“RITORNANTI” scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato con Giuseppe Affinito

Al Teatro Trianon Viviani di Napoli dal  25  al 29  gennaio  2018

Servizio di   Rita Felerico

 
Napoli - E nel titolo, Ritornanti,- preso a prestito da Anna Maria Ortese che con questo nome descrive i folletti, gli spiritilli che abitano la città di Napoli -  si manifesta tutto il significato di questo spettacolo: il ritorno ossessivo degli stessi temi, i ricordi che si snodano in un tempo indefinito ma segnato, anni che vanno dal 1933 al 1945, quando “il mondo stesso aveva compiuto un tentativo di auto annientamento” e il ripresentarsi delle visioni canoniche della nostra tradizione folklorica e culturale, il ‘munaciello’, gli ‘spiriti della casa’, la miseria, i travestiti. In una società che sembra specchiarsi solo su se stessa, che vive di autopromozione a dismisura, compulsiva, i monologhi di Moscato ci pongono in una condizione di ascolto. Fin dall’inizio dello spettacolo, prima ancora che entrino in scena gli attori, a sipario aperto, accolti da tre leggii, ci si immagina- comodamente seduti in poltrona- nella propria casa, magari dinanzi ad un camino, avvolti da un’atmosfera familiare intrisa di affetto e complice gaiezza, in attesa della sua voce. La voce affabulatrice di Moscato, la forza immaginifica ed evocatrice delle parole che narra non solo ‘fatti’, ma concretizza oggetti, immagini, figure come presenze che dalla memoria, dalla profondità dell’inconscio, ritornano a farsi vive, per allertare la mente, anche con i mille toni colorati di un presente mai passato.” Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti, dovrebbero essere considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti." E’ la magia del teatro, la magia di Moscato, la sua sapienza nel legare tre storie apparentemente lontane fra loro. Chi sono i ritornanti?  Nannina e Totore, finiti con la loro bimba nel palazzo incantato del "munaciello"; Little Peach, la spogliarellista con un passato carico di dolore; tre transessuali, Cartesiana, Miss 'Nciucio e Cha Cha Cha, che viaggiano nel cuore della Spagna per trovare definitivamente la loro identità. Storie grottesche, fantastiche, raccontate con una lingua che è un "babelico incrocio di vari idiomi, napoletano, francese e spagnolo". Moscato, per la prima volta in scena al TRIANON VIVIANI, nel teatro che ispirò il testo omonimo del 1983, mette insieme un trittico che inserisce alcuni brani dei suoi più famosi percorsi teatrali (da Scannasurice del 1982, Rasoi del 1991, Occhi Gettati del 1986), “non per riproporli, certo, così come sono o come sono stati, bensì, al contrario, per farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro un nostro spirito cambiato, e, quindi, riamarli”, non ripetere la vita, ma esserla.
Prodotto dalla COMPAGNIA TEATRALE ENZO MOSCATO – CASA DEL CONTEMPORANEO
 
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