PINOCCHIA di Stefano Benni e la regia di Monia Manzo

Roma - Sarà in scena al Teatro dei Conciatori il 30 giugno e l’ 1 e 2 luglio 2014 – ore 21:00 lo spettacolo PINOCCHIA di Stefano Benni, regia: Monia Manzo; con Monia Manzo, Gioia Cellentani, Lorena Tuveri, Paolo Cordiviola, Nadia Clivio.
Le opere di Stefano Benni sono sempre state una pietra miliare nella letteratura contemporanea italiana: il suo stile e le sue storie sono una commistione vincente tra cruda realtà e un onirico mondo parallelo composto da immaginari esseri zoomorfi.
In particolare in Pinocchia lo scontro di opposti inconciliabili rappresenta una costante: i disvalori hanno inevitabilmente la meglio sugli elementi socialmente e umanamente costruttivi - così la falsità sulla verità, l'opportunismo sulla lealtà, il sogno irrealizzabile sulla realtà immutabile.
In questo scenario, Pinocchia si inserisce come una pièce che da vita ad una donna/figlia/marionetta, dalla cui  potenza evocativa sono stata immediatamente folgorata. Questa "robottina" incarna gli innumerevoli e confusi ruoli che una donna moderna spesso rappresenta con cinica consapevolezza, mentre in altri casi senza nessuna coscienza o possibilità di poter scegliere la propria vita, a causa di un diffuso disagio per lo più di origine socio-culturale.
Veline, femme fatale, giovanissime amanti/figlie sono ormai i prototipi contemporanei da dover adottare, indispensabili per molte, troppe donne giovani o meno giovani che vogliono ottenere la benevolenza di uomini sempre più accentratori e maschilisti.
Nella pièce troviamo i personaggi collodiani rivisitati da Benni in maniera esilarante e con una vena di sottile cinismo che non guasta. Il gatto e la volpe diventano così due impresari mascalzoni, la fatina si trasforma in una benevola maîtresse che inizia le ragazze all'arte della seduzione e il grillo parlante ci viene riconsegnato nelle vesti di un tuttologo dei nostri tempi. E come non essere poi affascinati dal linguaggio del testo, frutto di musicalità e sperimentali esercizi di stile?
In questo virtuosismo linguistico si cela il pensiero veloce e allusivo di uno scrittore che precorrendo i tempi non finisce mai non solo di stupirci ma soprattutto di incantarci.
Scenografia: Fabio Calascibetta

Commenti