Musica Identità Rivoluzione, Festival con la direzione artistica di Eugenio Bennato

Piazzale San Martino e Arena Flegrea dal 04/08/2020 al 07/08/2020

Servizio di Rita Felerico

Napoli – Arena Flegrea 7 agosto 2020 - Il Festival Musica Identità Rivoluzione dal 4 al 7 agosto - direttore artistico Eugenio Bennato – si è chiuso su palcoscenico dell’Arena Flegrea, affollata di pubblico di ogni età, emozionato e partecipe. Era l’ultimo appuntamento, dopo gli spettacoli al Belvedere di San Martino dove si sono esibiti artisti del calibro di Pietra Montecorvino, Peppe Servillo, Morgan e Tosca.  I fratelli Eugenio e Edoardo Bennato hanno chiuso il sipario con un concerto live che segnerà la storia musicale della città. L’idea centrale da cui parte il Direttore artistico, Eugenio, sarà stata letta e riletta, ma credo esprima con chiarezza l’intento e lo scopo del festival: “La Storia procede con passi inattesi e spiazzanti. L'Arte riesce spesso ad anticipare, respirando tensioni ed atmosfere ancora inespresse ma pronte ad esplodere.  

MUSICA IDENTITÀ RIVOLUZIONE è il tentativo di aggregare musiche e musicisti che rappresentano, attraverso l'affermazione dell'identità, la convinta opposizione alla cultura dominante, al livellamento imposto dalla globalizzazione, al pensiero unico che ha oggi nel potere del virtuale un alleato insidioso e devastante. Si tratta di strumenti musicali e voci, che vivono la poesia e la tecnologia del presente, per mettersi in discussione rivolgendosi in maniera diretta ad un pubblico vero, reale e pronto ad ascoltare'‘. Sono riuscita a seguire gli ultimi due appuntamenti che confermano il valore e il senso delle scelte; una strepitosa Tosca, accompagnata da musiciste d’eccezionale versatilità e bravura come Giovanna Famulari che con disinvoltura passava dal violoncello al pianoforte, da una tastiera digitale ad un microfono per accompagnare il canto di Tosca; come le sorelle Alessia e Fabia Salvucci, come Massimo De Lorenzi alla chitarra. 

Una luna quasi a tutto tondo spuntava da ciuffi di nuvole dietro il palco, giusta compagna dei canti che in varie lingue Tosca ci ha regalato all’ascolto: dal greco al macedone, dai dialetti (napoletano, lucano, romano) al portoghese, dall’Yiddish allo zulu, canti d’amore e di dolore, intermezzati dalle parole di un poeta mediterraneo come Pessoa.  Una sorpresa per il pubblico che non conosceva a fondo Tosca, la sua voce mutevole e profonda che neppure uno schiamazzante carro di giovani scapestrati giunto quasi fin sotto il palco ha saputo ‘interrompere’. Di cattivo ‘gusto’ toglierle l’audio sul finire dell’ultima canzone, il successo sanremese Ho amato tutto tanto atteso. In molti luoghi della città si consente di far rumore e chiasso fino all’alba e qui, per pochi minuti? Il titolo del Festival, punta di diamante dell’estate napoletana organizzata dal Comune a titolo gratuito per gli spettatori, è anche quello di un brano musicale scritto da Eugenio Bennato, Gino Magurno e Gianni Migliaccio interpretato dalla giovane figlia d’arte di Eugenio, Eugenia, protagonista anche del videoclip che fa da spot.  I video che hanno accompagnato i vari concerti hanno un ruolo determinante per spiegare e collegare la tecnologia al ‘fare dell’Artè, alla possibilità cioè di usufruire del linguaggio tecnologico senza stravolgere il significato artistico. Anche questo si è colto nel concerto all’Arena Flegrea, accompagnato dalla presenza della luna. Ed Eugenio ha iniziato proprio con la luna, cantandola con un brano di cui è autore, mentre compositore è Edoardo: ma lei è luna, nessuno la potrà cambiare, quando è sera lei sa quello che deve fare… si ascolta in un punto del brano. Per tutto il tempo del concerto - che in alcuni momenti ha molto emozionato –   si sono susseguiti brani vecchi e nuovi del repertorio dei due fratelli (anche loro accompagnati da bravissimi musicisti, voci, percussionisti) e rivisto da parte di cantautori il pentagramma con accorgimenti tecnologicamente avanzati. 

Due le parole che hanno attraversato la mia mente durante il concerto: tempo e vicinanza. Tempo non solo perché alla memoria affioravano – data la mia età – ricordi ed emozioni, ma perché ci si accorge che ciò che accaduto anni addietro è sempre presente, non tanto come ricordo, ma come effettiva realtà, mutevole ma sempre uguale. Tempo ciclico, tempo che unisce passato e presente, attraversato da una storia che sembra ripetersi, mutare nello scorrere degli anni ma di poco in quel ributtare indietro scelte apparentemente compiute. L’armonica di Edoardo, i briganti, la ribellione ai soprusi, il sud, le sue vicende, le sue emigrazioni e migrazioni: Ninco Nanco deve morire è uno dei testi più famosi. E poi vicinanza, sì perché ho visto unirsi nella musica e nel canto   giovani, anziani, bimbi di ogni fascia sociale, anche senza comuni ricordi; vicinanza perché, come hanno cantato Eugenio e Edoardo, ci si unisce e ci si ritrova nell’umano quando i valori sono veri e vissuti, insieme a quello più grande, l’amore per la libertà. Non possiamo che ringraziare.

 

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