L’UOMO DI FUMO” drammaturgia e regia di Aniello Mallardo
Al Piccolo Bellini di Napoli dal 29
Marzo al 3 Aprile
Servizio di
Andrea Fiorillo
Napoli
- In scena dal 29 marzo al 3 aprile, al Piccolo Bellini, Teatro In Fabula
presenta L’uomo di fumo, scritto e diretto da Aniello Mallardo, basato su Perelà
di Aldo Palazzeschi, con in scena Raffaele Ausiello, Giuseppe Cerrone, Marco Di
Prima, Melissa Di Genova e Antonio Piccolo.
Nuovo
talento della scena campana e nazionale, il giovane regista, alla sua settima
prova, chiude con questo spettacolo una sorta di "trilogia sulla
letteratura italiana di inizio Novecento", che comprende Il povero Piero
da Achille Campanile e Serafino Gubbio operatore da Luigi Pirandello.
Romanzo
futurista scritto negli anni 1908-1910 e pubblicato in prima edizione nel
1911con la dedica provocatoria a «quel pubblico che ci riempie di fischi, di
frutti e di verdure», Perelà racconta la storia di quest’uomo di fumo, protagonista-vittima
della vicenda, mandato sulla Terra dopo aver vissuto per trentatré anni in un
camino, allevato e nutrito dalle tre donne, Pena, Rete, Lama, che lui considera
le sue madri.
Un
uomo di fumo, che, nato già adulto e la cui unica parte visibile e “normale”
sono gli stivali che indossa, scende in un mondo non ben identificato dal punto
di vista geografico e temporale, chiamato il regno di Torlindao, ma che si
configura come una monarchia assoluta con una società gerarchicamente
strutturata, in cui vigono valori morali e abitudini sociali che richiamano il
mondo basato su principi strettamente opportunistici.
Nel
Regno di Torlindao, sull’orlo del baratro, il gabinetto di Stato, composto dal
Re, dall’Arcivescovo, dal nobile Zarlino e dalla marchesa Oliva di Bellonda,
un’iniziale diffidenza nell’incontro iniziale con quest’uomo “anomalo”, si
trasforma, gradualmente, nella convinzione di essere al cospetto di un uomo
purificato da ogni immondezza umana, l’unico in grado di risollevare le sorti
del Regno, il solo a cui affidare la stesura del Codice. Ma sarà il successo,
il prestigio e la fama dell’uomo di fumo a destare le preoccupazioni del Re e
dell’Arcivescovo ed a decidere di rinchiudere ciò che in realtà, essendo fumo,
non può essere bloccato nello spazio.
Portatore
di valori positivi, di quella leggerezza che non è mai sinonimo di
superficialità ma capacità di sorprendersi e lasciarsi meravigliare dalla
bellezza, Perelà diventa in scena una chiara maschera di gentilezza,
magistralmente resa dall’attore Raffaele Ausiello.
In un
mondo dominato da particolarismi, questa messinscena diventa un atto di accusa
attualissimo, nel quale il regista riesce attraverso l’utilizzo scenografico di
semplici cubi, a ricostruire gli egoismi, le chiusure, la stupidità che regna
sovrana nella nostra società.
In
questa “favola aerea”, dove i presupposti di riscrittura portano ad un continuo
gioco del nonsenso e del grottesco, è mancato, però, il ritmo che avrebbe reso
tutto “più leggero”, tutto più in linea con ciò che il testo contiene.
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