“MERISI – LE VERITÀ DAL BUIO”- Spettacolo itinerante a cura dell’Associazione Culturale NarteA, Testi di Febo Quercia- Regia Febo Quercia e Antimo Casertano
Al
Pio Monte della Misericordia di Napoli il 13 e 14 giugno.
Lo spettacolo andrà in replica il 17 ottobre,
28 novembre e 19 dicembre 2015
Servizio
di
Francesco Gaudiosi
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrFufvvVyzZJuHJw2E-MDh32zwAp3wr1_sxg6cg0JeAvDhroLWU9NeSjvxDp07gJQWcmEIUXB4UyH0y2pTNPSWUOvc01UCp490C-W9GjJ4Gg90-rSJtbE6HmuYCzk8UvXZpGAH5jzlMOx6/s320/Merisi.jpg)
L’associazione culturale
NarteA propone un suggestivo spettacolo itinerante mettendo in scena Merisi- Le verità dal buio, in una delle
più belle e suggestive cornici artistiche della città di Napoli: il Pio Monte
della Misericordia. Custodito al centro dell’altare maggiore, spicca
quell’affresco così teatrale e così magnifico de Le sette opere di Misericordia, commissionato a Napoli dai
governatori del Pio Monte, consci di affidarsi alle mani di uno degli artisti
più controversi di quel tempo, al folle ed indomabile ingegno del Merisi.
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Nonostante il format di
spettacolo itinerante sia una realtà già ben consolidata in diverse
rappresentazioni teatrali, il testo e l’esecuzione di Fabio Quercia ed Antimo
Casertano si muovono su binari creativi e innovatori. Apprezzatissima la
spirale storica ed il cerchio concentrico di eventi, così come la
contestualizzazione nella quadreria e nella chiesa del Pio Monte: scenografia
migliore per rappresentare un Caravaggio a Napoli non poteva essere scelta.
Tutto sembra come cristallizzatosi in crisalidi temporali che, al loro
schiudersi, regalano allo spettatore piccole pieces rievocanti qualche elemento
o situazione che stupisce l’osservatore sia nell’ammirare il luogo nel quale si
trova, sia nell’ascoltare i dialoghi degli interpreti.
E proprio sui dialoghi ci
sarebbe da soffermarsi, poiché in molte drammaturgie storiche si rischia di
sfociare in dialoghi già attesi o vicende prevedibili, cosa che in questa
fattispecie non accade. Geniale la licenza poetica di inserire il saccente
Giovanni Baglione a Napoli, città mai visitata dall’artista che si riteneva
superiore al Caravaggio. Così come il fantasma della Bianchini, quella Vergine
morta a Roma e dipinta dal Caravaggio ne
La morte della Vergine.
Nulla risulta fuori luogo o citato
senza una precisa connotazione storica a cui si fa riferimento, ogni data o
persona citata è ponderatamente inserita in un quadro di riferimento chiaro e
ben delineato.
Pregevoli le interpretazioni
di tutti gli attori del cast: Raffaele Ausiello, Antimo Casertano, Annarita
Ferraro, Andrea Fiorillo, Antonio Perna, con la partecipazione di Matteo
Borriello. Particolare plauso al Fiorillo che riesce a tracciare un affresco
del Caravaggio così individualistico, inconsapevolmente geniale e
sconsideratamente reale, fino al punto di mischiare il sacro al profano, e
andare ad infrangere dogmi ecclesiastici fino ad allora ritenuti inviolabili
dalla dottrina. Un cast di ottimo livello che mostra la sua bravura proprio nel
recitare in sale e cortili con pessime acustiche, mostrando ancor di più
proprio quell’impegno, quel sacrifico attoriale necessario per una
realizzazione nel complesso riuscita e promossa a pieni voti.
Unica nota di regia che
forse poteva essere inserita nella realizzazione, è la mancata presenza di una
musica o di un sottofondo- strumentale o corale- che forse avrebbe suggellato
quell’immedesimazione nello spazio e nel tempo del racconto. Dettagli, in
confronto all’esecuzione finale. Ricco di colori e sfumature tutte indovinate,
di precisioni storiche e licenze poetiche azzeccatissime, proprio come in
quadro del Caravaggio. Anzi, proprio come ne Le sette opere di Misericordia.
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