Con Leo Gullotta alla corte di Patroni Griffi

Poesia e parole "Prima del Silenzio"
Servizio di Anita Curci
 

Napoli - A trent´anni dallo spettacolo con Romolo Valli per il quale Giuseppe Patroni Griffi scrisse il testo, Prima del Silenzio viene riproposto da Leo Gullotta al Mercadante di Napoli dal 20 novembre all´1 dicembre. Con Eugenio Franceschini e la regia di Fabio Grossi, l´opera richiama audacemente quelle che erano le caratteristiche del regista napoletano, la determinazione, la polemica e la tendenza al controcorrente che gli procurarono non poche censure dalla magistratura. Crudezza dei testi, arguta provocazione. Questo il bagaglio di una personale politica artistica dal pubblico sempre apprezzata.
In Prima del silenzio, la scena offre la sagoma di un giovane ventenne e quella di un uomo oltre i cinquanta, il poeta deluso, affaticato, oppresso dalla vita. Tra le due figure un solo legame effettivo, quello di sentirsi fuorilegge della società. Da questi personaggi scaturisce il tutto dell´opera. A prescindere dagli schemi narrativi. Lo stesso Patroni Griffi affermava: "Il teatro non è la trama. Non si va a teatro per seguire una trama. Il teatro si basa su colonne, e queste colonne sono i personaggi; quindi il teatro si basa sugli attori". Linguaggio poetico, drammatico, tematiche coraggiose. Ed è qui che Gullotta si fa poeta per incarnare il personaggio che fu di Valli.

 

Il testo fu dedicato per Romolo Valli che proprio al termine di una delle repliche dello spettacolo al teatro Eliseo, morì, tornando a casa, in un incidente stradale. Una responsabilità in più per lei, Gullotta.

Una grande responsabilità che sono felice di sostenere. Perché ho il piacere di confrontarmi con una personalità importante. Patroni Griffi come regista, scrittore, quello che ha portato in scena opere di grandissimo interesse. E ancora non mi spiego il motivo per cui un personaggio così straordinario sia stato messo in oblio dall´Italia.

 

Perché ha scelto questo testo che in apparenza sembra molto intellettuale, cerebrale, forse datato? O, al contrario, è ancora attuale?

Dopo averlo letto e subito amato, ho sentito il bisogno due anni fa di fare mio questo testo. L´ho voluto mettere in scena per riportare alla luce un autore meritevole come tutti i grandi autori universali che hanno guardato nel futuro. L´opera è il rigurgito delle parole di un personaggio logorato dal fallimento della società, della politica, del matrimonio. E comunica attraverso i ricordi. Anche la scansione registica offre una particolare scenografia dove i personaggi sono incubi della sua testa. E´ uomo rintanato nel buio. Un testo di denuncia. Assolutamente attuale. E mi piace affermare che sembra scritto "domani mattina".

 

Quali sono state le reazioni del pubblico?

E´ stato uno straordinario successo. L´effetto dello spettacolo è ricaduto sugli spettatori favorevolmente. Un atto unico di un´ora e mezzo che sorprende e affascina ancora. E pensare che è stato scritto trentatre anni fa! Un testo altissimo che mi ha fatto comprendere, una volta restituito al pubblico con questo spettacolo, che non siamo più la televisione degli ultimi 25 anni,  non siamo più frutto di una politica sbagliata o del linguaggio da soap opera che ci hanno inculcato. Basta una riflessione diversificata e il pubblico si riprende quello che gli è stato sottratto e che non ha perduto. Ma gli hanno fatto metter da parte. Lo spettatore è presente, entra nel percorso delle note dello spettacolo. Questo mi fa capire che la platea vuole finalmente bere acqua diversa. Vuole uscire di casa ed essere coinvolta.

 

La tematica omosessuale è un altro elemento del copione.

Una tematica laterale. È lo scontro generazionale, non ci si deve appigliare alla definizione. Fatto di amore, compagnia, bisogno di misurarsi. Non riduciamo l´abilità di Patroni Griffi a questo.

 

Infine, c´è il tema del ricorso alla poesia, come mondo ideale in cui rifugiarsi quando la realtà ci opprime troppo.

E´ tutto il testo cosparso di poesia. È la parola stesa nei racconti, nelle visioni. Sono i ricordi di un uomo che camminano. È tutta poesia.

 

Quali tappe per Prima del Silenzio dopo Napoli?

Verona, Milano, Padova, Torino al Carignano, Forlì, Pisa e così via fino a metà marzo. Poi lo spettacolo verrà ripreso alla prossima stagione teatrale.

 

Progetti dopo questo spettacolo?

Intanto facciamo questo spettacolo. Ogni sera cerco di prendere il testo, semplice, vero, senza arzigogolare. Portando sul palcoscenico la verità che trasuda dalle pagine del copione.

Ho fatto una fiction su Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia in Sicilia, il tutto tratto da un libro. Questa docu-fiction sul sociale è la capacità di un uomo di sapere regalare con semplicità ai ragazzi il coraggio di combattere contro la criminalità e di riprendersi il concetto di legalità. Non ho voluto compensi per questo ruolo.

 

 

22 novembre 2013

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