“IL SINDACO DEL RIONE SANITA'” di EDUARDO DE FILIPPO - regia di Franco Pinelli

al Teatro Mario Scarpetta di Ponticelli dal 25 dicembre 2014 al 11 gennaio 2015 

Servizio di Antonio Tedesco

 

Napoli – E' uno dei testi più scomodi di Eduardo, Il Sindaco del Rione Sanità,e per questo poco frequentato sulle nostre scene. Scritto nel 1960, il lavoro coglie un importante passaggio epocale. Il suo protagonista, Antonio Barracano, a metà tra il guappo (inteso come uomo d'onore d'altri tempi) e il vecchio saggio che amministra con criteri di imparziale equità la giustizia nella sua comunità (il Rione Sanità, appunto), è il simbolo di un mondo che sta finendo. Un mondo dove la cultura di massa si sta rapidamente facendo strada e dove la realtà locale non può prescindere più dal contesto in cui è inserita. Un mondo dove la “modernità” comincia a insinuarsi con tutti i suoi potenti mezzi, rendendo man mano impraticabili i principi su cui Barracano fondava l'esercizio della sua funzione. E' per questo motivo che alla fine sarà costretto a sacrificarsi. Per segnare la fine di un'epoca. Ed è per lo stesso motivo che il suo collaboratore e sodale, il dottor Fabio Della Ragione, che per trentacinque anni lo ha fedelmente seguito, deciderà, dopo la sua morte, di dare un taglio netto, di non accondiscendere alle ultime volontà di Barracano, ma di dire semplicemente le cose come stanno, accada quel che accada. Un'altra era si apre, una diversa mentalità si fa strada. Né meglio né peggio di quella che l'ha preceduta, ma sicuramente diversa. Eduardo con “Il Sindaco” ha colto questo cruciale momento e lo ha caricato di un forte valore simbolico, facendo di Barracano l'emblema di un mondo arcaico destinato a soccombere di fronte all'inarrestabile “nuovo che avanza”. E del dottore l'uomo che di questo “nuovo” percepisce i segnali, colui che comprende che è il momento di spezzare certi vincoli e certe catene perché la realtà tutt'intorno alla piccola comunità del “Rione” sta velocemente cambiando. Si vede, dunque, come le polemiche intorno a questa commedia, semplicisticamente legate alla figura del guappo che amministra la giustizia al di fuori della legge ufficiale, siano futili e pretestuose, dato che le implicazioni presenti nel testo sono, in realtà, di portata molto più vasta e universale.

Quindi una scelta non facile quella di Franco Pinelli, regista e interprete, nel ruolo del protagonista, Antonio Barracano, dell'allestimento di questa commedia, in scena al teatro “Mario Scarpetta” di Ponticelli fino all'11 gennaio, quella di confrontarsi con questo controverso, e per molti aspetti incompreso, lavoro di Eduardo. Una scelta che paga, però, in una messa in scena dove la misura e il rispetto del testo (della “lettera” del testo) sono palpabili e rendono onore al regista e agli attori che si muovono quasi come in un sacrario, in un luogo di culto del teatro da onorare e di cui avere riguardo, lavorando sull'essenzialità, sulla sottrazione, lasciando che il testo stesso sprigioni da sé tutta la forza evocativa di cui è carico, ma allo stesso tempo facendosene strumento e voce. Una maniera equilibrata di mettere in scena Eduardo, senza lasciarsi trascinare da improbabili tentazioni imitative, né da sterili velleità di rinnovamento. Ed è proprio sul controllo e sulla misura dell'interpretazione che si distingue la matura prova di Franco Pinelli, un Antonio Barracano credibile che, appunto, non scimmiotta Eduardo. Così come altrettanto matura e misurata è la prova di Carlo Maratea nel ruolo chiave del dottor Fabio Della Ragione. Ma insieme a loro tutta la numerosa compagnia si muove nei giusti ambiti interpretativi, a partire da Domenico Pinelli (che ormai è molto di più che una giovane promessa) a Lucrezia Di Fiore, da Francesca Pia Di Martino a Antonella Guastella, insieme a Alessio Gallo, Antonio Vitale, alla buona prova di Antonio Di Nota e Maria Scatola e agli altrettanto bravi Emanuele Vicorito, Antonio Lippiello, Gianfranco D'Ottavio, Antonio Imperato, Armando Giarnieri, che contribuiscono tutti insieme alla buona riuscita di uno spettacolo che ha riscosso attenzione e interesse da parte del numeroso pubblico presente in sala la sera della prima, il giorno di Natale.

 

 

 

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