l’anticonvenzionalità a fare da padrona.
Surreale e notevolmente metateatrale è per l’appunto lo scarto che c’è tra la
serietà del testo che si vuole mettere in scena e il suo destino ad essere
rappresentato in maniera grottesca e paradossale. L’interazione con il
pubblico, i cambi di scena, i (finti) intervalli ed i continui colpi di scena
danno a questo testo ed alla sua relativa messinscena un forte respiro
pirandelliano. Il pubblico infatti
durante la rappresentazione parte da un turbamento iniziale dettato
dall’apparente squallore dello spettacolo, che appare come una rappresentazione
semiseria fatta da attori egoisti, gelosi e determinati solo a farsi notare da
un produttore televisivo presente in platea. Il testo tuttavia diventa anche uno spunto di riflessione sulle meschinità di
alcune compagnie teatrali che perdono il vero senso del fare teatro, quello del
gioco e della sacralità stessa della rappresentazione scenica. La dose di
umorismo, assolutamente unica nel panorama italiano, proposta da Lillo &
Greg, fa leva anche su un notevole spirito british,
generato dalla comicità di situazione e dal gioco di parole insito in ogni
battuta, permeando il testo di continue gag dove il pubblico percepisce
l’assurdità della vicenda e lo scarto tra la realtà come è e come dovrebbe essere.
In scena insieme a Lillo & Greg anche gli ottimi interpreti Vania della Bidia,
Danilo de Santis e Dora Romano. Una commedia in giallo ben fatta, che popone una comicità finalmente diversa dagli stilemi
di cabaret dei nostri giorni, dove si ammira quell’irresistibile umorismo
inglese firmato Jerome unito alla concezione pirandelliana dello spazio
metateatrale.
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