“Otello”- balletto in un atto con coreografie di Fabrizio Monteverde e musiche di Antonín Dvořák


 Al teatro San Carlo di Napoli l’8 e il 9 ottobre  

Servizio di Francesca Myriam Chiatto


Napoli – E’ stata la splendida cornice del teatro San Carlo ad ospitare il balletto in atto unico “Otello”, in scena l’8 e il 9 ottobre. Il riadattamento della tragedia shakespeariana (messa in scena per la prima volta nel 1604), operato dal coreografo e scenografo romano Fabrizio Monteverde coadiuvato da Lienz Chang, è perfettamente riuscito nel comunicare le emozioni più forti, capaci di coinvolgere al massimo lo spettatore, catturandone l’attenzione. Sulle musiche di Antonín Dvořák volte a dare ritmo ed atmosfera all’ambientazione, una scena scarna ed essenziale, che non ha forse dato spazio allo sfarzo, ma si è rivelata di una semplicità che lasciava ampia possibilità al corso dell’immaginazione, grazie alla riproduzione della banchina del porto, luogo dove tutto è possibile e dove ognuno, straniero o nativo, può sentirsi libero. Qui, infatti, è ambientata la vicenda, che fa vivere i personaggi, mossi dalle loro emozioni, incapaci di contenere i sentimenti. E’ dunque l’aspetto psicologico ad essere privilegiato nello svolgimento dell’azione scenica, grazie ad una visione tutta interiore della tragedia, mescolata alla passione, alla gelosia, all’amore folle che diventa ossessione e agli intrighi di una sottile perfidia senza limiti. Bravissimi gli interpreti: i ben noti Anbeta Toromani, ballerina molto amata e di chiara fama televisiva, che ha interpretato la sottomessa e sfortunata Desdemona; José Perez, che grazie al corpo maestoso che ne mostra la potenza (anche tramite il nudo integrale o parziale) ci ha regalato un Otello segnato dalla paura, dal sospetto insidioso del tradimento, dalla folle gelosia che non ha controllo, possessivo, ma anche ingenuo ed innamorato, seppur in un modo tutto suo. In fondo, “ogni uomo uccide ciò che ama” e per Otello è sempre stato così, in ogni versione creata sul Moro di Venezia. A dare il volto, ma soprattutto a prestare il corpo forte e deciso nei movimenti, al perfido e insidioso Iago, è invece Alessandro Macario, altro straordinario interprete, che col suo viso angelico, ha reso perfettamente il personaggio ingannatore. Immancabile il corpo di ballo della scuola del San Carlo, perfettamente integrato sulla scena. La famosissima vicenda del fazzoletto, generatore di gelosia e oggetto in un certo qual modo protagonista, è qui rappresentata e ampliata, come ad accrescere l’impulso dell’animo che imprigiona i protagonisti. Gli effetti speciali non sono mancati, rendendo la scenografia un mare cangiante di sensazioni, sottolineate dalle luci di Emanuele De Maria, sotto le quali “brillavano”, facendo bella mostra di sé, i costumi di Santi Rinciari.
Un momento magico ottenuto, miscelando la danza contemporanea dei pezzi d’insieme, alla delicatezza della danza classica nei passi a due.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti