DALL’ALTRA PARTE. 2+2=? regia e drammaturgia Emanuele D’Errico
Per Napoli Teatro Festival Italia 2020 – Palazzo Reale - Giardino Romantico - 31 luglio ore 22,30 - Prima assoluta
Servizio di Pino Cotarelli
Napoli – Giardino Romantico. “Il progetto di Dall’Altra Parte. “2+2? si è andato strutturando in diverse fasi. Ma
si è rivelata una ricchezza il poter avere un tempo lungo; si è sedimentato il
lavoro e si è scesi sempre più in profondità, dentro l’idea. Le tappe? Abbiamo
partecipato prima al Premio Scenario
arrivando in semifinale e poi al Premio Giovani Realtà del Teatro a Udine vincendolo. La vittoria e i positivi
riscontri dopo il Premio sono stati una grande spinta per andare avanti,
abbiamo preso coraggio e colto le potenzialità. Successivamente il lavoro è
andato in scena in forma di studio al Teatro Sannazaro; sperimentando, osando e
spingendoci al limite, si sono portati alla luce i difetti e le potenzialità
ancora nascoste. Questo è accaduto ed è stato emozionante - dopo così tanto
tempo - poter dare vita ad un vero e proprio allestimento fino al debutto qui,
al Napoli Teatro Festival. Un viaggio, che è stato possibile solo grazie alla
dedizione e alla passione di ogni singolo elemento del gruppo”.
Con queste parole, il giovane regista e
drammaturgo Emanuele D’Errico ha
commentato dopo lo spettacolo la sua emozione e quella dei suoi compagni ‘di
viaggio ’, gli attori Dario Rea e
Francesco Roccasecca, accompagnati dalla voce fuori campo di Clara Bocchino, tutti parte della
compagnia Putéca Celidonia, produttrice
dell’allestimento. È stato
significativo che a chiudere il festival (nonostante la corona ha al suo attivo
la presenza di ben 10mila spettatori) sia
stato questo ‘manipolo’ di ragazzi, professionisti preparati ed entusiasti con
in campo una serie di attività e progetti di alto valore sociale e formativo.
L’impegno nel Rione Sanità, la scuola di teatro (gratuita) allestita in un bene
confiscato alla camorra, che ha portato
i bambini del quartiere sul set di Martone, sul palcoscenico del Mercadante, la
collaborazione all’interno del carcere minorile di Nisida, l’animazione
del vicolo
della cultura, l’organizzazione di un festival, settembre D’’o vico, recitato e ideato dai balconi della stretta
stradina, che ha coinvolto importanti nomi dello spettacolo e della
cultura napoletana. Ma parliamo dello
spettacolo, originale ed empaticamente sentito nel suo messaggio.
Prende avvio
da uno studio di
Marian Diamond, neuroscienziata e professoressa presso la University of California,
nel quale si dimostra che il 50/75% dei neuroni viene perso durante lo sviluppo
prenatale; si continuano a perdere poi lungo tutto l’arco della vita. Da qui la
penna immaginifica, ricca di forbito cipiglio, del regista/drammaturgo mentre
narra ciò che accade dentro la pancia di una gestante dove tre gemelli eterozigoti
condividendo paure, giochi, riflessioni realizzano che, con il passare del
tempo e l’avvicinarsi della nascita, perderanno gradualmente capacità cognitive
fino a raggiungere la totale incoscienza. Scandiscono il passaggio dei mesi i cambiamenti
della postura, delle capacità intellettive, della relazione che si è instaurata
fra loro. La prova della perdita viene
segnata dalla diversità di uno dei
gemelli; su questo tema del diverso si va a focalizzare la fine della pièce, in
modo non banale e scontato. Cosa ci differenzia? Quale significato possiede il
diverso? La vita è poi quella che crediamo sia? Una vena di pacata ed elegante
comicità attraversa il testo, interpretato con intensa partecipazione e bravura
da tutti i protagonisti, nei gesti, nel tono della voce, nel ritmo delle
azioni, sincronizzati, liberi ma uniti da quel cordone ombelicale che a volte
ne impedisce i movimenti. Originale la scenografia, semplice ma di piena resa
sul palcoscenico, come il commento musicale che segna i tempi con ritmo
rilevando i momenti di unione e di rottura. Anche se immersi nel ‘liquido’, la
piccola comunità gemellare non disperde i suoi significati e qualità e ognuno
potrà riconoscersi, in pregi e difetti, in uno dei tre fratelli, tre archetipi
comportamentali. Una risposta di teatro in un tempo di imposto ‘non teatro’.
Bravo Emanuele che dimostra ancora una volta la congenialità con la scrittura,
bravi Dario, Francesco dei quali abbiamo sentito scorrere il ‘sudore’ del fare
teatro, brava Clara e tutte / i di Putéca . In platea molti colleghi attori,
registi ad applaudire.
DALL’ALTRA PARTE.
2+2=?
Regia e drammaturgia Emanuele D’Errico
Con Emanuele D’Errico, Dario Rea, Francesco Roccasecca
Voce Clara Bocchino
Assistente alla regia Marialuisa Diletta Bosso
Costumi Giuseppe Avallone
Scene Rosita Vallefuoco
Sound design e musiche originali Tommy Grieco
Maschere Luca Arcomone
Disegnatore luci Giuseppe Di Lorenzo
Produzione Putéca Celidònia
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