‘O FIGLIO D’’O MALETIEMPO testo e regia di Franco Pinelli

IL TUONO GALEOTTO
All’Auditorium “Maria Aprea” di Volla dal 4 al 27 aprile
Servizio di Antonio Tedesco

Napoli. Da Colpo di fulmine, titolo dell’originale pochade francese di Kauroff, a ‘O tuono ‘e marzo, nella rielaborazione in dialetto napoletano che ne fece Vincenzo Scarpetta, seguendo un procedimento molto caro a suo padre, Eduardo Scarpetta, fino a ‘O figlio d’ ’o maletiempo, in quest’ultima riscrittura a firma di Franco Pinelli, il filo conduttore seguito dai titoli è più che evidente. E richiama quel particolare evento meteorologico che, secondo la tradizione popolare, segna la fine dell’inverno e l’approssimarsi della primavera. E cioè, un violento temporale caratterizzato da un fragoroso tuono. Evento che in una lontana notte di venti anni prima aveva causato alla morigerata Sofia un’imprevista avventura. Trovandosi in un albergo di Roma mentre il temporale imperversava, spaventata dai detti tuoni e dal buio causato dalla mancanza di corrente dovuta proprio al cattivo tempo, era scappata terrorizzata dalla sua stanza alla ricerca del fratello con il quale era in viaggio. Finendo, però, nella camera di uno sconosciuto che aveva subitamente approfittato della particolare situazione e la mattina dopo era sparito. Frutto di questo fortuito incontro notturno, un figlio che, affidato ad un orfanotrofio, cresce ignorando chi siano i suoi genitori. Una volta cresciuto, il giovane, Felice Sciosciammocca, per una serie di incastri e coincidenze, resi ancor più complicati da conseguenti equivoci ed inganni, ritroverà i suoi genitori, che a loro volta finalmente si uniranno e, insieme a loro, troverà la fanciulla della quale si è perdutamente innamorato. Come sempre, non è tanto il nudo scheletro della trama a rendere piacevoli e qualche volta esilaranti questo particolare tipo di commedie, quanto, piuttosto, il contorno di personaggi e situazioni che intorno a tale struttura ruotano. In questa, in particolare, motore inconsapevole degli eventi è tale Turillo, servo infingardo che, approfittando di un debito di riconoscenza dovutogli dal suo padrone, nella versione di Pinelli, Felice Sciosciammocca, spadroneggia in casa sua creandogli non pochi problemi, specie nelle relazioni sociali intrattenute dal giovane. Venuto poi a sapere fortuitamente di come erano realmente andate le cose nella notte del concepimento, Turillo approfitta ulteriormente spacciandosi per il misterioso padre di Felice. Da qui, l’immancabile catena di imbrogli, malintesi e fraintendimenti che accompagnano la vicenda fino allo scioglimento finale. A questo proposito è bene specificare che la riduzione effettuata da Franco Pinelli, che oltre a curare la regia del lavoro riserva per sé il ruolo chiave di Turillo (che anche Eduardo De Filippo a aveva interpretato in una sua riduzione di ‘O tuono ‘e marzo), apportando alcune sostanziali modifiche alla struttura originale della commedia, rende il testo più agile e fruibile ad un pubblico contemporaneo, senza per questo sminuirne la godibilità e la quota assicurata di divertimento che gli spettatori ne traggono. Come sempre coadiuvato in questo da un’ottima compagine di attori  che rappresentano al meglio la nobile tradizione del teatro popolare napoletano. Tra questi merita una segnalazione particolare il giovane Domenico Pinelli che, nell’importante ruolo di Felice Sciosciammocca conferma le sue doti di misura e di efficacia interpretativa che lasciano molto ben sperare nel suo futuro sulle scene. Insieme al più esperto Carlo Maratea che sostiene l’altro importante ruolo di Don Saverio, fratello della sedotta Sofia. Con loro, tutti parimenti efficaci nei rispettivi ruoli Antonio Lippiello, Pinella Ventura, Antonio Imperato, Maria Scatola, Giovanni Vigliena, Emma Camerlengo, Francesca Pia Di Martino.
Lo spettacolo, presentato dall’Associazione Culturale e Teatrale “Partenope”, si replica all’Auditorium Maria Aprea di Volla fino al 27 aprile.
 

13 aprile 2014

 

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