Peppe Barra e Biagio Izzo al Ghione di Roma con “Come un Cenerentolo”

Servizio di  Maddalena Menza

Roma - Uno spettacolo scoppiettante, divertente in cui lo spettatore si distende e comincia a sognare è questo il “sapore” di Come un Cenerentolo, in cui la storia, che trae spunto non solo dalla celebre fiaba di Cenerentola, che ha sempre il suo fascino, ma dalla trasposizione filmica al maschile del film  Il Cenerentolo, dove un esilarante Jerry Lewis protagonista dell’omonimo film nel 1960, lo interpreta in versione maschile così come lo è  il “fato” di questo spettacolo, la cui identità  si svelerà solo alla fine.

La storia sembra cucita addosso a Biagio Izzo che dà un’ottima prova d’attore e che si rivela anche un ottimo scrittore in quanto l’adattamento della storia porta anche la sua  firma assieme all’autore principale che è Bruno Tabacchini.

Interessante ho trovato la commistione tra linguaggio filmico e quello teatrale in quanto l’antefatto della storia del piccolo “Cenerentolo“ Biagio Izzo è raccontata come se fosse una mini-fiction di ambientazione napoletana e risulta “più vera del vero”.

La vicenda riguarda il nostro protagonista Federico Cocozza, figlio naturale di un albergatore a sua insaputa, che, solo alla morte del padre  proprietario dell’albergo Contessa, scopre di essere anche lui suo figlio e viene nominato  anche lui erede insieme agli altri due figli dell’albergo del padre “ma non credendo alle favole e nemmeno ai  sogni prima di dare il suo assenso, decide di constatare con mano la consistenza della sua fortuna recandosi di persona presso l’albergo di famiglia”.

Federico è a questo punto con gli altri due fratelli legittimi, lui erede a pieno titolo (anche se si scoprirà che l’albergo non è così fiorente) e s’intreccerà una bagarre non indifferente con la “matrigna”Mercedes (alias Carmela)  a cui si uniranno anche i personaggi dell’americano Jack vecchia fiamma di Mercedes, che dovrebbe salvare l’albergo e di sua figlia Azzurra  che dovrebbe fidanzarsi con uno dei fratelli “perbene”. Ma  Biagio/ Federico ha un’arma segreta e potrà contare su un “fato” molto particolare che risolverà gli intrighi della vicenda e avvierà i protagonisti al lieto fine.

Particolarmente intensa e ricca si rivela “la partecipazione straordinaria del grande  Peppe Barra”, nel ruolo en travesti di Mercedes,  che, per la prima volta mette a disposizione la sua immensa arte teatrale per un altro artista. La sua interpretazione della canzone “Piccerè” è veramente poetica  e struggente e lascia il segno nello spettatore, ma tutti gli artisti meritano un plauso per l’armonia che hanno saputo costruire, dando vita a un meccanismo ad orologeria del buonumore. Dal protagonista  Federico Cocozza/Carrozza al secolo Biagio Izzo, al “fato” Francesco Procopio, dai due fratelli “viziati” Paolo Bonanni e Gino Cogliandro dalla divertente Teresa Del Vecchio nel ruolo dell’impiegata d’albergo, da Samuele Sbrighi nel ruolo di Jack, ex fiamma di Mercedes l’americano, a  Azzurra, interpretata da Sara Zanier, nel ruolo della moderna principessa. Lo spettacolo merita tutto il suo successo. E’ in cartellone presso il Teatro Ghione di Roma fino al 13 aprile e poi per le due settimane di Pasqua sarà al  Teatro Diana di Napoli.

 

10 aprile 2014
 
 
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