Lettere di uno stolto agli scienziati del mondo
Il nuovo spettacolo di Giuseppe
Sollazzo debutta al Maschio Angioino per Estate a Napoli 2016
Servizio
di Gabriella Galbiati
Napoli
- Domenica 7 agosto alle ore 21 nel cortile del Maschio Angioino, nell’ambito
della rassegna “Estate a Napoli 2016” promossa
dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, debutterà Lettere di uno stolto agli scienziati del
mondo. Appunti per uno spettacolo in divenire che vede Giuseppe Sollazzo
nel ruolo di autore e regista.
Sollazzo
lavora da quarant’anni in ambito teatrale e da circa vent’anni alterna spettacoli cosiddetti
tradizionali a messe in scena senza parole, avvalendosi di attori non
professionisti.
Per
questo suo nuovo progetto, ha scelto di rappresentare una galleria di immagini
filtrate attraverso lo sguardo degli ultimi, degli esclusi, dei bambini, di
coloro chiamati a misurarsi con un destino non sempre benevolo. In occasione
del debutto, abbiamo scelto di intervistarlo.
Dopo
l’esperienza de Il giorno in cui ci siamo
incontrati e non ci siamo riconosciuti del 2014 lei ritorna ancora ad una
messinscena senza parole, dove nasce
questa sua preferenza per gli spettacoli
in cui gli attori non parlano?
Circa vent’anni fa un amico mi parlò di uno
spettacolo visto a Vienna in cui attori eccellenti si misuravano con il
vocabolario del corpo, senza però fare i mimi, cioè senza usare la gestualità
in maniera illustrativa. Fu come una scintilla dalla quale è nato poi un mondo.
Con parole o senza il nodo del linguaggio è capire come può suggerire ciò che
non può essere detto. Bisogna attivare i motori dell’immaginazione, che
permettono di comprendere ciò che non si comprende.
Come nasce questo
spettacolo? E da cosa prende spunto il suo progetto?
Nei nostri tempi violenti il teatro può
contribuire a rendere il mondo abitabile.La barbarie non si combatte soltanto con le armi dellalogica,
per affrontare la complessità del mondo l’uomo deve essere capace di avere
un’immaginazione narrativa, deve riuscire a mettersi nei panni dell’altro, deve
riuscire ad immaginare storie diverse dalla sua. Secondo una sociologa americana tutti
dovrebbero essere capaci di vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona.
Il teatro dovrebbe essere considerato come una scuola di emozioni.
Come mai ha scelto come location il
Maschio Angioino per il debutto del suo nuovo spettacolo?
L’Assessore Nino Daniele che segue da tempo il mio lavoro mi ha offerto la
possibilità di presentare lo
spettacolo nel cortile del Maschio
angioino, mi è sembrato una bella opportunità.
Lei
lavora spesso con attori non professionisti, come li sceglie?
Lavorare con attori non professionisti
significa lavorare sull’entusiasmo. Anche Viviani sceglieva i suoi attori tra i
facchini, i venditori, tra gente semplice, ignara dei tic del mestiere. Certo
poi ci sono attori che hanno un’innata capacità di stupirsi, di mettersi in
gioco, come Francesco Paolantoni e Gigi Savoia, i quali sono stati felici di
creare un corto circuito con il mondo degli attori non professionisti.In questo
spettacolo è Vincenzo Merolla a condividere l’esperienza del silenzio.
Non scelgo mai i miei attori, ma lascio che
siano loro a scegliermi.
Prima di ogni spettacolo c’è sempre un lungo
lavoro di conoscenza, durante il quale
vengono alla scoperto caratteristiche, attitudini, vizi e virtù di ognuno,
beninteso anche mie. Alla fine restano
quelli più forti, più motivati. In genere amo gli attori non narcisisti, quelli
che rifuggono l’esibizionismo facile. Agli attori veloci preferisco gli attori
lenti, sono quelli che impiegano più tempo per risolvere una scena, ma sono
quelli che vanno più lontano.
È già prevista
una tournée dopo il debutto per Estate a Napoli 2016?
Ad ottobre monterò lo stesso spettacolo a
Parigi con una compagnia di attori francesi, ai quali si affiancheranno gli attori
napoletani più esperti. Lo spettacolo resterà in cartellone fino a dicembre al
teatro del Nord-Ouest.
Mentre a Napoli lo spettacolo lo replicheremo
all’Asilo Filangieri, che ci ha sostenuto
e incoraggiato durante i mesi di preparazione.
Ci
spieghi di cosa parla Lettere di uno
stolto agli scienziati del mondo.
Appunti per uno spettacolo in divenire
Appunti per uno spettacolo in divenire
Parla del nostro presente, della difficoltà a
realizzare i propri desideri, dello scarto tra passione e talento. Un catalogo di aforismi un delirio scenico
capace di parlarci di noi.
regia
e drammaturgia: Giuseppe Sollazzo
musiche
originali: Carlo Faiello
con:
Luca Adelfi, Marina Bellucci, MounaBrahmi, Verdiana Castellone, Roberto
Cervone, Marco Ciccarelli, Antonio Clemente, Vincenzo Merolla, Fortuna Montariello,
Massimo Nota, Carlo Andrea Recchia, Michele Romeo di Tuosto, Linda
Scala, Daniela Scognamillo, Antonio Tomberli, Antonio Ziviello.
assistente
alla regia: Maria Elena
Arpaia
elementi
scenici: Massimo Nota
costumi:
Renato Delehaye e Francesco Davide
luci
e fonica: Gabbianella Club Events
tecnico
del suono: Giuseppe Caliendo
sartoria:
Lorenzo Zambrano
un
progetto dell’Associazione Jules Renard.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento