“Il Varietà: dalla Belle Époque al Varieté”, di autori vari – regia di Ernesto Lama

Al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli dal 5 all’8 dicembre

Servizio di Francesco Gaudiosi

 
Lo spettacolo, firmato da Ernesto Lama, rievoca un intero secolo di avanspettacolo internazionale

Napoli- Divertimento, sketch, macchiette, balletti, pezzi recitati ed esilaranti parodie sono gli ingredienti principali dello spettacolo “Il Varietà”, in scena al Teatro Nuovo di Napoli fino a lunedì 8 dicembre.

Lo spettacolo simula l’atmosfera di un Cafè Chantant in cui gli attori sono sia pubblico che interpreti delle pièce messe in scena. Si passa dalla musica di Viviani alla prosa di Marinetti, dalla comicità di De Filippo al teatro dell’assurdo di Ionesco, dalla poesia di Trilussa al teatro-cantato di Petrolini. Ben ventotto giovani   attori sulla scena, che interpretano senza sosta sciantose, dive, trasformisti e le numerose macchiette di cui lo spettacolo è composto. Il tutto sotto la regia dell’attore Ernesto Lama, che “dirige” nel vero e proprio senso della parola la compagnia di artisti e di musicisti che suonano dal vivo.

Lo spettacolo, comunque apprezzato dal pubblico, presenta forse un’eccessiva sovrabbondanza di attori, non tutti allo stesso livello, risultando alcuni ancora un po’ acerbi, altri, al contrario, con capacità attoriali notevoli e sorprendenti. Sarebbe stato preferibile quindi, ridurre il numero di presenze sulla scena per puntare invece ad un livello di qualità più uniforme.

La scelta di Lama, di essere allo stesso tempo regista e maestro improvvisato, attore in alcuni tratti ma comunque senza interazione recitativa con i ragazzi, lascia perplessi: all’arrivo di Lama il pubblico si aspetta che questi si ritagli più tempo e più spazio per la sua recitazione mentre invece scompare dopo una breve “apparizione” di pochi minuti sul palco. Non si comprende quindi come Lama volesse entrare nei ritmi dello spettacolo attraverso le sue improvvise apparizioni e scomparse “ectoplasmatiche”, risultando di troppo in alcuni momenti, mentre in altri troppo generoso nel lasciare ai compagni di scena lo spazio recitativo.

Resta comunque una mise ben elaborata, divertente e con un ritmo in diversi momenti dello spettacolo altissimo e molto apprezzato. Da lodare, infine, l’impegno di tanti giovani che si mettono in gioco provando a dimostrare le loro doti attoriali (in alcuni decisamente notevoli) e la capacità di riuscire a rievocare, in poco meno di due ore, oltre un secolo di varietà.

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