La Bohème” musica di Giacomo Puccini libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Al Teatro San Carlo di Napoli dall’11 al 16 gennaio 2018
 
Servizio di Pino Cotarelli

Napoli – Tutto esaurito al San Carlo il 10 gennaio scorso alla prova generale de “La Bohème” di Giacomo Puccini con incasso destinato al finanziamento del progetto di ricerca “Endometrial Cancer Conservative Treatment” della fondazione Pascale. Un successo scontato per l’opera dal notevole “peso specifico” per le sue notissime “arie”, le belle musiche di Puccini e i dialoghi del libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratti dal romanzo d’appendice “Scènes de la vie de bohème” di Henry Mürger, uscito a puntate a partire dal 1844 sulla rivista Corsaire. Impegno notevole per cantanti, orchestrali, registi e scenografi, per quest’opera che a distanza di anni commuove ancora e crea sempre notevole aspettativa nel pubblico. L’allestimento del regista Mario Pontiggia in questa edizione, rispetta la tradizione nei costumi e nelle scenografie d’epoca di Francesco Zito che riesce ad evocare una Parigi del 1830 in cui l’allegria di piazza, i caffè alla moda, l’opulenza e l’estrema povertà, riescono a convivere in perfetto spirito bohème. All’altezza della sua bravura la conduzione orchestrale del direttore Stefano Ranzani, con puntuale coordinamento del cantato e del Coro delle voci bianche del San Carlo preparate da Stefania Rinaldi.

L’opera divisa in quattro parti, propone la struggente storia d’amore fra il poeta Rodolfo, interpretato egregiamente dal tenore Jean-François Borras, e la giovane fioraia Mimì, interpretata dal soprano Eleonora Buratto, della quale si sono apprezzati i suoi splendidi virtuosismi vocali, minata dalla malattia di lei, la tubercolosi, che la porterà alla morte strappandola all’amore di Rodolfo.

Nella prima parte i due si conoscono nella fredda soffitta dove Rodolfo abita con i suoi tre amici: il pittore Marcello, interpretato dal baritono Mario Cassi, il musicista Schaunard, interpretato dal Baritono Leon Kim ed il filosofo Colline interpretato dal basso Fabrizio Beggi. Mimì che abita in un freddo appartamento contiguo, chiede aiuto a Rodolfo per riaccendere una candela, ma si sente male e le cadono di mano candeliere e chiave di casa. Rodolfo nota la bellezza della donna ma lo colpisce ancor più il suo pallore. L'aiuta a rianimarsi mentre cercano insieme la chiave caduta sul pavimento, complici le flebili illuminazioni di Bruno Ciulli, si esibiscono nelle celebri arie dell’opera “Che gelida manina”, cantata da Rodolfo seguito da Mimì in “Sì, mi chiamano Mimì” che il pubblico sottolinea con scrosciati applausi apprezzando la giusta vocalità del tenore ed il suo riuscitissimo acuto.
 
Bella messa in scena nella seconda parte, di una moltitudine di persone che anima una piazza in cui Rodolfo presenta Mimì di cui è ormai innamorato, agli amici seduti al Caffè Momus ed ai quali si unisce Musetta personaggio frivolo e civettuolo interpretato dal soprano Francesca Dotto della quale si è apprezzata una voce molto dotata. Nella parte finale Mimì si stringe a Rodolfo ricordando i dolci momenti del loro amore e con gioia stringe il manicotto che crede un dono di Rodolfo e si assopisce quietamente. Rodolfo continua ad illudersi finché il contegno degli astanti gli rivela che Mimì si è spenta. Piangendo, si getta allora sul corpo della fanciulla invocandola disperatamente. Gli applausi e il tutto esaurito al San Carlo dimostrano che rappresentare un’opera in maniera tradizionale non stancherà mai il pubblico.

Interpreti
Mimì, Eleonora Buratto  
Rodolfo, Jean-François Borras 
Musetta, Francesca Dotto  
Marcello, Mario Cassi  
Schaunard, Leon Kim   
Colline, Fabrizio Beggi 
Benoît / Alcindoro, Matteo Ferrara
Parpignol, Stefano Pisani

Direttore | Stefano Ranzani
Regia | Mario Pontiggia
Scene e Costumi | Francesco Zito
Luci | Bruno Ciulli
Assistente alla Regia | Angelica Dettori
Assistente alle Scene | Antonella Conte
Assistente ai Costumi | Chicca Ruocco

Allestimento del Teatro Massimo di Palermo
Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo

 
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