“ETERNAPOLI” DIRETTO E INTERPRETATO DA ENRICO IANNIELLO


Al Piccolo Bellini di Napoli dall’8 al 13 dicembre

 

servizio di Andrea Fiorillo

 

Napoli – E' andato in scena al Piccolo Bellini dall’8 al 13 dicembre, Eternapoli è il nuovo spettacolo di Enrico Ianniello, che, partendo dall’adattamento teatrale del romanzo “Di questa vita menzognera” di Giuseppe Montesano, crea un testo a più voci, con più personaggi, tutti impersonati dall'attore stesso, che ha curato anche la regia della messinscena.

Prodotto da Teatri Uniti e dal Teatro Franco Parenti, lo spettacolo racconta la storia dei componenti di una famiglia allargata di arricchiti, i Negroponte, e del loro progetto di fare della città di Napoli un gigantesco parco di divertimenti per turisti, Eternapoli, asfaltando e annientando tutto e tutti.

Cambiando continuamente volto e registro, Ianniello ci porta nella vita di questi individui che sono tragicamente simili e paradossalmente molto diversi tra loro per poter anche solo provare a capirsi. Senza scrupoli, pronti ad asservire la cultura per trarre guadagno, la svuotano, ne abusano, e fanno del sapere uno strumento utile solo all’arricchimento.

In una comica moltiplicazione di voci e personaggi, lungo un interminabile pranzo di Pasqua e Natale, con un microfono e uno schermo di luce alle spalle, l’attore ci fa sfilare sotto gli occhi, senza perdere mai ritmo e concentrazione, una galleria di personaggi che mettono in luce la sua versatilità. Passando senza intoppi dallo sciatto e volgare atteggiamento di una vaiassa all’altera posa da dandy insoddisfatto, dà prova di una continua generosità e verità che il pubblico percepisce ed apprezza.

Uno spettacolo corale dove l’attenzione resta alta perché si racconta la vita, la morte, la tragica presa di coscienza, la paradossale accettazione del misero: “il mondo è in preda alla frenesia del fottere”, “la libertà è fatica e oggi funziona la leggerezza”, “la gente schifa la democrazia”, alcune delle frasi dette, come se fossero mantra da tenere presenti per poter sopravvivere.  Tra queste il “Saremo giudicati sull’amore” detta all’indomani del suicidio di Andrea, il giovane Negromonte unico consapevole del marcio presente nella sua famiglia scellerata, diventa un grido alla speranza, al teatro stesso, che quando fatto con “Amore”, cosi come Ianniello lo fa, può sempre salvarci.

 

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