“Summit di Carnevale” testo e regia Giovanni Meola

Al Théatre De Poche fino al 25 gennaio


Servizio di Pino Cotarelli



Napoli - Quando il teatro parte dal basso, riesce sempre a raccogliere le migliori energie perché individua, fra le autentiche passioni, talenti che nascono e si forgiano. Il cammino è lungo e tortuoso, gli sforzi enormi e solo la grande passione può sopportare questo sentiero impervio.  Alla prima de “Il summit di carnevale” del 23 gennaio al Thèatre De Poche, sembrava quasi che la passione si toccasse con mano, che il talento abbagliasse gli occhi, gli sforzi degli attori: Luigi Credendino (nel ruolo di Marione), Ferdinando Smaldone (nel ruolo di Giuseppone) e Alessandro Palladino (nel ruolo di Elia) erano autentici, convinti. La mimica che sfidava il ridicolo, rendeva bene l’idea delle ritmiche metodiche imposte dalla moda dei nostri tempi, come in “tempi moderni” di Charlie Chaplin”.
 
La recitazione autentica e passionale era palpabile e nonostante si trattasse di attori molto giovani, è stato fin troppo evidente il loro bisogno di spazio, di platee più ampie, di traguardi con cui misurarsi. Il lavoro rappresentato da questi attori è scritto e diretto dal regista Giovanni Meola che si è formato con il teatro “duro”, alle prese con le molteplici compagnie delle diverse scuole superiori napoletane, e che ha fatto recitare scolaresche e carcerati offrendo loro una speranza diversificata. Riportando sempre un messaggio positivo nel raccontare l’aspetto atroce di alcune drammaticità, ha voluto mostrarne i lati ironici. Infatti nei suoi testi che trattano del sociale, banalizza la malavita ed evidenzia i caratteri grotteschi della camorra. Gli attori nell’arena del De Poche, dove il pubblico ti è addosso, non possono avere esitazioni, il giudizio è a due passi e immediato.

Luigi Credentino, trascinatore convinto, ricambiato dagli altri due colleghi attori, hanno entusiasmato e divertito il pubblico con questa surreale storia dove due capi camorra cercano di unire le loro famiglie per diventare una unica forza e prevalere sugli altri clan e lo fanno in coincidenza del Carnevale. Finiscono però vittime di chi non consideravano all’altezza di nuocere, quello che li annienterà. Come in una favola a lieto fine però, il regista prescrive per lui la morte forse perché è già un corrotto o forse perché è la società che deve ritornare a sperare. La gente onesta deve poter avere un futuro di legalità.
 
“Summit di Carnevale” fino al 25 gennaio al Thèatre De Poche, dopo un battesimo al Teatro Rostocco di Acerra in cui ha riscosso notevole successo di pubblico.


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