“Cupido scherza e… spazza” di Peppino De Filippo -- “Sik Sik l’Artefice Magico” di Eduardo De Filippo


Regia di Franco Pinelli

Al Teatro “Mario Scarpetta” di Ponticelli dal 13 al 29 marzo

Servizio di Antonio Tedesco

 

Napoli - Prosegue la stagione del Teatro Mario Scarpetta di Ponticelli, piccolo ma valoroso e accogliente avamposto culturale in un quartiere per altri versi difficile. Dopo gli ottimi esiti ottenuti con “Il sindaco del Rione Sanità”, la Compagnia stabile del teatro, guidata da Franco Pinelli, torna alla sua vocazione originaria, quella, cioè, di un teatro comico, popolare, ma che sa coniugare la leggerezza con lo stile e la qualità della migliore tradizione napoletana. E siamo qui ai massimi livelli di questa tradizione visto che i due atti unici proposti in questa nuova tappa di stagione si pongono come un omaggio a due grandi esponenti della storia del nostro teatro, i fratelli Eduardo e Peppino De Filippo. Si tratta, infatti, di Cupido scherza e…spazza” di Peppino e Sik Sik, l’artefice magico di Eduardo. Due testi brevi, folgoranti e, seppur in maniera diversa, di grande valore, per molti versi, anche storico. Se il primo, infatti, che Peppino scrisse all’inizio degli anni ’30 è un tipico prodotto di quel “Teatro Umoristico”, come si chiamava la Compagnia che in quegli anni era formata dai due fratelli più Titina, e che grande successo riscuotevano sui palcoscenici di tutta Italia, Sik Sik, scritto nel ’29 da Eduardo, pur nella sua apparente semplicità e immediatezza, contiene già i germi di una drammaturgia articolata e complessa che darà, nei decenni successivi, gli esiti universalmente noti. Non a caso Eduardo riprese questo testo nel ’79, a fine della sua carriera, come a chiudere il cerchio del suo percorso teatrale.

Ottima scelta, dunque, quella effettuata da Franco Pinelli e dai suoi attori, che offrono al pubblico una serata che unisce al divertimento e alla leggerezza, un pezzo di storia (diremmo quasi una lezione) del nostro più glorioso teatro. Così, tra gli equivoci e gli inganni che coinvolgono “l’eroico” spazzino Vincenzo Esposito, che vive il suo momento di gloria quando restituisce una busta con una cospicua somma di denaro trovata tra la spazzatura, ma scopre contestualmente che la moglie intrattiene una relazione “plutonica” con il caporale addetto alla sorveglianza degli spazzini nella sua zona, e le disavventure del maldestro prestigiatore Sik Sik, che resta prigioniero dei suoi stessi inganni (e che Eduardo seppe elevare a metafora del teatro stesso) il pubblico può trovare motivo di grande divertimento ma, allo stesso tempo, spunti di riflessione non banali sul valore di una tradizione che sa essere marchio distintivo della città, del suo popolo e della sua cultura.

Sempre attenta ai ritmi e ai tempi la regia di Pinelli, che è anche protagonista dei due atti unici, nei ruoli dello spazzino Vincenzo Esposito e di Sik Sik, e precisa la caratterizzazione dei suoi attori, che sono, Carlo Maratea (il “caporale”), Maria Scatola (sua moglie, “ ‘a Diavola”), Francesca Pia Di Martino (la nipote di don Vincenzo)  con Domenico Pinelli e Antonio Lippiello, che sono anche comprimari in Sik Sik. Con loro Franca Pierce (moglie di Vincenzo Esposito), Antonio Imperato e Luigi Albanese, con Teresa Ferrara nel divertente ruolo di Giorgetta nel testo di Eduardo.

 

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