“L’ ULTIMO DECAMERONE” di Stefano Massini dall’opera di Giovanni Boccaccio regia Gabriele Russo
Al Teatro Bellini di
Napoli, dal 10 aprile al 6 maggio 2018
Servizio di Rita Felerico
Napoli – Un richiamo al Cretto Nero di Alberto Burri, un’opera del
1978 custodita presso il Museo di Capodimonte, quelle grandi pietre grigie
slabbrate, divise l’una dall’altra da profonde ferite, che delimitano la base
del palcoscenico,un segno della situazione di dolore che unisce i protagonisti della rappresentazione,
l’infuriare della peste, come il terremoto lo è stato per gli abitanti di
Gibellina. Di impatto le scene di Roberto Crea. E lo spazio ad imbuto che
incombe al di sopra del cretto ricorda l’orecchio di Dioniso scavato nella roccia nei
pressi dell’antico teatro di pietra di Siracusa, amplificatore ‘naturale’ delle
voci narranti. E nelle pagine del Boccaccio, le sette donne e i tre uomini
fuggiti nelle campagne toscane per allontanarsi dall’orrore dell’epidemia
trascorrono infatti il loro tempo narrando. Sembrano stare lì, gettati, da
allora .Sul narrare e sul suo significato si incentra la lettura del Decameron
di Stefano Massini, uno dei più originali e bravi drammaturghi contemporanei,
lo scrittore più rappresentato sui palcoscenici nazionali ed internazionali:
nel 2018 sue opere verranno rappresentate a Broadway e il suo Lehman Trilogy –
ultima storica regia di Luca Ronconi, al quale succede dopo la sua scomparsa
come consulente artistico al Piccolo
Teatro di Milano - verrà messo in scena
da Sam Mendes nel luglio 2018 presso il National Theatre di Londra. Narrare è inventare,
navigare fra i sogni per riportarli nella realtà, narrare è un percorso di
catarsi per osservare, analizzare, superare la paura, la morte, la guerra,narrare
è venir fuori da quel silenzio che non è
pace ma solo un finto nido di protezione ai limiti e alle defaiance dell’esistenza. Non si scelgono delle novelle
in particolare; le dieci novelle raccontate da Massini sono un mosaico
costruito con tessere prese dalle novelle boccaccesche, secondo una trama tesa
a raccontare – andando fin dentro il linguaggio – le spigolosità, le
incongruenze, le asimmetrie dell’autore, per risaltarne il senso, ovvero dare
luce all’imprevedibilità della vita e delle azioni umane. La trama disegnata
dalle voci, dai corpi, dai gesti delle attrici ( molto significativa la novella raccontata
con il suono e le parole di diversi dialetti ) viene ‘stracciata’ di tanto in
tanto dall’irruzione sulla scena dei corpi dei ballerini, dalla loro danza, dai
loro movimenti. La coreografia di Edmondo Tucci – che collabora con il Teatro
di San Carlo dal 2010 - supera a pieni voti l’interazione con la prosa –
soprattutto nel secondo tempo – regalandoci degli assoli e dei momenti coreutici intensi ed
emozionali. E’ forse debole nell’unire narrazione e danza/azione la regia di
Gabriele Russo,rendendo il ruolo del corpo di ballo ( come detto soprattutto
nella prima parte ) più povero di intreccio
ritmico con le attrici e ancora più evocativo rispetto a quello che era
nelle intenzioni, un momento quasi avulso dal narrato. Decisa e ben determinata
invece la scelta di affidare anche l’interpretazione dei personaggi maschili
solo a donne – di notevole bravura tutte le attrici- .” L’assenza della figura maschile in una moltitudine di storie molto
incentrate sull’eros e sul rapporto uomo/donna, si innesta in una logica di
capovolgimento rispetto al Decamerone di Boccaccio”. Se per Boccaccio il
raccontare è un rimedio, una fuga,qui nel nostro tempo, quando il racconto con
le parole sembra divenire un’ esperienza
