“ENIGMA” di Stefano Massini – Regia di Silvano Piccardi - con Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi
Al Teatro Nuovo di Napoli dal
22 al 26 febbraio 2017
Servizio di Pino Cotarelli
Napoli – Presentato da Arca Azzurra Teatro e
da Ottavia Piccolo, il 22 febbraio è andato in scena al Teatro Nuovo di Napoli la prima di “ENIGMA” di Stefano Massini, un atto unico
con proiezioni di sintetiche frasi concettuali sul fondo della scena, che scandiscono
l’inizio di ogni segmento dello spettacolo. Un puzzle esistenziale le cui
tessere vanno man mano componendosi e scomponendosi nel tentativo di ricostruire
le incerte esistenze di Ingrid Winz (Ottavia Piccolo) e Jacob Hilder (Silvano
Piccardi che ha curato anche la regia), in un continuo scambio dei ruoli
vittima/carnefice. Un confronto di storie inverosimili e di consapevoli
menzogne, nel tentativo di tracciare le vite dei due protagonisti che appaiono rinchiuse
ancora nel passato e mostrano una evidente inadeguatezza per quel futuro forse
solo desiderato. Un voluto grigiore quello che prevale nella scenografia di
Pierluigi Piantani nella penombra delle fioche luci di Marco Messeri. Una resa
attoriale di eccellente sensibilità quella di Ottavia Piccolo, che evidenzia
gli aspetti irrazionali di Ingrid Winz, che insieme al cinismo delicato di Jacob
Hilder, interpretato da Silvano Piccardi, riproducono con i giusti toni la
dimensione psicologia dei due personaggi. “Niente significa mai una cosa sola” oppure
“in ognuno di questi segmenti almeno uno dei personaggi mentirà sapendo di
mentire”, gli annunci che precedono vari momenti della messa in scena e che sembrano
attribuire allo spettatore il compito non facile di rimettere ordine nelle
vicende dei due protagonisti. Cosa ben più ampia e difficile, viste le tensioni
del momento storico in cui la vicenda si svolge e che sono state da sempre oggetto
delle più svariate interpretazioni. Siamo a Berlino, vent’anni dopo la caduta
del muro, in un clima di improvvisazione che travolge abitudini e certezze. Dove pare difficile
abituarsi al nuovo e i punti di riferimento di una vita si perdono. I due
protagonisti infatti, nel loro confronto si studiano, falsificano le loro
identità, raccontano vite immaginarie e finiscono per indagarsi reciprocamente e
sfidarsi, nell’incertezza del presente, rievocando un passato di cui forse
hanno ancora timore, calati come sono in un ambiente stagnante che non riesce a
trovare la strada per migliorarsi. Vite sospese che finiscono per non avere più
identità; una ricerca di verità nell’altro o in se stessi; nella finzione o
nella realtà; senza poter più approdare a quel senso di rassegnazione e di consuetudine
che comunque avevano trovato anche quando credevano di desiderare altro.
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