“Il misantropo” di Molière con Giulio Scarpati e Valeria Solarino

Avellino - Teatro Carlo Gesualdo - il 2 e 3 marzo 2019

Servizio di Ciro Borrelli

Avellino – Seppur non molto numeroso, il pubblico avellinese ha accolto con calore Il misantropo di Molière andato in scena al Carlo Gesualdo il 2 marzo scorso. Uno spettacolo emotivo e coinvolgente quello messo in scena, con una vicenda nella quale ognuno di noi può ritrovarsi. Giulio Scarpati e Valeria Solarino sono Alceste e Celimene, i protagonisti della pièce, una coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si desiderano ma si detestano eppure faticano a separarsi. Nostri contemporanei, sono protagonisti di una commedia amara, in cui non è previsto il lieto fine. Sono un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti. Attorno a loro si muove una giungla di umanità variegata: un fedele amico prodigo di consigli, un nobile con velleità da scrittore ma dotato di scarso talento, due giovani marchesi, frivoli, vanitosi e modaioli, la dama di carità, apparentemente pia e timorata di Dio ma ipocrita e bigotta. Parodie attualissime dei vizi e dei difetti dell’alta società di un tempo lontano, di oggi e di domani. Tragici e comici insieme. Nelle loro debolezze possiamo ritrovarci e riconoscerci; e ne ridiamo, guardandoci allo specchio. 
L’aspetto privato, in questo “grande classico” che si muove sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, è importante sia dal punto di vista teatrale che sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e, dalla corte di Luigi XIV (re Sole,) lo porta dritto a noi. Il dualismo uomo-donna, rappresentato in scena, è perfettamente narrato con un forte impatto scenico e lontano da semplificazioni o banalizzazioni. Lo spettacolo ha ripercorso la storia di uno dei testi teatrali più interessanti elaborati nel Seicento, “Il misantropo” dello scrittore, nonché attore francese Molière, opera in cinque atti incentrata sulle vicende del protagonista maschile, Alceste, e sulle tante contraddizioni che laceravano la corte francese del XVII secolo. Molière nel misantropo rinuncia alla comicità dirompente della maggior parte delle altre pièces da lui scritte come L’avaro o Il Tartufo.
La regia è di Nora Venturini, i costumi sono di Marianna Carbone, le musiche di Marco Schiavo; curatore delle scene Luigi Ferrigno. La produzione è degli Ipocriti.

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