sempre più lontana, diviene necessità di rileggere il passato, di portare a
galla la memoria, le memorie: narrare diviene esigenza necessaria alla vita. Un
tocco particolare lo ha dato la collaborazione con il Massimo napoletano, con la presenza non solo del su citato coreografo Tucci, ma
del compositore Nello Mallardo il quale, insieme all’arrangiatore Ivano Leva, ha dato vita ad
una atmosfera fluida, armoniosa, a pagine di note aderenti al testo. Afferma: “Un
fattore importante è stato comporre con Edmondo Tucci musica e coreografie
direttamente in sala prove, una sinergia inconsueta”. Che dire poi
dell’amata costumista Giusi Giustino, una icona del San Carlo ; gli abiti dei
protagonisti “ non hanno tempo, come il difficile rapporto fra l’universo maschile e
femminile – dice - durante i racconti
appaiono come per magia pochi indumenti ed oggetti che trasformano le donne nel
personaggio raccontato”. E anche lei dice di essersi ispirata a Burri “ la cui arte consuma la materia, brucia e
buca la tela squarciata a tratti da lampi di rosso, colore della passione, motore della nostra vita “. La passione,
premessa primaria nel dare vita a questo
spettacolo ‘nuovo’ per diversi aspetti, per la collaborazione fra due
Fondazioni di rilievo, per perseguire l’unione
e non il semplice parallelismo fra danza e prosa, per mettere in gioco
il teatro della parola con altre espressività usando logiche non settoriali, per riscoprire in tal
modo il senso più profondo del narrare,
che svela l’importanza della relazione, base dell’esistere: se non
ci dici chi siamo, non siamo.
Con Angela De Matteo, Maria Laila Fernandez,
Crescenza Guarnieri, Antonella Romano, Paola Sambo, Camilla Semino Favro,
Chiara Stoppa
Coreografia originale Edmondo Tucci eseguita dal Corpo di Ballo
del Teatro di San Carlo diretto da Giuseppe Picone
Maître Stefano Giannetti
Maître Stefano Giannetti
Tersicorei Solisti Sara Sancamillo, Candida Sorrentino, Giovanna
Sorrentino, Luisa Ieluzzi, Marcello Pepe, Massimo Sorrentino, Stanislao
Capissi, Ertugrel Gjoni, Alessandro Staiano
Corpo di Ballo Claudia D'Antonio , Annalina Nuzzo, Annalisa Casillo, Adriana Pappalardo, Annachiara Amirante, Martina Affaticato, Gianluca Nunziata, Salvatore Manzo, Carlo De Martino, Danilo Notaro, Ferdinando De Riso, Francesco Lorusso, Giuseppe Ciccarelli
Corpo di Ballo Claudia D'Antonio , Annalina Nuzzo, Annalisa Casillo, Adriana Pappalardo, Annachiara Amirante, Martina Affaticato, Gianluca Nunziata, Salvatore Manzo, Carlo De Martino, Danilo Notaro, Ferdinando De Riso, Francesco Lorusso, Giuseppe Ciccarelli
musiche originali Nello Mallardo
arrangiamenti Ivano Leva
scene Roberto Crea
costumi Giusi Giustino
luci Fiammetta Baldiserri
sound design Alessio Foglia
arrangiamenti Ivano Leva
scene Roberto Crea
costumi Giusi Giustino
luci Fiammetta Baldiserri
sound design Alessio Foglia
Assistente alla regia Francesco Ferrara/foto di scena Mario Spada
Per il Teatro Bellini: direttore di palcoscenico Antonio Verde/macchinista
Walter Frediani / datore luci Salvatore Palladino / sarte Violetta Di
Costanzo, Nunzia Russo / trucco Annamaria Sorrentino
Per il Teatro di San Carlo: direttore allestimenti scenici Pasqualino
Marino/realizzazione scene Laboratorio di falegnameria del Teatro di San
Carlo - capo costruttore Carlo Lucagnano, Laboratorio di scenografia del
Teatro di San Carlo - scenografo capo reparto Piero Olivieri/realizzazione
costumi Laboratorio di sartoria del Teatro di San Carlo – direttore Giusi
Giustino
Service Emmedue Srl
Coproduzione Fondazione Teatro di San Carlo, Fondazione Teatro di
Napoli - Teatro Bellini
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