Kiss and cry” – uno spettacolo di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael

Al Teatro Politeama di Napoli per il Napoli Teatro Festival Italia il 15 e 16 giugno


Servizio di Francesca Myriam Chiatto


Napoli – Il titolo viene direttamente dal pattinaggio artistico, in cui il “kiss and cry” è appunto il divanetto dove gli atleti ed i loro allenatori aspettano il punteggio dopo una gara e lo spettacolo presentato per il Napoli Teatro Festival al Teatro Politeama, il 15 e 16 giugno, è un po’ una sorta di “gara della vita”. Una gara in cui ci scontriamo con noi stessi e con il nostro passato e che condiziona, inevitabilmente, il nostro futuro. Proiettato quasi interamente su uno schermo, quasi fosse un film,  ciò che vediamo è in realtà in tempo reale svolto da professionisti sul palco e ripreso da una telecamera. Grazie a sapienti giochi di luce ed abilità delle mani degli artisti viene fuori uno spettacolo certamente originale e complesso.  Il mondo in miniatura che ci viene presentato è una scoperta dei dettagli e della cura per i particolari, oltre che di quell’essenziale che “è invisibile agli occhi”. Michèle Anne De Mey, coreografa e Jaco Van Dormael, regista, hanno infatti puntato proprio sulle mani: attraverso una voce in sottofondo ed un movimento di due mani che danzano, si uniscono e si separano, si racconta una storia, una storia d’amore, anzi di amori, iniziati e finiti. La protagonista è una donna che attende invano il suo primo “colpo di fulmine”, avuto da ragazzina e durato 13 secondi. Il “buco” della memoria in cui releghiamo ogni persona o cosa del passato avvolge purtroppo ogni emozione, lasciandoci spesso nella desolazione e nella solitudine senza la possibilità di ritrovare i ricordi. Ma le mani, le mani della donna, le nostre o quelle di chiunque altro, continueranno a cercarsi per sempre,fino a ritrovarsi e a ritrovare, mettendo insieme tutti i pezzi come un puzzle o unendo i puntini, come nei giochi di bambini, quel ricordo perduto e quella persona tanto desiderata. Ed è proprio qui che, dallo schermo, si passa al palcoscenico, quasi a sottolineare l’avvenuto intreccio di quelle mani che si erano incontrate per troppo poco tempo.

 

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