“Ladridisogni” - scritto e diretto da Peppe Celentano e Vincenzo de Falco
Con Antonio Casagrande, Massimo Masiello e
Gabriella Cerino
Al Teatro Diana di Napoli il 19 settembre
Servizio
di
Francesco Gaudiosi e Giulia
Compagnone
Napoli- Ricordare non è la stessa cosa di rendere memoria
a qualcosa o qualcuno. E’ molto di più. Perché il ricordo, a differenza della
memoria, è legata alla radice cor, ed
indica per questo qualcosa che va oltre il mero memoriale, che non resta nelle
nostre menti bensì nelle nostre coscienze. E quello che accade il 19 settembre
al Teatro Diana di Napoli è proprio un ricordo, delicato, informale e vero di
Giancarlo Siani. O forse potremmo dire che è un ricordo di tutte le vittime
innocenti della camorra.
L'aria era pesante, ma felice. Si, proprio così.
Giancarlo quel giorno aveva ricevuto la notizia del suo trasferimento a
"Il Mattino" di Napoli. Basta Torre Annunziata, basta quell'inferno,
ora avrebbe scritto per una testata importante ed avrebbe coronato la sua ambizione.
Si, sarebbe dovuta andare così se non gli avessero tolto la parola, scomoda e
fastidiosa, ammazzandolo con dieci colpi di pistola alla testa.
In un teatro Diana gremito di giovani e di maestranze
cittadine torna in scena, dopo dieci anni, Ladridisogni,
uno spettacolo scritto da Peppe Celentano e Vincenzo de Falco che ha registrato
oltre 130 repliche per un afflusso di circa centocinquantamila spettatori. Uno
spettacolo che sarà destinato ad un pubblico giovane e che il Teatro Diana di
Napoli, anche produttore dello spettacolo, inserirà nel palinsesto degli
spettacoli per le scuole del corrente e (ci si augura) del prossimo anno
scolastico.
Ma Ladridisogni potrebbe essere inserito senza indugio
anche in cartelloni teatrali serali, trattandosi di uno spettacolo che presenta
una struttura drammaturgica solida, una costruzione registica efficace, ed un
cast di tutto punto, tra cui figura un emblema del teatro napoletano e
nazionale al tempo stesso come Antonio Casagrande. Il nostro plauso va proprio
ad una attore della sua statura e della sua esperienza che ha accettato la
sfida di mettere la sua maestria al servizio di un pubblico di giovani e
ragazzi che vedranno questo spettacolo. Un esempio di umiltà e di esperienza da
cui tanti altri suoi colleghi dovrebbero solo imparare. In scena, insieme a
Casagrande, anche Gabriella Cerino, autrice anche delle coreografie e dei
costumi, lo stesso Celentano, Massimo Masiello, Emilio Salvatore, Amedeo
Ambrosino, Salvatore Catanese, Diego Sommaripa, Sonia de Rosa, Lorena Bartoli, Alessandro
Palladino, Antonio Ferraro.
In questo continuo riaffiorare di fantasmi, ognuno di
questi attori rappresenta una figura, una presenza che rievoca ora Silvia
Ruotolo ora don Peppe Diana, e poi ancora Paolo Castaldi, Gigi Sequino,
Annalisa Durante, Lea Garofalo: tutte vittime innocenti della camorra. E il
filo conduttore tra i fantasmi e la realtà, tra il presente ed il passato, è
proprio Giancarlo Siani, che parla, scopre, interroga, e cerca. Cerca una
verità che è troppo pericolosa da tenere a galla, e quindi è necessario
sotterrare nuovamente sia una scomoda verità che uno scomodo giornalista.
Uno spettacolo emozionante e forte, che torna in scena
proprio in occasione del trentennale
dalla scomparsa di Siani, una data importante che ci fa capire, come dice lo
spettacolo, che quel Siani non è più solo un giornalista bensì un professore,
un maestro ed un esempio per tutti che cambiare è possibile, che la camorra può
essere combattuta.
Cerchiamo di tramandare il suo esempio, raccontando il
suo coraggio ed il lavoro che professava: il giornalista. Impariamo giorno per
giorno a pronunciare e ad affrontare quella fatidica parola, quella che non si
pronuncia, che si evita, ma che ha ucciso Giancarlo: camorra. Affrontiamola.
Solo così possiamo essere all'altezza della sua memoria e di quella di tutte le
vittime innocenti della criminalità. Non dobbiamo tirarci indietro, non
dobbiamo farci sconfiggere dalle realtà difficili che ci circondano, dalle
parole intrise di sfiducia di quelle persone che si sono lasciate attraversare
e distruggere da questa realtà malata, corrotta, marcia. Dobbiamo andare avanti
per Giancarlo, per il suo ricordo e per la sua giustizia, per il trionfo della
bellezza e del bene e per sconfiggere il
nero, che spesso ci avvolge e ci affoga. Giancarlo, Lea, Annalisa, Giuseppe,
Simonetta, Silvia, Teresa, Paolo, Dario, Claudio, Nunzio, Gelsomina, Raffaele e
tanti altri sono il bianco che deve colorare le nostre vite e le strade della
nostra città. Uccisi per banalità, per caso, per grado di parentela, per il
loro pensiero. Giancarlo voleva semplicemente realizzare il suo sogno, ma
gliel'hanno estorto, strappato. Non facciamoci rubare i nostri sogni, ma
combattiamo contro le prevaricazioni per realizzarli passo passo con le nostre
mani sane. Insieme ai nostri di sogni, portiamo alla luce anche quelli di tutte
le persone che non ci sono più, ma che sono e devono essere sempre presenti in
noi, con i loro volti, i loro sorrisi e le loro menti.
E non è casuale il fatto che questo spettacolo venga
indirizzato proprio alle scuole perché come scrisse Gesualdo Bufalino: “Per
sconfiggere la mafia occorre un esercito. Un esercito di insegnanti.”
Un’educazione che, quindi, partendo dal basso, può illuminare le coscienze di
centinaia di ragazzi predisponendoli a capire che dietro la fascinazione del
fenomeno camorristico si celano le crepe di coscienze sporche, di vite buttate
e di sogni rubati. Perché la camorra è solo ladra di sogni, come dice lo
spettacolo. E perché come scritto alla fine sulle maglie dei ragazzi che
compaiono sul palco, la camorra non vale niente.
Un ringraziamento speciale va a "Libera" ed alla "Fondazione Polis", che
rendono vivo il ricordo di tutte le vittime innocenti della camorra, ogni
giorno, con un puro impegno quotidiano. Non da meno il riconoscimento che va ad
Ottavio Ragione, intervenuto durante la serata, caporedattore di "La
Repubblica Napoli" che ha ufficializzato l’utilizzo di Castel Capuano ai
Tribunali come sito rilevante e cruciale per attività antimafia. Questa
è la dimostrazione tangibile ed effettiva che quello che si fa ogni anno non è
solo memoria di vittime, ma è ricordo di eroi del quotidiano. Questa è la dimostrazione che insieme, uniti
per mano, non solo il 21 marzo, giornata della "memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime innocenti delle mafie", ma tutti i giorni, non
dobbiamo avere timore di urlare a gran voce che "la camorra non vale
niente".
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