MAGNIFICAT con Caterina Pontrandolfo - un incontro con Maria di Alda Merini al pianoforte Rodolfo Medina

Nel decennale della morte di Alda Merini una produzione Nuova Atlantide Teatro per “Il Teatro Cerca Casa”  2018/2019 - presentato  anche in un emozionante incontro nell’ambito del  CAFE’PHILO – Napoli

Servizio di Rita Felerico 

Napoli - Impossibile non segnalare la bellezza di questo spettacolo, un diamante di emozioni e di intelligente, creativa teatralità nel quale musica, recitato, azione si fondono in una essenziale scenografia e movimentazione: basta infatti un piccolo accogliente spazio domestico, un ovattato familiare salotto e l’atmosfera si abita della strepitosa voce di Caterina Pontrandolfo, delle note limpide, chiare ed essenziali del pianoforte di Rodolfo Medina, del fruscio di leggeri teli, del suono del rotolare del grano donato da Maria/Caterina sfuggito dalle mani di rapiti spettatori.

Racconta  Caterina :“Per la stagione 2018-2019, sono stata invitata da “Il Teatro cerca casa” ad immaginare un lavoro su Alda Merini. Nel 2019 ricorre infatti il decennale della morte della poetessa, avvenuta a Milano il 1 novembre 2009. Ho proposto così di lavorare a una delle opere più pregevoli di Alda Merini: “Magnificat. Un incontro con Maria”. Il mio “incontro” con Alda Merini avvenne per pura casualità, nei miei anni di vita milanese. La Merini allora non era ancora “il personaggio” intorno a cui morbosamente si muoveva la curiosità di un pubblico più ampio di quello normalmente dedito alla poesia.  Nella zona dei Navigli c’era una libreria dell’usato in cui trascorrevo a volte il tempo alla ricerca di buone occasioni e rarità. Attratta dal titolo, comprai al “Libraccio” un libricino dalla copertina rossa: Alda Merini “L’altra verità-Diario di una diversa” (Scheiwiller 1992). Libro di “sconvolgente letizia” che mi aprì alla conoscenza di questa possente voce femminile del Novecento”.

Il monologo fra prosa e poesia è frutto di questo incontro; attraversato dalla incantevole ma possente voce di Caterina, che vi inserisce canti della tradizione mediterranea in varie lingue (ebraico, sefardita, dialetto lucano, sardo, spagnolo, langue d’oc ) frutto della ricerca sul canto di area mediterranea che Caterina conduce da molti anni; e canzoni di tradizione colta (Hyndemith) cantando in tedesco, citando infine il De André della Buona novella. Si è trascinati e catturati così non solo dall’intensità del messaggio di Alda, da quel misto di carnalità ed estasi, di dolore e di passione per l’amore e la vita che segnano i suoi versi,  ma dal canto / linguaggio di condivisione e di comprensione aldilà di ogni frontiera e confine. Si dimenticano per un attimo guerre e violenze. Si resta senza parole infatti alla fine di questo “gioco” teatrale che richiama il senso dell’antica tragedia e la sua forza immanente, che costringe a pensare e riflettere su verità spesso nascoste, da non affrontare per non scegliere o decidere . E’ il ritrovato significato di un’ etica laica di rimando, verso un sapere  religioso, lì dove per religione si intende la spiritualità, il lato vero dell’esistenza e la responsabilità di ognuno verso sé e i valori dell’esistere. Varia, poliedrica, ricca la carriera della protagonista: cantante, poeta, performer, attrice, drammaturga, regista; si è esibita nei maggiori teatri, insieme ad interpreti di fama. Ma qui ci piace ricordarla come fondatrice di Nuova Atlantide Teatro,  di cui si riporta la scheda descrittiva per illustrarne meglio la mission.

Nuova Atlantide Teatro 
ideazione, progettazione, realizzazione progetti per il teatro, per il teatro e comunità, per la musica, il canto, la nuova drammaturgia e la ricerca antropologica fondata a Pozzuoli nel luglio 2004 da Caterina Pontrandolfo, attrice, autrice, cantante e regista lucana con una pluriennale esperienza artistica maturata prima a Milano, poi a Torino e dal 2003 in Campania e in Basilicata. Dal 2016 sposta la propria sede in Basilicata. Il lavoro con alcune tra le più importanti realtà italiane del teatro di ricerca e la pratica del teatro sociale e  di comunità  attraverso una miriade di progetti teatrali realizzati soprattutto in Piemonte, sfocia in una articolata progettualità teatrale e performativa, allo scopo di valorizzare, attraverso il teatro, la cultura immateriale, le tradizioni orali, la memoria e la storia di una determinata area o comunità (storie di quartiere, di piccole o grandi comunità, storie di lavoro, di genere)  con particolare attenzione alle radici antropologiche ed etno-musicologiche. Particolare attenzione e ricerca è rivolta alle “storie minime” di donne, artiste, comunità di lavoro, storie di fabbriche, di mondi in via di estinzione che vengono restituite attraverso rielaborazioni drammaturgiche che confluiscono in  originali percorsi  che coniugano teatro e canto, narrazione e teatro d’attore, azione performativa e ricerca musicale, ricerca antropologica e teatro d’arte di matrice popolare.

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