“ELLIS ISLAND” di e con Maurizio Igor Meta
Al Teatro Nuovo di Napoli il 5 luglio 2017 per il
Napoli Teatro Festival Italia
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Napoli – Ellis Island fu un approdo, un luogo di speranza, un passaggio
obbligato per migliaia di emigranti che nel diciannovesimo secolo volevano
accedere al “sogno americano”. Maurizio
Igor Meta, ideatore dell’omonimo lavoro rappresentato al teatro Nuovo di
Napoli, nell’ambito di Napoli Teatro Festival, ha voluto riproporre sulla scena
le intense sensazioni risultato di una lunga ricerca fatta nel ripercorrere il
cammino del suo bisnonno, che nel novembre del 1890 partì da Napoli in cerca
di fortuna e trovò un lavoro nelle ferrovie della Pennsylvania Railroad. Una
ricerca trasformatasi in drammaturgia per lo spettacolo prodotto da MaMa Umbria
International con la coproduzione di URA Centro Teatrale Umbro, nel quale con
profondo sforzo fisico, aggiungendo alla recitazione voci ed estenuanti
movimenti scenici, l’attore è riuscito a riprodurre per lo spettatore attonito,
interessato e ammutolito per l’insolita e a tratti toccante ed intensa
rappresentazione, le sofferenze, le ansie, le fobie, che spesso sostituiscono i
sogni e arrivano a sfigurare fisico e anima di chi aveva affidato tutto alla
speranza.
Potessero parlare qui volti che appaiono in mostra all' Ellis Island
Immigration Museum, forse risentiremmo echi di tragedie dei nostri tempi,
quella immigrazione contemporanea che spesso finisce per “annegare” i sogni che
sembrano alla portata dei tanti, che affidandosi a bande di criminali, vengono
traghettati su imbarcazioni ai limiti della vivibilità, per approdare sulle
nostre coste decimati se non peggio. Una scarna scenografia con costumi
minimali di Alessandra Bonanni, a dimostrazione del “nulla” da cui parte la
disperata condizione umana di un emigrante. Illuminazioni per le giuste
atmosfere e proiezioni che recuperano posti ormai trasformati dall’abbandono,
nei quali l’autore ha cercato di ordinare i frammenti di memoria per
comprendere, e forse tentare di provare, quello che ha sofferto il bisnonno
emigrante. Una ricostruzione che è un messaggio di umanità, che vuole mettere a
fattor comune tutte le emigrazioni partendo da quelle delle nostre popolazioni
costrette anch’esse ad emigrare per motivi economici o per le guerre. La sofferenza del viaggio, la
spersonalizzazione degli estenuanti controlli, la permanenza nei centri di
accoglienza come quella di Ellis Island ed il disagio per la ricerca di una
necessaria soluzione economica, sono comuni in tutte le emigrazioni ed il
lavoro di Maurizio Igor Meta forse riesce a spingere più in là lo spettatore e
a fargli fare i conti con la propria coscienza.
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